Un titolo ATP in singolare e quattro in doppio, best ranking ATP di 26 e 23 rispettivamente nelle due discipline, nove volte convocato a rappresentare i colori della svizzera in Coppa Davis: basterebbe questo a presentare Claudio Mezzadri.

Ex tennista professionista, attualmente commentatore su RSI oltre che coach, Mezzadri, nato a Locarno nel 1965, ha dedicato tutta la sua vita al tennis. Una passione, quello per questo meraviglioso sport, che continua ad ardere nel cuore dell’elvetico che ha da poco avviato il suo nuovo progetto M3 Tennis Team sui campi dello Sporting Club Saronno. Prima di incontrarlo e porgergli qualche domanda, però, ci siamo fatti introdurre la sua figura da chi il progetto lo sostiene, con tanta passione ed una vision a lungo termine, ovvero Maurice Husband (aiutato dal figlio Philip, ndr): “Partiamo dal presupposto che il progetto di M3 Tennis Team non parte in modo casuale. La progettualità che lega me e due figure importanti del circolo saronnese come Antonio Altobelli (direttore tecnico, ndr) e Danilo Gusella (presidente, ndr) ci ha portato a ragionare in grande per poter portare lo Sporting in pochi anni verso la massima serie del tennis italiano. Proprio per questo abbiamo pensato che ci fosse bisogno di qualcuno che facesse crescere i nuovi tesserati giovani con una certa mentalità e una certa preparazione, ma che allenasse anche chi c’era già per farlo migliorare ulteriormente. Tramite Antonio, dunque, abbiamo contattato Claudio che da subito mi è parso professionista serio e preparato. Piano piano abbiamo cominciato una collaborazione proficua che sta facendo crescere i nostri ragazzi. Il nostro è un team d’elite, è più grande lo staff che il gruppo di atleti (ride, ndr), per far capire in che modo e con che qualità e serietà vogliamo fare le cose. I progetti seri hanno forti fondamenta e non bisogna costruirle con fretta”.

Una presentazione totalmente in linea con quello che è il profilo dell’ex tennista svizzero. Ancora una volta lo Sporting Club Saronno si posiziona come un club di alto profilo, portando Claudio Mezzadri a lavorare stabilmente sui suoi campi. Con lui, che abbiamo avuto il piacere di poter intervistare, abbiamo toccato vari temi: dalle tappe più importanti della sua vita e carriera all’attuale voglia di mettersi in gioco con M3 sui campi di un circolo prestigioso della nostra provincia.

Iniziamo proprio dagli albori della tua carriera: come ti sei avvicinato al tennis e come hai capito che poteva veramente essere una parte importantissima della tua vita?
“Sono nato in una famiglia sportiva al 100%. Mio padre è stato calciatore in Serie A negli anni ’50 e una volta finita la carriera, ha cominciato ad allenare. Proprio dalla Svizzera ha ricevuto una proposta di lavoro e lì si è trasferito, ed è per questo che sono nato a Locarno. Mio padre era, inoltre, molto appassionato di tennis e dopo aver terminato la carriera era anche diventato maestro. Io sono nato e cresciuto tennisticamente con lui, che mi ha accompagnato spesso anche per tornei. Con lui ho imparato i veri valori dello sport come la dedizione al lavoro, la passione sana, la disciplina e il rispetto degli avversari. Grazie a questa mentalità sono sempre stato a mio agio in campo e più crescevo, più ero consapevole dei miei mezzi. Ci sono stati dei sacrifici economici da fare ma la carriera che ho fatto mi ha lasciato tanti bei ricordi e momenti indelebili che mi hanno ripagato di tutti gli sforzi fatti”.

