E’ stata una settimana intensissima su più fronti in casa Pallacanestro Varese, con i biancorossi che hanno centrato il colpo Davide Moretti ed hanno conosciuto il loro destino europeo, con i serbi dell’FMP Soccerbet primi avversari di Varese nella corsa alla qualificazione alla prossima Basketball Champions League.

Non solo però, perchè quella che va a concludersi è stata una settimana importante anche sul fronte addii, con De Nicolao che dopo 3 anni ha salutato la Città Giardino per accasarsi a Napoli e su quello dei possibili rinnovi, con la proposta a Markel Brown pronta solo per essere firmata dall’esterno americano.

Di questo e di tanto altro, tra cui l’addio di Michael Arcieri, abbiamo parlato con il Team manager biancorosso, Max Ferraiuolo.

Martedì ha compiuto 58 anni e proprio nella stessa data la società ha comunicato l’acquisto di Davide Moretti, un bel regalo insomma..
“Sì assolutamente. Mi sono complimentato subito con Luis ma soprattutto con Matteo Jemoli che ha lavorato sulla trattativa di cesello, trovando un grande colpo. E’ stato molto bravo a fare i passi giusti e toccando le corde giuste di un giocatore che mercato ne aveva in abbondanza”.

Secondo lei che giocatore è Moretti?
“E’ un giocatore che mi piace molto, per due motivi in particolare: ha grande personalità ed è sempre sotto controllo. E’ un ragazzo che, quando è in campo, sa sempre che scelta fare, dove andare quando cerca un compagno ed è uno che fa canestro e si sa che è sempre un grande pregio questo. Soffre magari un po’ a livello difensivo ma non può essere un giocatore perfetto, se no magari non sarebbe arrivato nemmeno a Varese. Penso sia un colpo di mercato davvero molto importante”.

Moretti che farà coppia con Shahid in cabina di regia. Cosa ci può dire su quest’ultimo?
“Ho avuto modo di conoscerlo dai video che abbiamo visto e dalle referenze che abbiamo preso prima di firmarlo, sentendo anche il nostro ex giocatore, Pablo Bertone, che ha giocato contro Vinnie la finale del campionato islandese. E’ un giocatore che ha margini di miglioramento importanti, ha scelto di venire qui con grande entusiasmo per crescere, fare bene e chissà, magari essere proiettato su palcoscenici ancora più alti dei nostri”.

Può essere questa la coppia giusta per prendere il testimone Colbey Ross?
“Sono giocatori con caratteristiche diverse che però hanno un comun denominatore: la giovane età e la fame di voler crescere. Loro puntano molto su se stessi per far sì che questo sia un passaggio importante sia per Varese che per loro, un po’ come ha fatto Colbey e penso che loro rappresentino al meglio questa cosa”.

Com’è la situazione rinnovo di Markel Brown?
“C’è ottimismo sul fatto che possa rimanere con noi ma non è certo che alla fine resti qui. In un momento in cui sul mercato ci sono squadre che sono pronte a mettere sul piatto offerte importantissime, noi potremmo essere svantaggiati in questo. Mettiamo però, sullo stesso piatto della bilancia il fatto che coach Brase è rimasto con noi, che Markel sa che qui a Varese può essere la pietra angolare del progetto, con un contratto pluriennale e il fatto che lui a qui sta davvero bene. Aspettiamo e incrociamo le dita”.

Dagli acquisti alle cessioni, hanno lasciato Varese due giocatori che negli ultimi anni sono stati davvero importanti: De Nicolao e Caruso. Un suo saluto a questi due giocatori?
“Si sono dimostrati ragazzi intelligenti, persone super e che hanno sempre capito dove erano, cercando nei momenti di difficoltà, in cui altri hanno fatto un passo indietro, di prendersi responsabilità importanti e mettendoci la faccia, assumendosi dei rischi che non tutti si sarebbero assunti. A Giovanni sono particolarmente legato per un rapporto che mi avvicina anche alla sua famiglia, nato dai tempi in cui suo fratello Andrea era arrivato qui a Varese. Complimenti a tutti loro per ciò che sono e per quello che danno a tutto il movimento della pallacanestro. Willie è arrivato qui molto giovane e se ne va da uomo, andando a vivere un esperienza unica e anche qui vanno i complimenti alla famiglia per come lo ha cresciuto, Ha tutti i mezzi per togliersi grandi soddisfazioni anche a Milano”.

Dagli addii di campo a quelli in società, con Arcieri che ha lasciato per accasarsi a Trieste. Come ha vissuto lei tutta questa situazione?
“Non ti nascondo un pò di stupore all’inizio, ma poi capisci che ciò che succede in campo può succedere anche in società, ovvero che uno dei nostri migliori dirigenti degli ultimi anni possa andare a dirigere un progetto ambizioso ed importante, al di là che sia con una squadra di A2, ottenendo condizioni economiche molto interessanti. Va a lui un grande ringraziamento per quello che ha fatto in un anno e mezzo, ha condiviso con noi uno dei momenti più bui della nostra storia, si è sempre calato con grande umiltà nel suo ruolo ed è sempre stato un valore aggiunto importante per noi. Gli va un grosso in bocca al lupo per questa nuova avventura intrigante ma non facile per lui”.

Mercoledì c’è stato il sorteggio di BCL, poteva andare peggio ma poteva andare anche molto meglio rispetto ai serbi dell’FMP Soccerbet e più in generale al cammino che aspetta Varese..
“Innanzitutto non era così scontato ottenere la wild card per partecipare a questo Qualification Round perchè, dopo tutto quello che è successo ( la penalizzazione n.d.r.) rischiavamo che tutto fosse compromesso. E’ un’occasione importante per noi, sapevamo che il ritorno in Europa era uno degli step fondamentali che Scola aveva posto per la crescita del club nel suo progetto e comunque vada sarà un’occasione di sviluppo per tutti, perchè la possibilità di confrontarsi con realtà fuori dall’Italia fa conoscere aspetti e situazioni nuove che a volte arricchiscono e che a volte ti fanno apprezzare quello che fai in casa tua. Andando sui nostri avversari, per come la vedo io, se potessi eviterei sempre di giocare contro squadre serbe, perchè sono molto toste, fisiche, forti, però chiaramente il sorteggio ha detto così e noi l’affronteremo al massimo. Loro sono una realtà che punta molto su giocatori giovani o americani poco conosciuto da lanciare, per cui sarà una sfida interessante, difficile, hanno appena preso due giocatori forti, per cui il primo step sarà probante. Lo affrenteremo come abbiamo fatto con tutte le sfide che ci sono state poste dall’anno scorso: con grande entusiasmo, consapevoli che se non dovessimo passare giocheremmo in FIBA Europe Cup”.

Alessandro Burin

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