L’estate sta finendo e un anno inizierà… Sì, lo sappiamo, la canzone, diventata poi vero e proprio tormentone dei Righeira non faceva proprio così ma l’abbiamo riadattata a quello che, l’arrivo di agosto, significa per moltissime società sportive, ovvero la fine delle vacanze e l’avvicinarsi dell’inizio della nuova stagione.

Vale questo discorso anche in casa BasketBall Gallarate che non pensa solo alla Prima Squadra, ma a tutte le attività del settore giovanile e soprattutto, allo sviluppo del progetto HUB del Sempione, che corre ormai sempre più spedito.

Ne abbiamo parlato con Francesco Fogato, Direttore Generale dei galletti e Responsabile del progetto HUB.

Arrivati ad inizio agosto, a che punto siamo con la programmazione della nuova stagione dell’HUB del Sempione?
“La programmazione è sostanzialmente definita. Il grosso lo abbiamo fatto, siamo ai dettagli, mentre stiamo pianificando la parte più bella, quella tecnica, del lavoro in palestra che si farà durante la stagione. In termini di programmazione abbiamo ormai trovato il nostro canovaccio che portiamo avanti da anni. Ogni stagione teniamo tutto ciò che c’è di buono e mettiamo in discussione quello che potrebbe essere fatto meglio. Anche quest’anno, in tal senso, avremo un sviluppo del lavoro fisico e di quello sui fondamentali individuali dei nostri giocatori. Andiamo a spingerci oltre il limite finora raggiunto, in termini di lavoro utile alla crescita del singolo e contemporaneamente guardiamo alla loro crescita, senza che l’obiettivo sia vincere una partita in più o in meno”.

In questo contesto di crescita rientra anche l’allargamento del progetto HUB che tocca Carnago e Caronno Varesino..
“Queste cose non nascono dalla sera alla mattina ma le abbiamo portate avanti da questo inverno. Quando si vuole programmare e si hanno opportunità di questo tipo non si possono lasciar scappare. Questi passi vanno programmati per essere fatti bene, non si può correre una maratona se non fai un ottimo allenamento di resistenza nei mesi precedenti. La strategia che mettiamo in atto penso sia stando i suoi frutti, perché così facendo abbiamo dato nuovo sviluppo a Cavaria, siamo andati a Solbiate e lo stesso stiamo facendo con Caronno e Carnago. Quindi vedere l’obiettivo, raggiungerlo, consolidarlo e andare oltre”.

I due sbocchi più importanti del progetto HUB sono le Prime Squadre di Gallarate e Casorate a livello senior e quest’anno, ancor di più, sono la massima rappresentazione di ciò che il vostro progetto vuole essere, visti i tanti giovani del Settore Giovanile che comporranno parti importanti dei due roster?
“Quello che noi stiamo cercando di fare è lavorare per portarli lì, o anche ad un livello più alto. Paparella si è guadagnato di essere parte del roster della Serie B con quanto fatto nell’annata scorsa e Basso viene a ruota. Vengono messi in B paradossalmente per avere meno pressioni di quelle che avrebbero avuto in C, vogliamo che il loro percorso di crescita non abbia fretta, sia veloce ma strutturato. Chi invece ha fatto già di più, ha un bagaglio magari maggiore alle spalle, vedasi Goffi a Casorate, se la giochi con responsabilità. Per ogni nostro giocatore abbiamo un pensiero che viene fatto in tanti mesi, con più teste e più confronti tra dirigenti e componenti dei vari staff tecnici a 360 gradi. Il coinvolgimento totale di queste componenti ci permette di portare avanti una scelta che non è detto sia sempre azzeccata, perché se non mi sbagliassi mai sarei in NBA e non in BBG, però quando prendiamo una decisione per un nostro ragazzo lo facciamo consapevoli di aver ridotto al minimo i rischi per ottenere poi il massimo dei benefici dalla scelta fatta”.

Uno dei fattori che maggiormente si sta sviluppando nel vostro progetto è quello di cui ci ha appena parlato, ovvero la condivisione, il confronto ed il rapporto continuo tra i vari coach di BBG. E’ questo un punto sul quale volete spingere per continuare a crescere?
“Assolutamente sì. Siamo una società che cambia poco mantenendo una struttura che dà continuità. Questo fa sì che i ragazzi e lo staff si conoscano, abbiamo tutti allenatori giovani con tanta voglia di fare e cerchiamo di dare sfogo alle loro idee, facendoli realizzare. Il fatto di avere uno staff giovane, affamato a tutti i livelli, fa sì che loro parlino di basket 24 su 24, si confrontino, crescano e questo non può che essere un bene poi per i giocatori che giovano di questo confronto”.

L’accordo stipulato con WIZ Legnano qualche settimana fa è storico e per certi versi rivoluzionario. Cosa vi ha spinto e convinto a fare questo passo?
“Anche qui torna il concetto della programmazione, un progetto nato nei mesi scorsi, quando ci siamo confrontati con WIZ, nato dalla loro voglia di sviluppare una collaborazione con noi, pronti ad ascoltare e scoprire opportunità nuove di crescita per i nostri ragazzi. Il muoversi per tempo di WIZ l’ho apprezzato e ho capito che poteva essere una buona opportunità. Abbiamo imbastito un discorso io, Mattia Botti e Roberto Beneggi e al momento di fare la scelta abbiamo trovato dei punti di sviluppo. Quest’anno 4 nostri ragazzi andranno lì, di cui uno coinvolto direttamente nelle rotazioni della Prima Squadra. Se mi rendo conto che alcuni nostri ragazzi possono avere uno sbocco in realtà senior anche al di fuori del progetto HUB sono il primo a proporli. E’ chiaro che senza la lungimiranza di WIZ, nelle persone di Azario e Codari, il progetto non sarebbe stato così semplice e proattivo nella sua realizzazione”.

