Di origine friulana, è approdato a Castano Primo agli inizi di settembre, dopo una breve parentesi estiva alla Tritium Calcio. Stiamo parlando di Gianluca Stiso, centrocampista classe 1996 che ha portato in neroverde la sua personalità e qualità in mezzo al campo, unita alla sua spiccata vena offensiva. Di preferenza mezzala, ma all’occasione anche regista, ha alle spalle un percorso tra club di Eccellenza e Serie D, quali Sacilese, Fontanafredda, Lignano e, proprio l’anno scorso, Tamai, squadra che ha trascinato ai playoff nazionali con le sue ventiquattro reti stagionali.

In questo girone di andata, che lo ha visto anche costretto a uno stop di cinque giornate, ha siglato la vittoria contro l’Ardor ed è andato a segno anche contro Meda e Vittuone, partita, quest’ultima, in cui sono arrivati gli ultimi tre punti di questa prima metà di campionato. Diciannove quelli totali messi da parte dalla truppa di Garavaglia, che come risuona chiaramente nelle parole del centrocampista, punta ad aumentare i giri del motore per scattare ai nastri di partenza del girone di ritorno, che prenderà il via il 14 gennaio.

Cominciamo da te e dalla tua carriera in Friuli. Cosa puoi raccontarci di quegli anni e delle esperienze vissute?
“Ho iniziato nelle giovanili dell’Udinese, giocando poi nella Beretti e negli Allievi Nazionali del Portogruaro, che allora militava tra Serie B e C. Da lì, sono passato alla Sacilese e al primo anno mi sono alternato tra Juniores Nazionale e Prima Squadra in D, esordendo contro il Dro. Sicuramente è stato un percorso che mi ha aiutato tanto a crescere, perché quando fai settori giovanili di un certo spessore, impari molto e conosci tante persone pronte a darti una mano. Anche le esperienze tra Sacilese e Fontanafredda mi hanno lasciato un buon bagaglio. Alla Sacilese, alla mia primissima esperienza con i grandi, ho trovato un allenatore fantastico, Zironelli, e dei compagni fortissimi con cui ho condiviso tante cose, tra cui l’appartamento. È stato sicuramente uno step importante per la mia crescita, sia come giocatore che come persona, visto che era la mia prima volta lontano da casa. A Fontanafredda ho probabilmente vissuto la mia migliore stagione in D, realizzando sette gol da mezzala fuori quota, quindi direi che sono state esperienze molto positive”.

L’anno scorso, al Tamai, una stagione da record con 24 gol all’attivo. Raggiungere un traguardo del genere vuol dire non sbagliare mai un colpo. È andata così?
“Nell’idea di gioco del mister, le mezzale dovevano inserirsi tanto, quindi mi capitava spesso di trovarmi in area. È stato un anno fantastico che ricorderò per sempre come uno dei migliori, non solo per i miei numeri ma anche per il gruppo. Spesso ci si dimentica di parlare di queste cose, ma per un calciatore l’ambiente fa tanto e lì ho trovato delle condizioni ottimali che mi hanno permesso, insieme ai compagni, di realizzare tutti quei gol. Diciamo che una mia caratteristica consiste proprio nell’interpretare il mio ruolo in chiave offensiva, visto che mi piace molto entrare in area e stare vicino alla porta. Oltretutto da piccolo ero attaccante, per cui deve essermi rimasto quell’istinto (ride, ndr)“.

Quest’estate il tuo arrivo in terra lombarda, facendo tappa alla Tritium per qualche settimana prima del “sì” alla Castanese. Cosa ti ha portato a questo cambiamento?
“Con la Tritium ho fatto la preparazione e giocato una gara di Coppa Italia più uno spezzone della prima gara di campionato. Avevo iniziato bene, segnando quattro o cinque gol fuori ruolo nel pre-season, ma per divergenze di vedute sulla mia funzionalità nel modulo di gioco le strade si sono separate. Da lì ho deciso di intraprendere un nuovo percorso alla Castanese, dove tra l’altro conoscevo già il direttore Tosca dall’anno scorso, e sono approdato per la seconda di campionato”.

