È un momento a dir poco importante in casa Pallacanestro Varese. Il primo spartiacque della stagione si avvicina, la sconfitta contro Tortona di lunedì all’ultimo secondo ha lasciato strascichi psicologici importanti sul gruppo biancorosso che domenica 8 gennaio alle ore 17.00 cerca il blitz sul campo di Brindisi per agguantare un traguardo che manca da quattro anni in casa OJM.

Vincere in Puglia per rialzarsi dopo 4 sconfitte nelle ultime 5 partite, superando la fase più critica di stagione finora in casa biancorossa, coincisa con l’infortunio di Justin Reyes. Una situazione che analizziamo con il Team Manager biancorosso, Massimo Ferraiuolo.

Dove pensa Varese abbia perso la partita domenica?
“È facile dire che l’abbiamo persa negli ultimi possessi non scegliendo bene come sfruttare l’ultimo tiro o commettendo un fallo evitabile. La verità è che invece, forse, abbiamo perso il match nel momento in cui abbiamo avuto qualche blackout di troppo quando eravamo in controllo. Del resto però sappiamo che noi siamo questo tipo di squadra qui, sia nel bene che nel male. Un gruppo a cui è difficile chiedere di gestire i vantaggi o alcune situazioni che se cerca di snaturarsi fa più male che bene a se stesso. Questo atteggiamento porta ad avere, all’interno della partita stessa, momenti di grande positività e altri di difficoltà. Questo siamo, questo abbiamo scelto di essere e ne prendiamo pregi e difetti”.

Vedendo l’ultimo quarto con Tortona è sembrato di rivivere l’ultimo periodo con Trieste, salvo il finale diverso. perché secondo lei avvengono questi cali? E’ solo una contingenza legata all’assenza di Reyes che rende la squadra corta?
“Sicuramente siamo un po’ corti nelle rotazioni in questo momento a fronte di un modo di giocare molto dispendioso che stiamo praticando non solo in campionato ma anche in allenamento dal primo giorno di raduno. E’ chiaro dunque che, chiedere a questi ragazzi di andare sempre al 100% se non di più, è facile da un certo punto di vista ma è altrettanto difficile da gestire nel momento della stagione in cui il fisico ti presenta il conto. A questo aggiungiamo l’assenza di Justin che comunque giocava sempre almeno 20/22 minuti di media fatti di atletismo e fisicità, da distribuire ora sugli altri compagni. E’ un momento della stagione in cui siamo un po’ calati ma è una cosa che capita a tutte le squadre, probabilmente in questo momento paghiamo fin troppo questa stanchezza, però il nostro modo di giocare non può prescindere dall’avere grande intensità in difesa, grande capacità di cambiare continuamente, grande verve per ripartire in transizione e imprescindibilità in attacco nel prendersi rischi nelle situazioni finali delle partite. Pensiamo ad oggi se il tiro di Ross fosse entrato invece di uscire: parleremmo di una Varese rivelazione del campionato ecc. E’ chiaro che siamo fatalmente legati ai risultati di campo ma è anche il bello di questo sport, basta una palla gestita in un modo o in un altro per cambiare una stagione o un momento. Recriminare ha poco valore oggi, la realtà è che siamo a 14 punti, a due dalle Final Eight, obiettivo importante ma io penso che la cosa ancor più importante sia gestire al meglio le risorse mentali per vincere queste ultime due gare che ci mancano per chiudere il girone d’andata”.

Andando sui singoli, Johnson quanto sta pagando secondo lei l’assenza di Reyes, soprattutto a livello di sforzo difensivo in marcatura sulle ali grandi avversarie?
“È chiaro che questo sia l’aspetto più evidente. Quando devi difendere su giocatori che magari non sono velocissimi ma più fisici e ti portano spesso a giocare in post basso, il dispendio di energie è alto. Questo in difesa, in attacco magari non riesce ad esprimere le stesse prestazioni di qualche partita fa perché con un Ross che sta viaggiando su questi livelli, pur giocando tantissimi possessi offensivi a match, è ovvio che le opportunità per i compagni si riducono. Questo è quello che secondo me un po’ sta succedendo, tenendo conto che i nostri punti come squadra li stiamo sempre mettendo a segno”.

L’altro di cui le chiedo è ovviamente Owens. Dopo 5 mesi, quanto pensa possa crescere soprattutto a livello difensivo, che è la fase dove sta peccando di più?
“Non dimentichiamoci che per lui, in un contesto nel quale alla fine si applica un certo tipo di difesa sempre aggressiva che porta a cambiare spesso, il suo è il ruolo in cui è forse più difficile difendere. A volte si trova a marcare gli esterni avversari, altre volte si trova a dover giocare in difesa lontano da canestro e quindi non nelle condizioni migliori per poter essere efficace a rimbalzo. Nelle ultime partite poi, in attacco invece secondo me le difese si sono adeguate ed invece che lasciargli giocare pick’n’roll come ad inizio stagione preferiscono dare più spazio a Ross e chiudere subito il gioco a due su di lui, andando fortemente a limitarlo. Starei attento a giudicare un giocatore che viene da un anno e mezzo di stop, che non aveva alcun tipo di conoscenza del basket europeo e che, in un contesto come il nostro, sicuramente un giocatore con le sue caratteristiche è quello che viene un po’ sacrificato e a cui viene chiesto più lavoro sporco. Non dimentichiamoci che domenica ha tirato 2-3 stoppate importanti ed è un giocatore che, secondo me anche quando è poco coinvolto, dimostra di essere vivo e presente”.

Quando torna Reyes?
“Lo stiamo valutando giorno per giorno. Sapevamo fin dall’inizio che i suoi tempi di recupero sarebbero stati di 6 settimane, poi è chiaro che umanamente si spera e di recuperarlo sempre prima, però il suo è un tipo d’infortunio che ha bisogno di non forzare i tempi. Ha ripreso ha fare lavoro individuale in campo però secondo me il rientro non sarà così a stretto giro di posta”.

Adesso arriva la gara contro una Brindisi in ripresa. Che partita si aspetta?
“Giocare a Brindisi non è mai semplice. Vengono da una vittoria a Trento che ha ridato energie ed entusiasmo a tutto l’ambiente, hanno anche loro l’obiettivo di raggiungere le Final Eight di Coppa Italia e per questo mi aspetto domenica una gara molto complicata. Sono un gruppo ondivago nel rendimento ma che ha tantissimi giocatori di talento come sono sempre le squadre di Vitucci. Inutile dire che sarà un’impresa molto ardua cercare di vincere là. Però, se sapremo ricaricare le pile dopo questa sconfitta per noi un po’ brutta con Tortona, soprattutto psicologicamente, potremo dire la nostra anche a Brindisi, cercando un blitz che sarebbe davvero importante, non solo per la classifica ma anche e soprattutto per le nostre convinzioni”.

Alessandro Burin

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