Tempo di bilanci in casa Campus Varese con coach Gabriele Donati che, a due gare dalla fine della stagione del campionato di Serie B, ragiona su quanto fatto dalla squadra, al primo anno del nuovo progetto targato Varese Basketball.

Coach, la stagione sta finendo ed è tempo di tracciare un bilancio su quanto fatto in campionato quest’anno..
“E’ chiaro che a differenza di quanto si sia abituati a vedere a livello senior, dove si cerca di vincere più partite possibili in qualsiasi maniera, qui si è lavorato con un altro obiettivo. E’ stato un messaggio magari difficile da far recepire ai ragazzi, soprattutto all’inizio, perché nello sport è bello vincere e quindi quando perdi è più complicato capire l’obiettivo di quello che stai cercando di portare avanti. Ci siamo dovuti confrontare con realtà importanti, rispetto allo scorso anno il livello del campionato, secondo me, era più basso ma in questa stagione ci sono stati dei picchi di alcune squadre clamorosi. Quest’anno c’erano 6-7 realtà che non centravano nulla con questo campionato: le due livornesi, Vigevano, Piombino, Legnano, Omegna e la Herons Montecatini della seconda parte di stagione, con cui è stato difficile confrontarsi e dare un valore alle sfide con loro. Quindi, al di là di queste considerazioni, io penso che i miei ragazzi abbiano fatto una stagione importante. Noi giochiamo con un 2006 con Assui che ha un ruolo da titolare da noi e tanti 2005. Nell’ultimo mese i miei senior sono stati Blair, che è un 2000 e Sorrentino che è un 2003, escluso ovviamente Allegretti che aveva un ruolo diverso. Questo fa capire il lavoro che c’è stato dietro tutto l’anno. Dobbiamo essere appagati di quanto fatto a livello di crescita personale, a livello di risultati potevamo avere qualche punto in più ma lavoriamo per cercare di portare a casa altri 4 punti in queste ultime due gare che mancano”.

Qualche soddisfazione, però, ve la siete tolta quest’anno. Tra le vittorie ottenute, quale l’ha soddisfatta di più?
“Sicuramente quella con Pavia a livello di prestazione globale della squadra. Ha ripercorso un po’ quello che  stato il lite motive della nostra stagione, fatta di gare con tanti break, positivi e negativi che fa parte del nostro dna di squadra giovane che gioca all’arrembaggio ma ha messo in mostra anche la maturità che negli ultimi due mesi abbiamo dimostrato in campo. Abbiamo fatto un girone di ritorno secondo me molto positivo, al netto di qualche passo falso evidente, ma ce la siamo giocati con quasi tutti. E’ chiaro che quando vai su campi complessi in trasferta diventa dura fare risultato, però abbiamo sempre provato a fare la nostra pallacanestro. I nostri obiettivi sono più singoli che di squadra e da questo punto di vista penso che una crescita ci sia stata. Quindi Pavia ma dico che anche la sconfitta con Piombino è stata una grande gara da parte nostra e se avessimo vinto non avremmo rubato nulla, anzi, sarebbero stati due punti meritatissimi dai miei ragazzi”.

Parliamo di un singolo, Zhao. Lui veniva da un anno in cui, a livello senior in CGold, aveva giocato poco. Quest’anno gli avete dato fin da subito un ruolo importante e lui ha risposto molto bene. Dove pensa sia maggiormente cresciuto, dove deve crescere ancora e se pensa che il suo futuro sia ancora qui a Varese in una B Interregionale il prossimo anno?
“Su quello che sarà il futuro di Wei penso di non essere la persona più adatta per poter fare una valutazione. Credo che lui abbia bisogno di giocare, di sbagliare e crescere su tanti aspetti del gioco. Chiaro che quando ha palla in mano è sicuramente un giocatore più performante ed efficace per il talento che ha. In difesa è cresciuto tanto, anche perché le indicazioni che gli davo erano soprattutto rivolte a questo. La sua taglia non lo aiuta, l’anno scorso Librizzi, che sapete bene tutti dove gioca, faceva fatica in B, per far capire che le categorie hanno un’importanza. Veniva spesso attaccato e designato come obiettivo dagli attacchi avversari. Quest’anno con Wei è stato uguale, anche se parliamo di due giocatori completamenti diversi sotto tantissimi punti di vista. Vedete Matteo dove gioca adesso, io auguro a Wei di arrivare ancora più in alto ma è chiaro che in difesa deve crescere molto, così come nel gioco senza palla. Per quello che fa con la palla in mano che dire: ha un ball handling incredibile, deve migliorare nel passaggio, inteso come tempi con cui far girare la palla. Credo che il fatto di non avergli fatto fare una CGold in maniera importante sia stato un errore, se posso permettermi di giudicare il lavoro altrui, perché gli avrebbe permesso di confrontarsi con un’altra categoria di giocatori e crescere ancora di più”.

Guardando al prossimo anno in una B Interregionale, con questo progetto, che stagione pensa possa vivere Campus Varese?
“Onestamente, parlando anche con gli addetti ai lavori, è difficile fare una valutazione su che tipo di campionato sarà da un punto di vista qualitativo. Io non so ancora cosa sarà del mio futuro, credo che per il Campus e per i ragazzi che hanno fatto parte del progetto quest’anno, il prossimo possa essere un’ulteriore tappa di crescita, per qualcuno più adeguata al suo livello per altri invece un po’ sotto gli standard personali a cui poter ambire. La società farà le sue valutazioni su giocatori e allenatore per trovare la collocazione migliore per tutti. Credo che però per giocatori come Assui o Bottelli, per fare due esempi, cresciuti tanto quest’anno, fare un B Interregionale da protagonisti possa essere una grande opportunità. Per Zhao, invece, magari la B Interregionale, parlando di quello che è tra i primi due realizzatori del girone, penso possa essere magari un campionato inferiore al suo livello”.

Mentre invece lei devi ancora decidere quale sarà il tuo futuro?
“Sì, non ho ancora parlato con nessuno in società. Il mio lavoro qui finisce il 30 giugno, al termine del campionato avremo una off-season importante, fatta di tanto lavoro per continuare a crescere. Poi su quello che sarà il futuro ci sarà tempo di parlarne per fare le valutazione più adeguate su quello che è stato e poteva essere. Se ci saranno le basi per continuare si proseguirà assieme, se no ognuno prenderà la propria strada”.

Alessandro Burin

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