Ne hai sottolineato prima l’importanza, quindi ti chiedo: che ambiente hai trovato in neroverde? Vista la tua duttilità in mezzo al campo, come ti sei inserito nello scacchiere di mister Garavaglia?
“A Castano ho trovato un gruppo fantastico in cui si sta bene. Mi hanno dato subito il benvenuto in modo molto caloroso e affettuoso, anche per la straordinaria ospitalità della componente argentina, che ha quel modo di farti sentire uno di loro. Nelle prime partite sono stato impiegato come mezzala, poi ho giocato anche come play, un ruolo che ho già ricoperto in D. Anche se per caratteristiche sono più propenso a fare la mezzala, non mi dispiace neanche fare il regista. Essere nel fulcro del gioco e toccare tanti palloni è sempre bello e da parte mia cerco sempre di mettermi a disposizione della squadra”.

Parliamo appunto della squadra. Il bilancio di metà stagione parla di cinque vittorie, quattro pareggi e otto sconfitte, con 27 gol fatti ma 34 subiti (che in entrambi i casi non sono pochi). Cosa si può migliorare?
“Io sono dell’avviso che se si fa tanti gol è sempre merito di tutti e se si prendono tanti gol è sempre responsabilità di tutti. Non mi piace usare le classiche etichette di attacco e difesa, perché ci si difende e si attacca tutti insieme. Evidentemente dobbiamo lavorare tanto, sia davanti, sia in mezzo, sia dietro, per correggere il problema. Noi in primis siamo dispiaciuti per questo dato, quindi servirà il contributo di tutti. Sono sicuro che anche i nuovi arrivati potranno darci una grossa mano in tal senso e che nella seconda parte di stagione potremo dire la nostra”.

Qual è stata la partita che vi ha dato più soddisfazione e quale, invece, quella per cui avete più rimpianti?
“Sarebbe troppo facile e banale rispondere a questa domanda con le cinque vittorie, ma dopotutto, per come sono arrivate e per l’applicazione messa in campo, sono state partite che ci hanno dato grosse soddisfazioni e che ci teniamo strette. Sicuramente abbiamo un po’ di rammarico per tutte le volte in cui abbiamo pagato per cali di attenzione o in cui avremmo potuto fare qualcosa in più. Sappiamo tutti che il bottino va migliorato e che dobbiamo andare a limare tutte quelle situazioni che non ci hanno permesso di ottenere più punti. Comunque, se proprio devo dire una partita che ci ha dato dispiacere, è la trasferta di Pavia: vincevamo 1-0 contro una squadra molto forte e stavamo tenendo bene il campo, ma poi è arrivato il loro pareggio nella ripresa. Poi c’è anche da dire che siamo incappati in un periodo sfortunato in cui non eravamo sempre al completo per squalifiche o infortuni. Di conseguenza, queste feste ci aiuteranno a recuperare tutti i tasselli e prepararci al meglio per il girone di ritorno, consapevoli di avere un gruppo solido che può stare più in alto”.

Ora che avete affrontato tutte le squadre e preso questa consapevolezza, a cosa punterete nello specifico nel nuovo anno?
“Sicuramente la volontà di tutti è di migliorare quanto fatto all’andata, perché navigare nelle zone basse della classifica è sempre fastidioso e non fa mai stare tranquilli. È proprio con la consapevolezza dei nostri mezzi che dovremo provare a risollevarci e tornare a gioire come in quelle cinque vittorie”.

E tu, in particolare, ti eri prefissato degli obiettivi?
“Mi piacerebbe ampliare il mio bottino per dare continuità alla scorsa stagione in termini realizzativi. Poi, un aspetto che mi interessa molto a livello personale, è di riuscire a fare più assist possibili su palle inattive. Dato che mi piace battere gli angoli e le punizioni, spero di poter essere un’arma in più per i miei compagni, in modo che possano essere felici per un loro gol. Dai più vecchi ai più giovani, abbiamo ottimi giocatori con cui è un piacere lavorare e passare le giornate al campo, quindi l’altro mio obiettivo più ampio è ovviamente quello di aiutare la Castanese a ottenere il posizionamento che merita”.

Silvia Alabardi

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