Dopo sette anni passati sulla panchina della formazione di A1, Davide Kolec ha deciso di fare un passo indietro tra le fila amaranto. Il coach ha continuato il proprio lavoro nel mondo della Pallamano Cassano Magnago con la squadra di A2 Maschile e con le giovanili, non abbandonando una società che gli ha dato tanto.

Che sensazioni ti ha dato non essere più l’allenatore dell’A1?
“Ero arrivato alla fine di un percorso, quindi ero felice. Nell’ultimo periodo non la stavo vivendo bene ed ero troppo stressato. Dopo sette anni alla ricerca di risultati era diventato quasi monotono ed ho capito che era il momento di lasciare, sia per me sia per la squadra”.

Quali sono i momenti che ricordi con maggior affetto?
“I momenti più importanti sono stati quelli in cui stavamo ancora scalando una montagna, come quando ci siamo qualificati per passare in A1 con la vittoria contro Trieste sul loro campo. Poi c’è sicuramente la semifinale scudetto: la serie contro Bolzano iniziata con la vittoria davanti ad un PalaTacca gremito mi ha emozionato. Ad essere sinceri mi sono rimasti impressi più i rapporti che ho creato rispetto ai risultati”.

Passando a questa stagione: possiamo dire che l’anno fosse cominciato meglio delle aspettative?
“Di sicuro la prima parte di campionato è stata buona. Per la squadra che è stata costruita, con tanti giocatori tornati a giocare dopo uno stop dalla pallamano, era molto competitiva”.

Per buona parte del campionato siete rimasti in zona playoff lottando alla pari con tutti, qual è la forza di questo gruppo?
“La nostra forza è data dal valore dei singoli giocatori: sono degli ottimi interpreti per l’A2. Se fossimo sempre tutti a disposizione, con allenamenti e spirito di sacrificio, saremmo tranquillamente una squadra tra le prime quattro del campionato”.

Nelle ultime uscite avete faticato, a cosa è dovuto questo calo?
“Semplicemente ci stiamo allenando di meno, con minor concentrazione e voglia di prima, e questo si rispecchia in campo come è fisiologico che sia”.

Come ci si risolleva per tornare ai livelli di inizio anno?
“Dobbiamo iniziare a porci delle domande. Prima di tutto bisogna capire se abbiamo voglia di perdere tutte le partite o se, da qui alla fine del campionato, stringere i denti e finire queste sette partite mancanti in modo positivo”.

Con questa classifica, dove pensi di poter terminare il campionato?
“Con le premesse fatte prima bisogna distinguere tra prima ed ora: all’inizio della stagione avrei detto tra le prime quattro, mentre adesso ad essere realistici devo dire tra le prime otto”.

Quanto pensi di restare tra le fila amaranto?
“Io sono arrivato qui quando avevo 19 anni e Cassano è passata dall’essere una squadra dove sono giunto per caso, ad essere casa mia. Ora ho l’amaranto che mi scorre nelle vene. Ho un gran rapporto con tutto lo staff e la dirigenza, mi sento parte di questa società e, se ci sarà anche la loro volontà di continuare, proseguirò qui ancora per tanto tempo. Dopo aver visto le vittorie a livello giovanile, ora voglio vedere dei trofei anche dalla seniores, perché tengo tantissimo a questa società”.

Andrea Vincenzi

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