Carlo Emanuele Ferrario, il ‘bomber’ ci era venuto a trovare in redazione lo scorso dicembre: un momento difficile per la squadra in piena emergenza, tanti buoni propositi e poi… le cose sono andate diversamente.
Tutto quello che poteva andare storto e andato storto e quello che sembrava andare per il verso giusto a trovato poi il sistema di andare storto. Non è successo quello che tutti noi ci aspettavamo, quello per cui ero tornato a Varese. Non è successo per la squadra, per i tifosi ed anche a livello personale. Non sono riuscito a dare quello che volevo e che tutti, giustamente, si aspettavano da me. Dobbiamo prendere il meglio da questa avventura finita male, imparare dagli errori e voltare pagina“.

E’ un fiume in piena Ferrario, un uomo, prima che un calciatore, che aveva voglia di fare bene a Varese, che non ci è riuscito e che si rammarica di questo. “Posso farti una confesione?” ci domanda.
“E’ stata forse una delle mie peggiori stagioni, sia a livello personale che di squadra. Ho fatto, come tutti, tanti sacrifici: gli infortuni, la distanza dalla mia famiglia, i tanti viaggi in macchina. Ma la cosa che più mi rimarrà impressa e che tutto questo lo facevo col sorriso dentro di me, con la felicità di poter vestire nuovamente la maglia del Varese. Ora c’è tanto rammarico, spesso mi trovo a ragionare e a pensare ‘se facevamo così, se facevamo in quall’altro modo’, l’infortunio che ho avuto sul finire di stagione non mi ha permesso di dare il mio contributo nella fase più calda della stagione. Abbiamo fatto di tutto per farmi trovare pronto nella gara playout, ma anche in quella circostanza le cose non sono andate ben, la realtà è purtroppo questa ma il sorriso torna in me quando penso a quello che potrà accadere al Varese”.

Quello che potrà accadere al Varese? Puoi essere più preciso?
“Recentemente ho avuto modo di incontrare Rosati e di parlare a lungo con lui. Mi ha spiegato i programmi per il futuro, le evoluzioni del Centro Sportivo delle Bustecche, la voglia di fare bene nella prossima stagione a prescindere dalla categoria. Mi ha trasmesso una competenza e un’entusiasmo che mi ha fatto pensare che un’altra stagione come quella appena finita non potrà mai più esserci. Non con questo gruppo al timone, non con questi progetti. Lo scorso anno, nonostante le difficoltà derivanti dalla mancanza di risultati, a noi giocatori non è mai mancato nulla, eravamo un gruppo forte e fatico ancora oggi a pensare come abbiamo potuto fallire”.

A proposito di fallimenti, cosa ti senti di dire ai tifosi?
“Potrei chiedere scusa, ma è banale e lo abbiamo fatto di persona tante volte. Dico loro che ho avuto la fortuna di giocare in piazze importanti oltre a Varese come Monza e Modena, per dirne due. Ci hanno sempre seguito, ci hanno sostenuto e incoraggiato, ci hanno fatto sentire calciatori veri pur essendo in un campionato dilettanti. Sono sensazioni che solo un grande tifo ti può trasmettere e i tifosi del Varese lo sanno fare alla grande. State vicino alla squadra, al nuovo staff, alla dirigenza perchè la volontà è quella di fare bene, per il bene del Varese”.

La prossima stagione al Villavalle è poi?
“E poi… iniziamo un passo alla volta. Ho voglia di stare bene fisicamente per poter tornare a fare gol e per riscattarmi dalla scorsa stagione. Mi sento ancora calciatore con la testa e non ho ancora pensato al dopo calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore, vorrei fare il corso ma poi penso che quella vita mi porterebbe a stare ancora lontano dalla mia famiglia. Allora penso a fare il Direttore o il procuratore, non so”.

Insomma, caro bomber, tante idee e ben confuse! Due certezze: la volontà di tornare a fare gol e… che con Varese sia ancora un arriverderci, di solto non c’è il 2 senza il 3.

Michele Marocco

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