L’altalena delle emozioni di un tifoso non potrà mai essere in equilibrio e lo switch tra alti e bassi sarà sempre presente e repentino. Inevitabile, dunque, che l’ottimismo post Lavagnese sia stato spazzato via dall’1-0 di Borgosesia, match che ha lasciato in eredità alla piazza di Varese solo tanta negatività, scetticismo e malumore.
“Rispetto all’anno scorso non è cambiato nulla“, questo il sentore comune all’indomani del ko piemontese. La parola sconfitta non rientra nel vocabolario di nessun tifoso e il popolo biancorosso è ancora decisamente scottato dalla scorsa stagione; forse per questo motivo non si riesce ad accettare un passo falso come quello di ieri. Risultato che deve far riflettere su molteplici aspetti (da un approccio sbagliato a livello mentale all’evidente mancanza di una prima punta, passando per la “paura” di osare qualcosa in più), ma che dall’altra parte non deve essere sopravvalutato perché Borgosesia-Varese è stata una partita da 0-0. Poteva girare in un verso o nell’altro, e a beneficiarne sono stati i padroni di casa (gli applausi per Simone Moretti e la sua squadra sono meritatissimi).
Ciò non giustifica la sconfitta biancorossa, certo, ma non significa che il Varese sia una squadra “da retrocessione”. Se poi il discorso deve essere orientato sul concetto “Il Varese non può stare in Serie D“, allora si aprono nuovi scenari visto che tale affermazione è un’ovvietà approvata e condivisa all’unanimità da tutta la piazza. Il Varese può ambire alla promozione? Al momento no. Il campionato è però ancora lungo e non è detto che la situazione resti tale per quanto il fatto di essere allo stesso punto dell’anno scorso (con una vittoria, un pareggio e una sconfitta nelle prime tre) preoccupi logicamente i tifosi.
Leo Rossoni ha comunque intravisto qualcosa di positivo: “Ero a Borgosesia e fatemi fare i complimenti a Moretti, mister dei piemontesi e alla banda di ragazzini che ha vinto meritatamente. Varese non pervenuto, c’è da lavorare ma ho visto piedi buoni, malgrado tutto stiamo vicini alla società e ai ragazzi“. Dello stesso avviso Andrea Catella e Antonio Milano che evidenziano il problema dell’attacco con il primo che scrive: “A.A.A. cercasi bomber disperatamente!! Peccato perché la squadra è buona, ma come al solito manca il finalizzatore… e adesso quattro partite contro le favorite del girone… sperem e FORZA VARESE!“, e il secondo che rincara la dose: “La squadra è buona! E non comprare nessuno davanti è un suicidio sportivo. È farsi male da soli“.
Le positività finiscono però qui e la lunga lista di tifosi scontenti si apre con lo sfogo di Davide Tomasina: “È davvero frustrante vedere squadre di paese calpestarci, allenatori che trovano le scuse più disparate, la società che tace, le squadre costruite a stagione in corso con giocatori infortunati, il Franco Ossola vuoto, sembra di essere in un film dell’orrore. Qualsiasi squadra blasonata che è scesa in questa categoria ha stravinto il campionato al primo tentativo, noi siamo perfino riusciti a retrocedere in un campo non a norma, e a stento vivacchiamo. Non so, oggi vedo tutto nero, ma il limite viene superato di continuo e nessuno dice nulla“.
Francesco Broggini dà una sua analisi: “Brutto passo falso… forse giocato con sufficienza e senza cattiveria… darsi una regolata in fretta“. Per Mario Giannone la stagione è giù scritta: “Anche quest’anno campionato anonimo, speriamo di non essere coinvolti in zona pericolo“. Dello stesso avviso Simone Manenti: “Siamo punto a capo… come l’anno scorso“. Fabio Mentasti prosegue: “Se siamo fortunati restiamo in D… la società si è accorta?“. Pensiero simile per Dario Colombo: “Non si costruiscono palle gol neanche a piangere… così salvezza e stop“.
Il fatto che mister Cotta abbia individuato il problema non rasserena i tifosi, al punto che Luca Testi scrive: “Che dire… se è preoccupato lui…“, e Bruno Giusti commenta: “Sarei preoccupato anche io mister. Niente gioco, poche idee, nessuno che la mette dentro. Sarei molto, molto preoccupato. E la società che ancora non si muove per prendere i giocatori esperti che mancano“.
Riflessione amara per Enrico Bellorini: “20 settembre 1964: la prima vittoria in Serie A del Varese. 20 settembre 2023: una sconfitta a Borgosesia. Che differenza…“. Legandosi idealmente a questo commento, l’appello di Andrea Sallese restituisce la volontà dei tifosi biancorossi: “Costruite una squadra in grado di vincere… ricordatevi che siamo Varese e di sofferenze ne abbiamo passate fin troppe” .
A ridare un filo di ottimismo ci prova Vittorio Ballerio: “Per anni abbiamo avuto gestioni confuse e senza senso. Chiaramente dopo una retrocessione sul campo non si può pensare di vincere il campionato. Bisogna dare il tempo a Rosati e Girardi, soprattutto perché abbiao saputo ad agosto che avremmo giocato in D – che comunque aggiunge –. La scelta che non mi ha convinto è l’allenatore, per un progetto nuovo la coppia Cacciatore-Neto sarebbe stata la scelta migliore“. Domenica arriverà all’Ossola l’Alcione, una delle “corazzate” del girone: la giusta occasione per veder quantomeno un rinnovato atteggiamento.
Matteo Carraro