Un giorno di ritardo… il ferragosto col ‘Monge’ è già passato. “Cosa vuoi fare come quelli che dicono: passata la festa gabbato lo santo? Possiamo farla anche oggi, 16 agosto, la chiacchierata sul nostro Varese”.
Bene, allora attacca… “Quest’anno vacanza in villaggio e ieri siamo stati impegnati tutto il giorno con i giochi tricolore che, ovviamente, abbiamo vinto. Silvia, Giulia, Mattia, Marta, Sandrino e i ragazzi dell’animazione Arnold del Villaggio San Pablo ci hanno coinvolto nella squadra dei verdi, verdi come la speranza, quella che abbiamo noi tifosi veri per la prossima stagione del Varese”.

Sei profondo quest’anno.
“E lo sarò ancora di più. Qualche giorno fa ho visto un ragazzo con la maglia degli ultras del Foggia e ho ripensato alla loro stagione: la finale playoff per la Serie B persa e una nuova stagione in Serie C alle porte e noi, invece, che siamo ancora sotto. Una piazza come la nostra merita il professionismo”.

Dal profondo al polemico?
“È nella nostra indole, siamo innamorati del Varese e se le cose non vanno come ci aspettiamo ci sentiamo come dei fidanzati traditi. Ma poi siamo pronti ancora a dare il nostro calore e la nostra passione… incondizionata”.

Le cose nella scorsa stagione non sono andate proprio come vi aspettavate.
“Direi proprio di no. Sul campo è finita nel peggiore dei modi anche se il ripescaggio ha poi mitigato un po’ la delusione. Penso però che sia servito di lezione alla società che infatti ha fatto parecchi cambiamenti a livello dirigenziale e anche nella Prima Squadra. Diamo fiducia al nuovo percorso di Rosati e vediamo cosa succede”.

Che idea ti sei fatto della Prima Squadra?
“Penso che il Direttore Raineri abbia lavorato bene anche in considerazione del poco tempo concreto avuto a disposizione per via dell’attesa della categoria legata al ripescaggio. È evidente che per ambire a qualcosa di importante manca ancora una punta forte, un uomo che possa garantire una ventina di gol, e magari anche un po’ di qualità ed esperienza proprio dietro a quella punta. Mister Cotta mi piace, è una persona di esperienza e sono certo che farà bene. Ora torno ad essere tifoso e poco profondo: la Serie D inizia a starci stretta è ora di puntare in alto”.

La società ha dichiarato più volte di avere un progetto a medio-lungo termine: ti piace questa idea?
“Assolutamente sì. Quello che stanno facendo al Centro Sportivo delle Bustecche è fondamentale per una squadra che ambisce a qualcosa di importante. Un appunto lo voglio fare sullo stadio: è da sempre la nostra casa e deve rimanere tale. Sono consapevole che ora è tutto in mano al Comune, che non esiste una convenzione e che i disagi durante la partite non dipendono dal Varese. Per noi tifosi è però importante che anche il Franco Ossola torni ad essere il nostro fortino e che la società possa fare qualche miglioria per renderlo più accogliente”.

Un ultimo pensiero per gli ‘ultras’: le prossime due stagioni saranno senza curva.
“Al di là di alcuni episodi estremi che ritengo siano ovviamente da condannare, la curva è il cuore pulsante della tifoseria. È quella che incita di più la squadra con cori e coreografie, per questo spiace sapere che non potranno essere più presenti allo stadio e in trasferta. Vuol dire che tutti noi dovremo fare qualcosa in più per sostenere i nostri beniamini, la città si deve stringere intorno al Varese per tornare grandi. Forza Varese, torniamo protagonisti e che la foto in viaggio del ‘Gruppor Ansia‘ sia ben augurante per la prossima stagione”.

Michele Marocco

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