Se Di Cicco di Lanciano avesse rispettato i prescritti 6’ di recupero non sarebbe cambiato nulla. Ma ci saremmo persi il finale di gara più insano della storia recente. Non solo biancoblu. Un epilogo alieno a qualsiasi forma di logica che resterà impresso nella memoria personale e collettiva semplicemente per quello che è stato. Un’intramuscolo di emozione che giustifica la supremazia dello sport su qualunque altra forma di intrattenimento contemporaneo.

Ecco, magari a Piacenza la penseranno in altro modo. Visto che qualcosa del genere l’avevano già vissuto il 4 maggio del 2019 in occasione della B sfumata a Siena (in favore dell’Entella). Destino cinico e baro che per una volta ha sottratto alla Pro Patria il ruolo (più volte interpretato) di condannata alle brucianti delusioni. In ossequio ad un maledettismo tigrotto che nel terzo millennio ha registrato svariati episodi a conforto. Sia come sia, una sconfitta avrebbe rimandato a sabato con il Sangiuliano (ore 17.30, stadio “Ferruccio” di Seregno), il verdetto salvezza. Ora invece la 38^ lascia ancora (timidissime) chance di playoff. Legate ai 3 punti con il City e alle contemporanee sconfitte di Renate e Juventus Next Gen. Salvo scenario di triello a quota 50 con ricorso alla differenza reti generale che ricostruiremo (così come tutte le geometrie variabili della incombente post season) in un pezzo ad hoc in settimana.

Yo soy Jorge

Ma a stupire dell’1-1 di ieri è stata (nella tempistica, non certo nella sostanza), l’uscita di Vargas che a margine dell’obiettivo stagionale raggiunto ha annunciato l’addio al club di via Cà Bianca (“Questa è la mia ultima partita allo “Speroni”). Sul fatto che il santiagueño non sarebbe più stato l’allenatore biancoblu nel Campionato 2023/24 sussistevano (da tempo) pochissimi dubbi. Diversamente, l’argomento rinnovo sarebbe già stato affrontato. O quantomeno abbozzato. A riprova del fatto che una delle parti (o entrambe) avessero piani differenti per il futuro. Ma il senso di urgenza con cui il Tractor si è liberato del peso suscita due inevitabili note a margine. La prima attiene l’intempestività della dichiarazione. In fondo, la Pro Patria è tuttora in corsa per i playoff e un’ipotesi di scuola (seppur remotissima), contempla che si possa tornare allo ”Speroni” per la Fase Nazionale degli spareggi. Forse il cileno (anche solo per rispetto del bon ton pallonaro) avrebbe dovuto considerarla. Ma schiettezza e mancanza di ipocrisia sono doti che abbiamo sempre riconosciuto all’ex Reggina. Quindi, meglio non far finta di sorprendersi. La seconda nota a piè pagina è però quella più significativa. Le ultime settimane sono state pesantissime e solo una città con relativa pressione mediatica come Busto Arsizio ha impedito che sfociassero in qualcosa di più invasivo di voci di corridoio e pissi pissi vari. Freddezza della piazza, rapporti con la tifoseria, motivazioni di chi è nato nel vivaio, infortuni a nastro e rinnovi contrattuali sono stati argomenti che Vargas ha affrontato lasciando intendere che non tutte le componenti del progetto sportivo viaggiassero alla stessa velocità. Averle comunque tenute insieme è un merito che il tecnico può rivendicare a pieno titolo.

Vice che dice…

Qualche giorno fa il DS Turotti ci ha confidato che dopo lo 0-0 con il Trento aveva percepito qualcosa che non andava nel gruppo. Ma con la squadra al suo Zenit stagionale (meno 4 dalla vetta), intervenire sarebbe risultato anacronistico. Anche questa volta il Biellese (che ha ancora un anno di legame contrattuale) ci aveva invece visto giusto intuendo una imminente china negativa che di lì a poco avrebbe addirittura messo a rischio il mantenimento (diretto) della categoria. Nel sottinteso turottiano ci sono risvolti che non conosciamo e altri che possiamo solo immaginare. Ciò che è certo coinvolge il futuro tigrotto. Una off season in cui salvo cessioni si ripartirà da 8 giocatori ancora sotto contratto (Mangano, Lombardoni, Ndrecka, Bertoni, Nicco, Ferri, Pitou e Castelli più prodotti del Settore Giovanile come Piran) e da uno staff tecnico da rifondare. Magari (chissà?) puntando su qualche promozione interna. Quello che non è successo l’estate scorsa potrebbe accadere la prossima.

Giovanni Castiglioni

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