La Pallacanestro Varese è tornata a lavorare sul parquet del Campus per preparare la sfida casalinga di domenica 15 ottobre alle ore 20:30 contro Tortona. Un match importante per la OJM che dopo la vittoria arrivata solo nel finale contro Pistoia e la debacle del PalaDozza contro la Virtus Bologna, vuole darsi e dare a tutto l’ambiente una scossa e solo una vittoria in una Itelyum Arena che si preannuncia ribollente, come al solito, può fare questo.

Per capire quali scorie ha lasciato la sconfitta con la Virtus Bologna e come la squadra si sta preparando al prossimo impegno in LBA, abbiamo parlato con il Team Manager dei biancorossi, Massimo Ferraiuolo.

Perdere a Bologna, anche con un passivo largo ci può stare vista la forza dell’avversario, però l’atteggiamento non è certamente stato quello che ci si aspettava dalla squadra..
“La squadra in questo momento sta lavorando su tanti aspetti tecnici e tattici che deve migliorare e sui quali stiamo lavorando in settimana ma ci vuole un po’ di tempo. Anche l’impatto con il nostro campionato, per chi non lo conosce, non è semplice, a maggior ragione quando giochi subito contro squadre di un certo livello come Bologna, Milano, Tortona. Voglio pensare che anche questo abbia influito nella brutta prestazione di domenica. E’ chiaro però che durezza mentale ed un certo tipo di approccio e atteggiamento devono essere una costante per una realtà come noi. In Italia ogni partita vale tanto ed ogni squadra ha voglia di portarsi a casa i due punti, sia che si giochi in casa o in trasferta e su questo dobbiamo ancora lavorare un po’. Sono però altrettanto convinto che la crescita, da questo punto di vista, arriverà di pari passo con quella tecnica e tattica di un gruppo che ha ampi margini di miglioramento”.

Emblema della sconfitta di Bologna è stata la prestazione negativa di un Cauley-Stein che anche con Pistoia aveva fatto fatica. Pensa che questo sia più dovuto ad una questione fisica o mentale di conoscenza della nuova realtà?
“Penso sia un mix di entrambe le cose. Sicuramente Willie in questo momento non è al 100% della sua condizione, il fatto di giocare ogni due giorni lo aiuterà a crescere, per lui abituato a giocare tante partite in stagione. D’altro canto, per uno che ha giocato per così tanti anni in NBA, dove sappiamo benissimo quante sono le partite che possono contare per una squadra sul totale di quelle che vengono disputate, è chiaro che deve ancora adattarsi ad un campionato nel quale il numero delle partite è limitato ed ogni giornata giochi per qualcosa d’importante. Mi metto nella sua testa però e capisco che un periodo di adattamento sarà necessario, anche se si sta dimostrando di tenerci e di voler dare il meglio qui a Varese e lo si vede ogni giorno in allenamento. Speriamo che questa sua crescita continui e possa essere di conseguenza utile a tutta la squadra”.

E’ giusto dare un taglio netto con il passato recente e lasciare che questa squadra faccia il suo percorso?
“Assolutamente sì, sarebbe un errore imperdonabile fare il contrario e continuare a vivere questa stagione pensando a quella passata. L’abbiamo già vissuto in passato quando abbiamo fatto stagioni importanti. E’ inutile fare paragoni, non ha senso, al di là delle idee sul modo di giocare che si vogliono portare avanti. Ogni giocatore ha le sue qualità, il modo di esprimerle e di interpretare un certo dettame. Ogni ragazzo ha bisogno di un periodo, più o meno lungo, di adattamento per vivere al meglio le nuove situazioni in cui si trova. La cosa peggiore che si possa fare è fare un paragone di ogni giocatore attuale con il pari ruolo dello scorso anno. Dobbiamo essere positivi nel cercare i margini di miglioramento di squadra che sono convinto siano ampi”.

Anche perchè nella sconfitta pesante di Bologna la squadra ha dimostrato di avere qualità giocando un ottimo terzo quarto. A cosa è stato attribuile quel bel periodo di gioco?
“Penso che nel terzo quarto di Bologna siamo riusciti appieno a fare ciò che volevamo nella maniera in cui ci eravamo prefissati di farla. Il che vuol dire difendere, mettere intensità, andare tutti a rimbalzo, buttarsi per terra per recuperare la palla e poter correre in attacco. Riuscendo a creare situazioni di vantaggio dalla fase difensiva hai la possibilità di attaccare in sovrannumero o, semplicemente, di non permettere alla difesa di schierarsi e questo sicuramente fa gioco ad una squadra come la nostra”.

Come ha visto coach Bialaszewski nel ruolo di head coach in queste prime due gare di campionato?
“Mi sembra che anche lui stia cercando, al di là dell’esperienza precedente a Milano dove aveva lavorato con Messina che ha idee diverse dalle nostre, di conoscere ed integrarsi al meglio nel contesto di basket che vogliamo fare qui e che condivide. Questo implica una conoscenza profonda del roster e delle qualità dello stesso da poter poi applicare nel contesto di gioco. Tutto questo richiede tempo e lavoro, è sostenuto da un grande staff che facilita questo ed ho sensazioni molto positive su di lui. Però chiaramente ha anche lui bisogno di un po’ di tempo per mettere a punto il motore della macchina”.

Alessandro Burin

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