A mercato quasi ultimato ha preso parola il DS della Cuassese Roberto Prini, che si è detto soddisfatto dell’operato in questa sessione, agevolato da una politica societaria che ha esaltato le proprie capacità di lavorare con i giovani.

Quello di quest’anno è stato un mercato estremamente movimentato. L’abolizione della regola sui fuori quota ha dato il via a tante squadre per tornare a trovare colpi a effetto: quanto è stato difficile muoversi all’interno di questa sessione?
“È stato abbastanza difficile, ma devo dire facile allo stesso tempo: noi abbiamo adottato una politica diversa e in controtendenza. L’abolizione dei fuoriquota ha permesso a tante squadre di rivolgersi a giocatori importanti, mentre noi abbiamo ridotto del 30% il budget rispetto allo scorso anno puntando su giovani dal 2004 fino al 1996. Avevamo l’obiettivo di creare una squadra diversa, con una progettualità ben studiata e programmata: sapevamo cosa sarebbe successo senza i fuoriquota e ci siamo mossi con criterio, creando una rosa basata sull’idea di gioco del mister. Vogliamo creare uno spirito, un entusiasmo e una voglia di fare gruppo che possa darci ragione nel medio-lungo termine”.

Come esce la Cuassese da questo mercato?
“Esce ringiovanita e rinforzata. In questo mercato alcuni giocatori esperti hanno smesso o hanno cambiato società e noi abbiamo rinforzato tutti i reparti. Per costruire la squadra abbiamo cercato di mettere un tassello dopo l’altro, stando attenti all’equilibrio sia in spogliatoio che in campo. Saremo in grado di giocare con più moduli, potendoci adattare alle idee del mister. L’idea è far si che i ragazzi giochino da noi perché vogliono restare a Cuasso e non per i soldi”.

La maggior parte dei vostri acquisti è rappresentata da ragazzi giovani, come ti trovi a lavorare con questa filosofia?
“Visti i miei trascorsi alla Valceresio, della quale sono stato DS del settore giovanile per tanti anni, mi sono trovato bene perché conoscevo tutti i giocatori dal ’98 fino al 2006. Ho preso dei ragazzi che ho avuto alla Valceresio e che sarebbero arrivati tranquillamente in Prima Squadra. Lavorando con i giovani bisogna saperli aspettare perché c’è chi matura prima e chi ha bisogno di più tempo: vivendo quel settore per tanto tempo sono sicuramente stato agevolato e ho scelto Cuasso proprio perché sapevo che avrei trovato una progettualità basata sui giovani”.

Avete confermato una buona parte della rosa della passata stagione, credi che possa essere un’annata in cui arriveranno risultati migliori?
“L’anno scorso la Cuassese ha pagato lo scotto dell’inesperienza: tanti ragazzi erano alla prima esperienza da titolari in Prima Squadra. Quest’anno sarà la volta di altri ragazzi, ma abbiamo anche preso giocatori che hanno già vissuto queste categorie e abbiamo confermato giocatori pronti. Questo sarà un campionato molto difficile: la Valceresio è la netta favorita, ma anche la Jeraghese è ben attrezzata”.

Cosa possono portare i nuovi innesti a questa squadra?
“Qualità, non posso parlare di esperienza, ma posso dire capacità di saltare l’uomo. In un campionato difficile e equilibrato, avere in squadra giocatori che creano superiorità numerica è importante. Noi abbiamo ragazzi in grado di farlo esaltandosi nel gioco di squadra”.

Quali saranno gli obiettivi stagionali?
“Sto leggendo, con grande curiosità, che tante squadre vogliono salire, quindi per noi l’obiettivo sarà la salvezza. Davanti a così tante formazioni che vogliono fare bene, non posso azzardare altre previsioni: noi abbiamo una logistica complicata, non abbiamo un settore giovanile esclusa la Juniores e non possiamo offrire grandi rimborsi. Per venire a Cuasso bisogna volerlo, quindi principalmente sono ragazzi che vogliono un riscatto o trovare spazio. L’esempio è dato da Franzetti: a oltre quarant’anni è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene e ha l’entusiasmo di un ragazzino. Se la Cuassese farà meglio di queste squadre potrò dire che siamo stati bravi”.

Andrea Vincenzi

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