Ecco, mi hai servito un assist al bacio. Quali sono i momenti della tua carriera che ricordi con maggior emozione?
“Senza dubbio il momento più alto della mia carriera, sia dal punto di vista sportivo ma anche emotivo, è stata la vittoria del torneo ATP di Ginevra. Quando ho trasformato il match point in finale ho capito di aver fatto qualcosa di straordinario, che avevo sempre sognato. È ciò che ti ripaga, come dicevo prima, dei sacrifici fatti e del lavoro svolto. Purtroppo è rimasto l’unico titolo in singolare, a cui però ne posso affiancare quattro in doppio. Ho poi battuto tanti giocatori in Top10 ATP, mi sono qualificato due volte per i quarti di finale nel torneo di Roma e ho partecipato alla spedizione della finale di Coppa Davis del 1992 contro gli Stati Uniti. Un ‘avventura, quella nel professionismo, che forse sarebbe potuta durare di più (si è ritirato nel 1993, ndr), ma che mi porterò sempre con me per le emozioni che mi ha trasmesso”.

La Coppa Davis, poi, è qualcosa che ricorre nella tua carriera. Prima la finale da giocatore nel 1992, poi capitano nel 1999…
“La Davis è sempre la Davis (sorride, ndr)! È stata per me un’opportunità unica quella di poter essere capitano della squadra svizzera in quell’annata. Sono orgoglioso di aver fatto esordire nella massima competizione mondiale di tennis a squadre una leggenda senza tempo come Roger Federer. Stare vicino a lui in quei momenti, negli anni della sua formazione, è stato un privilegio. Ci sentivamo spesso, si confidava con me e mi vedeva come un riferimento per il ruolo che ricoprivo. Questo è sicuramente un altro ricordo bellissimo che il tennis mi ha permesso di avere”.

Arriviamo adesso, facendo un bel salto, a Saronno. Spiegaci qualcosa di più del progetto M3 Tennis Team
“Dopo la carriera tennistica c’è sempre quel desiderio di allenare e formare nuovi giocatori. Negli anni ho sempre voluto rimanere nell’ambiente. Mi piace commentare le partite e mi permette di vivere il circuito ATP da una prospettiva diversa, ma mi piace anche dare il mio contributo sul campo e trasmettere la mia esperienza ai futuri tennisti. Ho sempre cercato un club che facesse le cose sul serio e questo ambiente l’ho ritrovato allo Sporting. Devo dire grazie al vero patrocinatore del progetto che è Maurice Husband, ma devo ringraziare anche il club in tutte le sue figure di riferimento per come mi hanno accolto e per la disponibilità che mi dimostrano quotidianamente. Sul campo ci impegniamo tanto, ho a disposizione un gruppo di ragazzi seri, talentuosi e che soddisfano certi requisiti tecnici e attitudinali. Voglio aiutare la crescita del club e dei ragazzi”.

Come anticipato in fase di introduzione hai a disposizione uno staff nutrito e preparato
“Decisamente. Insieme a me c’è un altro istruttore e socio, Moacir Santos che mi dà supporto quotidianamente nel lavoro sul campo. Fanno parte dello staff anche: Christian Perone (preparatore fisico che opera come consulente, ndr), Luca Poidomani (preparatore fisico, ndr), Claudia Casson (osteopata, ndr), Olivera Zajelac (nutrizionista, nelle sue esperienze anche l’AC Milan, ndr) e il Dottor Francesco Izzo (fisioterapista e titolare della I-medica, struttura all’ avanguardia nel velocizzare il recupero degli sportivi). Insomma uno staff completo, variegato e di alto livello che ci permette di svolgere al meglio il lavoro con i ragazzi”.

M3 è nato da poco e si sta ancora assestando, ma quali sono le ambizioni che avete per il futuro?
“Hai detto bene, stiamo ancora mettendo le basi per un lavoro continuativo e minuzioso. Per quello che riguarda il futuro non voglio guardare troppo avanti. Abbiamo un gruppo ristretto di ragazzi sia perché facciamo un’accurata selezione, ma anche perché la struttura dello Sporting non ci permette di allargarci chissà quanto. Al momento stiamo portando avanti un lavoro in cui vogliamo alzare l’asticella dell’attenzione e della mentalità ogni giorno. Un ragazzo come Lucio Carnevalle ne è l’esempio, con noi sta crescendo tanto (al momento è 1083 ATP, ndr) e non è l’unico che si contraddistingue per talento e determinazione. Non facciamo troppi proclami lavoriamo a testa bassa e ci toglieremo tante soddisfazioni di concerto con il circolo”.

Filippo Salmini

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