Classe ’99, dal Texas, Calvin Brownholtz ci ha messo poco a farsi conoscere in Italia: gli Skorpions Varese si godono il proprio Quarterback americano che, in costa ascesa a livello di prestazioni, ha contribuito alla conquista della Wild Card di domenica 11 giugno contro i Rhinos Milano alle ore 14.30. Proprio contro i milanesi Browholtz ha forse disputato la sua miglior partita stagionale, ma il QB è già focalizzato al match di dopodomani: “Sto bene, sono in clima playoff e non vedo l’ora di scendere in campo: in queste due settimane ci siamo allenati al meglio gestendo le energie fisiche e ricaricandoci a livello mentale, consapevoli che affronteremo una squadra ben diversa”.

Prima di parlare del match di domenica, però, veniamo a te: perché sei qui in Italia? Cosa ti ha convinto ad accettare l’offerta degli Skorpions?
“Sarò sincero: come diciamo negli USA sentivo che stavo finendo la benzina. Non sapevo se avrei continuato a giocare a football, ma poi ho parlato con coach Holt e ho sentito dire solo cose positive dell’Italia e degli Skorpions. Prima d’ora non avevo mai giocato fuori dagli States e mi sono detto che se avessi rifiutato non ne avrei più avuto occasione. Poi, mentre decidevo, mi sono arrivate le chiamate di Enzo (Petrillo, ndr) e di molti altri ragazzi tra cui Nicholas (Principi, ndr) e Pietrone (Limido, ndr): lì mi sono convinto e ad oggi non ho alcuni dubbio nell’aver fatto la scelta giusta”.

Possiamo dire che il football in America e il football in Italia sono praticamente due sport diversi? Come ti stai trovando a livello di gioco qui?
“Indubbiamente è così, ma perché negli USA si vive letteralmente per il football, a differenza dell’Europa in cui sono altri gli sport più in voga. Di certo, però, la prima cosa che ho trovato qui è una passione unica e sfrenata, diversa rispetto a quella statunitense: qui non ci sono certo i budget americani, ogni giocatori si danna l’anima lavorando tutto il giorno per venire ad allenarsi la sera e giocare nel weekend. È davvero una cosa pazzesca. Il senso di famiglia che c’è in casa Skorpions è poi fantastico perché questi ragazzi, a maggior ragione in campo, farebbero qualsiasi cosa per un compagno”.

E su Varese a livello generale cosa puoi dirci?
“La amo, è una città perfetta: né troppo grande né troppo piccola, offre mille opportunità diverse ogni giorno, il centro è davvero accogliente, le persone sono cordiali e ogni giorno faccio nuovi incontri. Poi il caffè che avete qui è una cosa pazzesca, ne vado matto! Per non parlare degli aperitivi, del cibo e delle serate con i compagni. Gli italiani hanno davvero un bello stile di vita, sanno come godersela”.

Come vivi le tue giornate?
“Appena mi alzo mi piace andare a fare quattro passi in centro anche perché la tappa caffè non può mai mancare. Poi mi svago: tra passeggiate e giri al lago approfitto di ogni giorno per conoscere posti nuovi. Oltre a questo non può mancare l’allenamento in palestra e i momenti di tranquillità a casa guardando film. Quando non c’è allenamento la sera, invece, è l’occasione giusta per gli aperitivi e moment di condivisione con i compagni che ormai sono diventati amici. Altri sport? Sono cresciuto in una famiglia che ha il football nel sangue e ho sempre fatto solo questo. Mi piace però il golf e so che qui in Italia andate matti per il calcio: mi piacerebbe vedere una partita dell’Inter e so che domani sera i nerazzurri si giocheranno il trofeo più importante. Spero possano vincerlo”.  

Veniamo ora ai Rhinos: ci sono grandi aspettative per la prossima partita.
“Sì, e non potrebbe essere altrimenti. Ci siamo meritati sul campo la possibilità di giocare i playoff, ma sappiamo di dover fare ancora meglio. I Rhinos che affronteremo saranno ben diversi da quelli visti due settimane fa e l’avere un nuovo QB americano (Ashley Bailey, ndr) gli darà senz’altro motivazioni in più. Noi dobbiamo stare tranquilli, fare ciò che sappiamo limitando al minimo gli errori”.

Cosa vi ha insegnato il match di due settimane fa?
“Che ogni partita è diversa l’una dall’altra. Mi ricollego al discorso precedente: per noi era un dentro o fuori da vincere a tutti i costi e a livello mentale abbiamo dominato il match, anche perché loro erano da questo punto di vista più tranquilli. Domenica, invece, sarà un dentro o fuori per tutti. Che atteggiamento mi aspetto? Molta più aggressività soprattutto nei primi minuti e poi, avendo un QB nuovo, credo che sfrutteranno perlopiù le corse”.

Cosa hai pensato dopo la pesante sconfitta al debutto?
“Ero in Italia da poco e dovevo ancora ambientarmi: sapevo che avremmo incontrato subito la squadra più forte e lo hanno dimostrato. Al fischio finale ero sicuramente arrabbiato con me stesso, perché avrei potuto fare molto di più, ma ero già focalizzato sul prossimo match: sia quando vinco sia quando perdo, per come sono fatto tendo a pensare subito al futuro. L’intesa con i compagni? Migliora giorno dopo giorno. Chiaramente all’inizio abbiamo avuto delle comprensibili difficoltà, ma ci siamo aiutati a vicenda e il pacchetto di ricevitori che abbiamo è davvero ottimo. Possiamo fare grandi cose e poi, il fatto di esser stato a lungo l’unico import della squadra, mi ha dato parecchi stimoli”.

Cosa significa per te giocare per gli Skorpions?
“Sicuramente è una bella responsabilità perché so che tutti hanno alte aspettative nei miei confronti, ma è davvero bello essere qui. Il Franco Ossola è lo stadio più bello d’Italia e spero che domenica ci siano tanti tifosi sulle tribune: il loro sostegno è fondamentale. Coach Holt? So che ha cambiato la mentalità di questo gruppo ed è bello poter lavorare con uno come lui che vive intensamente il football e trasmette la sua passione a tutti facendo rendere ognuno al massimo. Per tutti questi motivi, e per la città di Varese, vogliamo compiere qualcosa di straordinario”.

Qual è il tuo sogno?
“Andare in Ohio e tornare con il trofeo. Difficile, ma non impossibile perché nei playoff tutto può succedere e dobbiamo ragionare partita per partita. Tolto il debutto con i Guelfi, ce la siamo giocata alla pari con tutti perdendo qualche match di troppo a causa di errori banali: il primo passo, però, consiste nel superare i Rhinos per tornare a confrontarci con i Panthers”.

A inizio settimana Sofia Petrillo ha detto che, pur da lontano, avrete il supporto di tutta la Flag. Vuoi fare anche tu un augurio alle ragazze impegnate nelle finali di Grosseto?
“Ogni tanto mi capita di parlare con lei, anche perché è un quarterback come me. Ovviamente il Flag è uno sport quasi completamente diverso dal football, ma è importante per insegnare le basi e il rispetto; credo che soprattutto per le ragazze sia stupendo giocarci e mi piace vederle in partita. Spero di ritrovarci domenica sera a festeggiare con un doppio importante risultato”.

Matteo Carraro

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