Più o meno due anni fa lasciava la Pallacanestro Varese dando le dimissioni dal ruolo di General Manager dopo il fragoroso -40 subito in casa dai biancorossi contro la Reggio Emilia dell’ex Attilio Caja.

Oggi, è pronto a presentarsi all’Itelyum Arena con la sua Vanoli Cremona, riportata in Serie A al primo colpo e che precede i biancorossi in classifica di due punti.

Andrea Conti arriva così alla sfida di domenica 3 dicembre alle ore 19:00 a Masnago, in quello che per lui, però, più che un ritorno da avversario è un ritorno dolce in un luogo che per tanto tempo ha chiamato casa, sia da giocatore che da dirigente.

Quali sono le emozioni di tornare a Varese dopo due anni?
“Sicuramente una grande emozione, ma lo era anche prima di iniziare a fare il dirgente a Varese, una società ed una città che porto e porterò sempre nel cuore e di cui sono grande tifoso. Ho un grande attaccamento alla Pallacanestro Varese, non solo per la mia storia personale ma anche per quella di mio fratello. E’ un po’ una seconda casa per me. Ho solo belle parole ed un grande senso di attaccamento”.

L’anno scorso nel disatro della penalizzazione, legato, al caso Tepic il suo nome è stato preso di mira da molti come quello di uno dei responsabili. Poi le carte e tutto quello che è uscito ha delineato il reale stato dell’arte dei fatti. Lei non ha mai detto nulla a riguardo, ad oggi cosa si sente di dire in merito a tutta quella vicenda?
“Onestamente, quando succedono queste cose, c’è sempre la caccia al colpevole. Essere tacciato come colpevole di tutto mi ha fatto molto male dal punto di vista personale, con una premessa particolare: io sulla vicenda Tepic ho la responsabilità di aver firmato il giocatore con un biennale, però allora fu una scelta fatta su una richiesta particolare anche dell’allenatore. Quando poi è stato transato il contratto dopo pochi mesi, facendo anche risparmiare la società, che se no si sarebbe gravata del costo di due anni di contratto, si è cercato di salvare il salvabile, in quanto il giocatore non sarebbe mai andato via gratis e la società cercava di risparmiare il più possbile ma alla fine è il debito quello che rimane ed i debiti vanno onorati, punto e basta. L’aver detto che nessuno sapeva niente è una scusa che è morta lì, perchè poi le carte hanno dimostrato la verità; ovvero che il debito andava pagato e la società era a conoscenza di tutto. Purtroppo la verità la si sa sempre all’interno, la gente poi parla tanto per. Non voglio andare oltre perchè ormai la cosa è finita, però mi ha dato molto fastidio perchè da quando sono andato via ad ottobre 2021 fino al lodo esecutivo chi è che c’era in società? Qualcuno sapeva benissimo, anche perchè la FIBA manda periodicamente le comunicazioni in merito a questi fatti”.

A Varese ha vissuto anni a livello di disponibilità economiche e di risorse davvero difficili con anche il covid di mezzo. Guardando ad oggi ed alla società attuale, che ricerca con forza la sostenibilità ed il pareggio di bilancio, a fronte di una situazione sportiva che probabilmente avrebbe bisogno di un intervento sul mercato, le chiedo quanto sia difficile fare una scelta in questo momento tra l’aprire un debito subito o rischiare e magari ritrovarsi poi a fine anno con problemi ben maggiori, soprattutto a livello sportivo, ed intendo un’eventuale retrocessione?
“Le scelte in queste situazioni sono davvero complicate. Bisogna trovare sempre un equilibrio tra la sostenibilità della società, che è fondamentale, ed i risultati sportivi. A volte, è brutto dirlo, è meglio fare un passo indietro che due in avanti e poi non riuscire a pagare i giocatori. Serve avere una società solida all’interno che non ascolta gli umori della piazza e cerca la sostenibilità. A Varese però l’ambiente esterno è fatto di grandi aspettative e competenze e forse si vive un po’ troppo di ricordi della Varese dei grandi successi. Rimane tutto nella storia della società che però deve scontrarsi con l’aspetto economico e finanziario attuale. Poi, sotto la mia gestione, abbiamo dovuto affrontare una situazione devastante tra la sospensione del campionato e il covid, davvero difficile, che ci ha portato ad una ricerca quotidiana di risorse, e qui voglio citare persone come Castelli, Boggio, Crocella, Bulgheroni ed anche Rasizza, che hanno tenuto in piedi la società”.

A proposito di società, che idea si è fatto della questione Pelligra?
“Leggendo di qua e di là, mi sembra che l’ingresso in società di queste persone sia fondamentalmente legato al loro business. Capire poi quanto effettivo interesse possano avere loro della Pallacanestro Varese in senso di società storica della pallacanestro italiana non è semplice. A Varese è fondamentale il senso di appartenenza e di attaccamento al club, una cosa che il Consorzio Varese nel Cuore ha ed ha avuto, il cavalier Rasizza l’ha sempre avuto, la famiglia Bulgheroni ed i Castiglioni prima, anche. Ecco, bisogna secondo me capire davvero quanto attaccamento hanno alla squadra ed alla società, al di là poi delle risorse che possono portare o meno. Questo conta tantissimo perchè poi lo trasmetti ai tifosi”.

Da quando è andato via ha avuto modo di sentire Toto Bulgheroni?
“Sì, ci siamo sentiti qualche volta, mi ha anche fatto i complimenti per la promozione lo scorso anno”.

Andando sulla partita di domenica, voi arrivate forti di un ottimo inizio di campionato, soprattutto rispetto al ruolo di neo promossa, contro una Varese reduce da una sconfitta molto pesante a Brescia. Che partita si aspetta?
“Siamo consapevoli dei nostri mezzi e del fatto che dobbiamo raggiungere la salvezza il prima possibile. Le prime sensazioni sulla squadra ci avevano dato grande fiducia già quest’estate, perchè il gruppo degli italiani che ci portiamo dietro dallo scorso anno è sano ed è punto di riferimento poi per gli stranieri che si sono aggiunti quest’anno. Poi è chiaro, dire quello che faremo e succederà è difficile, il lavoro in palestra dell’allenatore però sta pagando tantissimo. Sicuramente domenica mi aspetto un clima infuocato, mi farebbe piacere vedere un bel palazzetto pieno dopo, purtroppo, averlo vissuto praticamente sempre vuoto a causa delle restrizioni. Sappiamo che loro avranno molta voglia di rifarsi dopo la batosta di Brescia che porterà sicuramente una reazione, anche se immagino Varese avrà un bel po’ di pressione. Dovremo essere bravi a non farli correre con la voglia di cercare di vincere”.

Alessandro Burin

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