Idee chiare, competenza e… risultati. Giornata dopo giornata la Varesina ha spazzato via qualsiasi dubbio potesse esserci sul proprio valore, confermandosi una squadra d’alta, altissima, classifica. Lo ha fatto soprattutto a suon di gol, ben 41, guardando dall’alto insieme al Siracusa (Girone I) tutta la Serie D. Gran parte del fatturato è arrivato dagli ormai famosi “quattro tenori”: Marco Gasparri (8 gol), Marcelo Orellana Cruz (8), Vincenzo Vitale (6) e Carlo Manicone (6) hanno dimostrato fin da subito di esaltarsi nel 4-2-3-1 disegnato da Marco Spilli che, a sua volta, si sta confermando sempre più come tecnico di categoria.

Classifica alla mano, il secondo posto non rende quasi giustizia al cammino di una Varesina che anche e soprattutto a livello di gioco sta incantando la categoria. Certo, i giri a vuoto ci sono stati (ed è normale che ci siano), ma i rossoblù sembrano anche aver trovato quella maturità che fino alla scorsa stagione era sempre stato il tallone d’Achille. Prendiamo in esame l’ultima partita: al netto della “tradizionale” maggior fatica che si fa con le squadre di bassa classifica, la Varesina ha rischiato di gettare al vento tre punti fondamentali contro il Ponte San Pietro, e forse in passato sarebbe stato così. Questa volta, invece, al termine di una partita pazza sono state proprio le Fenici a spuntarla con un pirotecnico 4-5 in esterna che dimostra la capacità, soprattutto mentale, di far fronte alle difficoltà. Nulla da togliere, ovviamente, al cammino altrettanto splendido dell’Arconatese che non è certo lassù a +5 per caso: pur segnando molto meno (27) gli oro-blu vantano una miglior difesa rispetto a quella della Varesina (15 reti al passivo contro 25).

Il percorso delle Fenici assume ancor più valore se si pensa all’infinita striscia di infortuni che ha falcidiato (e sta falcidiando) la rosa di Spilli. Nonostante ciò la qualità del gioco non è mai venuta meno, anche nei casi in cui hanno trovato spazio le “seconde linee” (posto che lo stesso tecnico ha ribadito che “tutti sono titolari“): aspetto ravvisabile in Coppa Italia, altra competizione in cui la Varesina ha stupito tutto e tutti centrando l’accesso ai quarti di finale (traguardo mai raggiunto prima) dove affronterà l’Union Clodiense Chioggia. Oltretutto la Varesina è “avvantaggiata” dalla possibilità di attingere elementi da un vivaio decisamente florido (costruito con impegno nel corso degli anni), che sta a sua volta raccogliendo i frutti grazie all’ottimo campionato della Juniores Nazionale di Alessandro Marzio e ai buonissimi risultati di tutta la filiera.

Prima di concedersi una pausa per Natale, però, ci sanno altre due fermate. E che fermate. Domenica prossima (17 dicembre) la Varesina riceverà il Brusaporto per poi far visita (mercoledì 20) al Piacenza: due corazzate d’alta classifica, due big match che se da una parte potrebbero far sprofondare le Fenici al sesto posto (classifica comunque corta nelle prime sei posizioni) dall’altra potrebbero sottoscrivere quanto detto fin qui e rilanciare le ambizioni rossoblù. Il Brusaporto, reduce dal 4-0 sulla Clivense, spera di aver spazzato via la “mini-crisi” dopo la debacle per 6-1 a Piacenza e il ko interno (1-2) con il Ponte San Pietro; il Piacenza, invece, sulla carta doveva rullare il campionato fin dall’inizio, ma i biancorossi hanno fin qui vissuto una stagione di alti e bassi (pur essendo reduci da sei risultati utili consecutivi).

Due partite che si presentano da sole e che, soprattutto, si “preparano da sole” a livello emotivo: poi toccherà far parlare il campo e, in questo, la Varesina non si è mai tirata indietro. Anzi. Dove può arrivare quindi la Varesina? Presto per dirlo anche perché, come sempre ribadito, “L’obiettivo è la salvezza“. Tra sette punti potremmo esserci (chissà che a Natale non ne manchi solo uno): poi ci sarà da divertirsi. Ancora di più.

Matteo Carraro

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