Battesimo di fuoco, match della consapevolezza e passettino indietro: questo il riassunto essenziale della prima parte di stagione degli Skorpions Varese sconfitti da Guelfi Firenze e Panthers Parma con, nel mezzo, la bella vittoria sui Mastini Verona.
I grigiorossi, sul record di 1-2, si apprestano alla quarta uscita stagionale domenica 16 aprile alle ore 14.30 al “Franco Ossola” di Varese contro gli Stainless Steel Warriors Emilia per centrare la prima vittoria casalinga del campionato, pareggiare il record e rilanciare la propria candidatura ad un posto playoff. “Nelle ultime due settimane ci siamo allenati intensamente – esordisce Pietro Limido, uno dei capitani Skorpions –. Pur avendo di mezzo il weekend di Pasqua, il ritmo e l’intensità trasmessa da coach Holt non sono mai mancati: siamo pronti a scendere in campo”.
Prima di guardare a domenica, però, riviviamo un attimo il cammino fin qui: cos’è mancato a Parma?
“Contro i Panthers siamo arrivati con grande entusiasmo, ma ci è mancata la consapevolezza. Il risultato è discretamente bugiardo perché le statistiche mostrano altro: in più occasioni abbiamo conquistato parecchie yard, ma non siamo riusciti a segnare forse per mancanza d’esperienza nei momenti chiave. All’intervallo eravamo sotto 7-0 con un field goal sbagliato e una mia ricezione, su cui sono caduto, che avrebbe potuto portare ad un guadagno maggiore avvicinandoci alla endzone. Purtroppo, fin qui, siamo stati abbastanza altalenanti in attacco alternando ottimi drive a situazioni in cui l’Offense non gira a dovere. Ci sono anche mancati alcuni giocatori chiave, tra cui l’import in difesa che, a questi livelli, fa ancora la differenza; non a caso i loro touchdown sono arrivati dal QB americano e dalle portate del RB statunitense; detto questo, niente alibi e sotto con la prossima”.
Al netto di questo, dai Guelfi a Parma, due squadre di media-alta classifica, ci sono stati importanti passi avanti.
“Sì e ci fa piacere che questo venga riconosciuto. Esordire contro i campioni in carica, gente che da anni abita in questa categoria e con tre stranieri di livello assoluto, non era facile; l’abbiamo pagata, pur riuscendo a tratti a far vedere qualcosa. Non dimentichiamo che i Panthers due anni fa hanno vinto il campionato: vero che abbiamo perso, ma come detto in precedenza siamo sempre stati in partita riuscendo a metterli in difficoltà. Dobbiamo proseguire su questa linea, continuando a migliorare giorno dopo giorno”.
A tal proposito, visto che siete un gruppo giovane, come avete vissuto il passaggio in Prima Divisione?
“Per tanti questa è la prima esperienza e pochi, oltre a me, hanno già avuto modo di giocarci: contandoli credo che non arriverei a dieci. Con un gruppo così giovane è inevitabile pagare lo scotto iniziale ma, tenendo un occhio ben saldo sul presente, dobbiamo guardare al futuro, a ciò che possiamo diventare. E se guardo avanti non posso che essere ottimista: la squadra è solida, ci sono ottimi prospetti, tanti ragazzi nel giro della Nazionale ad ogni livello e il fattore esperienziale, con quel pizzico di malizia che non guasta mai, non potrà che crescere di anno in anno. Con coach Holt, poi, questo processo è velocizzato”.
Dalla Seconda Divisione alla IFL cosa cambia?
“Velocità. Grazie al lavoro di Holt eravamo in qualche modo preparati visto che il suo programma di allenamenti è lo stesso che usava negli USA: non è un caso che, fin qui, non abbiamo mai chiuso una partita in debito d’ossigeno. Chiaramente in una partita ti confronti con degli avversari e qui torniamo al discorso di prima: ci troviamo davanti giocatori fortissimi, import eccellenti e squadre ben allenate che sanno metterci in difficoltà”.
Da capitano come ti rapporti con gli altri?
“Io cerco di fare da chioccia, di essere il collante con i giovani. Coach Holt pretende giustamente da noi capitani tanto impegno, non solo a livello di presenza e di prestazioni, ma anche e soprattutto di incitamento. Spirito di gruppo e partecipazione non devono mai mancare e su questo riconosco che tutti noi stiamo dando il massimo”.
Veniamo finalmente a domenica: i Warriors hanno un record negativo di 0-3, che partita ti aspetti?
“Consentimi di dire che è un record menzognero perché nelle prime tre giornate hanno affrontato Ducks, Guelfi e Pathers. Li abbiamo comunque studiati bene e, sulla carta, sono alla nostra portata; per certi versi siamo due squadre simili anche se loro sfruttano più i lanci rispetto alle corse perché hanno un ottimo passing game. La chiave del match? Potrebbe essere il nostro gioco di corsa: l’attacco dovrà macinare yard restando in campo quanto più tempo possibile per far riposare la difesa e consentirgli di performare al meglio quando chiamata in causa”.
L’obiettivo di domenica è vincere, ma se dovessimo guardare più avanti? Quali sono le aspettative sul campionato?
“Se ne avessimo parlato a metà febbraio forse avrei dato un’altra risposta. Ad oggi dico che il nostro obiettivo non deve cambiare: non vogliamo essere una comparsa. Lo abbiamo dimostrato nelle prime tre uscite, ma siamo chiamati a fare ancora meglio: i playoff sono alla nostra portata e vogliamo arrivarci”.
Matteo Carraro