A livello HUB avete dato un’ulteriore spinta al progetto Femminile che era già partito lo scorso anno e che da questa stagione si consolida sempre di più..
“Nel momento in cui ci siamo resi conto che i numeri stavano crescendo ci siamo messi in testa che sarebbe potuto nascere qualcosa. Abbiamo scelto la persona, secondo noi giusta, che potesse portare avanti questo progetto, ovvero Marta Scaramelli e siamo partiti. Il lavoro incessante degli istruttori minibasket ha fatto sì che arrivassimo quest’anno a realizzare di avere un gruppo autonomo, il primo gruppo HUB rosa del nostro progetto. Anche qui parliamo di una programmazione di anni, non di un progetto nato ieri, che viene sviluppato solo nel momento in cui abbiamo numeri, struttura e persone per costruirlo e portarlo avanti”.

Facendo un focus più su BBG, partendo dall’Under 19, quanto porta alla società l’arrivo come coach di Marco Allegretti?
“Marco porta tantissimo. Abbiamo un allenatore che è stato giocatore fino a ieri, che ha visto tutto nella sua carriera, fino ad arrivare alla Nazionale e questo può essere solo un valore aggiunto. Abbiamo ottimi allenatori ma nessuno ha vissuto, dal campo, il livello che ha vissuto Marco. Questo è un valore inestimabile che dobbiamo essere bravi a sfruttare. Allegretti ha qualcosa in più che ci mancava, pur sottolineando che sono entusiasta dello staff che abbiamo. Il suo ingresso ci dà la possibilità di completare al meglio quel processo di crescita e di formazione dei nostri giovani. Marco è la scelta migliore che potessimo fare per trasformare la massa di informazioni e nozioni che i giovani apprendono nelle annate precedenti. Il fatto che poi Allegretti alleni anche in C a Casorate fa sì che i nostri ragazzi possano vivere esperienze senior di livello, bagaglio utilissimo per i prossimi anni, quando il percorso giovanile sarà finito. Marco mi è sembrato subito iper-disponibile ed entusiasta, ha voluto fare fin da principio allenamenti individuali con i ragazzi e questo fa capire quanto sia entrato in quella mentalità competitiva e proattiva che vogliamo per i nostri giovani”.

Pochi giorni fa c’è stata l’ufficialità della conferma in U15 e U17 Eccellenza di due vostri gruppi. Un consolidamento importante per la vostra società..
“Sì, un consolidamento importante nelle fasce che hanno la possibilità di essere consolidate. Noi eravamo seconda riserva in U19 Eccellenza ma abbiamo ritenuto di accettare il verdetto del campo in U17 dello scorso anno perché probabilmente potremmo non essere pronti per quel livello, giocando una U19 Gold che si è dimostrato essere un campionato di livello assoluto. In U17 e 15 raccogliamo il frutto del lavoro delle annate passate con due gruppi di grandi prospettive nelle mani di coach Maino e coach Riva, allenatori di grandissimo livello”.

Guardando alle fasce più basse invece?
“In Under 14 abbiamo inserito un allenatore come Stefano Damaso, proveniente da ABA, per dare ulteriore sviluppo al lavoro fatto da Giulio Besio nelle annate precedenti, mentre in Under 13 andiamo ad inserire diversi elementi del 2012 per creare una continuità dal lavoro nel minibasket a quello del settore giovanile. Anche qui abbiamo grandi margini di sviluppo che passa, inevitabilmente, dall’interscambio con le altre società dell’HUB del Sempione”.

Pensando allo sviluppo che state portando avanti in BBG, un ulteriore passo può essere inevitabilmente legato alle strutture? Ed è facile collegare il discorso alla costruzione del palazzetto in città..
“Una società come la nostra non può pensare di isolare il processo di crescita tecnica a quello di sviluppo a 360 gradi che coinvolge anche le strutture. Oggi noi ci alleniamo a Sottocosta, al Falcone, però non disdegniamo, pur di poter lavorare, di andare in palestre non di primo livello. Poi io con gli allenatori sono d’accordo che in un lavoro individuale basta avere un pallone ed un canestro, perché il carattere di un giocatore si forma anche così. In Jugoslavia i giocatori si sono sempre allenati in strutture non di prim’ordine diventando fortissimi, perché sono attitudine e mentalità al lavoro che formano il giocatore più di tutto. Detto questo, è chiaro che avere una Serie B con ambizioni e avere un Settore Giovanile con ambizioni ti porta al punto in cui, per fare un gradino in più, hai bisogno di avere strutture che ti permettano di farlo, anche per il semplice fatto che noi stiamo crescendo quantitativamente in maniera mostruosa. Per allocare e portare avanti tutti questi gruppi dobbiamo avere strutture. Io spero che il palazzetto venga costruito il più presto possibile, abbiamo anche altri discorsi aperti che vengono fatti per permettere a tutti i nostri ragazzi di fare allenamento e farlo in una certa maniera. Il discorso foresteria, invece, penso possa svilupparsi meglio a partire proprio da questa stagione”.

Alessandro Burin

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