Testa o croce. Nel lancio di una moneta ci sarà sempre una delle due facce destinata a restare coperta a scapito dell’altra e la monetina del derby ha dato il suo verdetto sorridendo alla Varesina: un tiro-cross di Gasparri e l’1-0 per battere il Città di Varese al Franco Ossola è servito. Due facce anche online con la gioia dei tifosi della Varesina (due derby su due in campionato) da una parte e la delusione del popolo biancorosso dall’altra.

Le precedenti tre partite avevano lasciato in dote al Varese un filo di speranza e il derby avrebbe dovuto essere le miccia per accendere il campionato biancorosso. Così non è stato; anzi, ha paradossalmente cementificato le certezze di una Varesina compatta e cinica (a tratti), che ha saputo difendersi fino al triplice fischio per agganciare il terzo posto e portarsi a +17 sui rivali di giornata. Niente male per una squadra il cui obiettivo (come ricordato da mister Spilli) deve restare la salvezza, contro una squadra che doveva competere per la vittoria del campionato e si ritrova a cinque punti dalla retrocessione diretta (-7 dalla permanenza diretta in categoria senza dover passare dai playout).

Quest’anno non  va nulla” è il lapidario commento di Davide Livietti che inaugura la settimana varesina dopo un weekend che ha visto calcio e basket soccombere (con le dovute differenze) in due derby e l’hockey continuare a vincere. Non a caso, Mauro Olivares trae un suo bilancio: “Varese Hockey benissimo, basket bene, calcio malissimo”.

Tornando sul match i tifosi biancorossi non sono rimasti soddisfatti in primis dalla prestazione (ancor più che dal risultato) e il pensiero generale è che il pareggio sarebbe stato più giusto. “Che partitaccia – sentenzia Mattia Colombo, ma loro sono quasi in testa. Pensiamo al livello di questa Serie D”. Dello stesso avviso Fabrizio Andreis che dà la sua versione: “Partita decisamente incolore, livello veramente basso in questa Serie D, il pareggio sarebbe stato giusto anche perché il gol nasce da una dormita su un tiro-cross senza pretese. In ogni caso forza Varese sempre!”.

Enrico Bellorini prova a cercare un aspetto positivo: “Almeno non abbiamo subìto, ce la siamo giocata alla pari. Adesso servirebbero un po’ di fortuna (speriamo arrivi) e qualche ricambio là davanti (che non c’è)”. A suonare la carica un biancorosso doc come Marco Caccianiga, presente allo stadio insieme ai suoi Piccoli Amici (e a tutte le altre annate del settore giovanile con i rispettivi tecnici), che commenta la partita bacchettando però la squadra per mancanza di rabbia agonistica: “Mah… una partita da zero a zero. Abbiamo preso gol per distrazione. Loro hanno svolto il compitino, ma nulla di più. Sappiamo che il calcio è così, devi sfruttare ogni minima occasione e noi non ci siamo riusciti. Piuttosto, quando incontro una squadra che mi rifila quattro pappine all’andata -e per di più in un derby…- al ritorno entro in campo con rabbia agonistica. Mi pare sia mancata. Ma io ragiono con l’amore per i colori biancorossi…”.

L’amore per i colori biancorossi muove anche tanti altri tifosi che, alla luce della presa di posizione della proprietà della scorsa settimana (leggi qui l’intervista a Paolo Girardi e leggi qui l’intervista ad Antonio Rosati), si rivolgono direttamente al patron Rosati. Tra di loro Andrea Catella: “Rosati vanno bene le belle parole… ancora meglio se ci compri anche l’attaccante perché qui si finisce diretti in Eccellenza”, cui fa seguito Bruno Giusti: “Rosati dalle parole ai fatti. De Paola via subito se non vogliamo finire in Eccellenza”.

Con la sconfitta, infatti, sono tornati gli hashtag #depaolaout che vanno ad affiancare gli immancabili #amirantevattene. La fiducia nel progetto sembra latitare e la dirigenza, nelle prossime undici partite, dovrà riuscire a conquistarla: undici lanci di monetine sperando di evitare la croce.

Matteo Carraro

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