Tempo di bilanci. Inevitabile, archiviato il campionato, tirare le somme sulla stagione del Girone B di Serie D che, con l’ultimo turno playoff di domenica, ha elargito tutti i suoi verdetti: Lumezzane in Serie C, Alcione in alto nella graduatoria ripescaggi, Sona e Caronnese retrocesse sul campo, Breno e Folgore Caratese ai playout (con la vittoria a tavolino del Città di Varese a ribaltare il verdetto del campo). Riviviamo la stagione attraverso il nostro pagellone:

LUMEZZANE – 9+

Era la squadra più forte (si sapeva), avrebbe vinto il campionato (si sapeva)… ma che fatica! Forse i bresciani si sono adagiati sugli allori dopo il girone d’andata dominato, o forse hanno semplicemente pagato il fisiologico calo che ogni squadra deve affrontare, ma nessuno si poteva immaginare che il Lumezzane avrebbe vinto solo all’ultima giornata. Merito di un Alcione esaltante, certo, ma nessuno mette in dubbio la superiorità dei rossoblù che hanno conquistato con merito la Serie C e sono pronti ora a giocarsi la semifinale della Poule Scudetto. Progettualità e serietà per riportare una piazza storica nel professionismo. Semi-dominante (con merito)

ALCIONE – 9

Che dire, a inizio stagione nessuno avrebbe scommesso un nichelino sul fatto che gli orange milanesi avrebbero rappresentato l’alternativa numero uno al Lumezzane. Invece, dopo un inizio in salita, l’Alcione ha acquisito consapevolezza rosicchiando punti su punti a quel Lumezzane che sembrava irraggiungibile arrivando a tenere in vita il campionato fino all’ultima giornata. Non domi, i milanesi si sono imposti nei playoff di girone conquistando (in attesa dell’ufficializzazione) una buona posizione nella graduatoria ripescaggi. Chapeau

CASATESE – 8.5

Senza mai apparire e senza mai sfigurare, i lecchesi sono costantemente stati una presenza fissa dell’alta classifica e con merito si sono accaparrati un piazzamento playoff. Al netto di un periodo di lievissima flessione, i biancorossi si sono confermati rocciosi in difesa (26, solo il Luemzzane ha subito meno con 20) e la solidità del reparto arretrato ha saputo bilanciare una relativa sterilità in attacco (dodicesimo reparto con appena 38 gol all’attivo). Primo scoglio playoff superato con successo salvo poi arrendersi all’Alcione in una partita comunque tirata e combattuta fino alla fine. Costante

PONTE SAN PIETRO – 8

Dopo una prima parte di stagione nettamente al di sopra delle aspettative e chiusa in piena zona playoff, i bergamaschi hanno leggermente abbassato i ritmi. Leggermente, per l’appunto, perché anche nel girone di ritorno non sono mancate le tante soddisfazioni e l’aver chiuso un campionato al settimo posto (49 punti, -4 dai playoff), quando a bocce ferme si pensava di dover lottare per non retrocedere, significa che il cammino è stato nettamente al di sopra delle aspettative. Inossidabile   

ARCONATESE – 7.5

Le aspettative della vigilia parlavano di un’Arconatese in grado di competere nelle zone altissime della classifica, e così è stato ma… in ritardo. Dopo un girone d’andata nettamente al di sotto delle aspettative, mister Livieri è riuscito a trovare la giusta quadra e gli oro-blu si sono consolidati in alto arrivando al quarto posto e conquistando così per la prima volta nella propria storia i playoff. Traguardo di tutto rispetto (sconfitta in semifinale con la Casatese), ma la sensazione è che si poteva fare qualcosina in più; la stagione, comunque sarà di buon auspicio per il futuro. La sveglia è suonata troppo tardi

DESENZANO – 7.5

Meccanismo ingolfato finché la marcia non è finalmente entrata: rimonta pazzesca dalla zona playout alla zona playoff che è valsa un quinto posto finale in grado (parzialmente) di risollevare una stagione nata storta. La post-season è terminata subito con la sconfitta contro l’Alcione, ma arrivare a giocarsi la semifinale è già stata una bella rivincita dopo le tante critiche incassate nel girone d’andata; la cavalcata del girone di ritorno dimostra comunque le potenzialità che aveva questo gruppo e, in ottica futura, la stagione servirà da lezione. Quanti rimpianti

SPORTING FRANCIACORTA – 7

Il girone di ritorno doveva essere quello del riscatto per una squadra che ha dovuto avere a che fare con la mala sorte per tutto il cammino d’andata. Lo è stato in parte perché la rincorsa al quinto posto è sfumata nelle ultime giornate (complice anche il preventivabile calo fisico) con un sesto posto a -3 dal Desenzano che un po’ fa male; il Franciacorta è comunque stata una squadra ostica per chiunque e dalle parti di Adro non mancano i rimpianti per ciò che quest’annata avrebbe potuto essere. Sfortunata  

VARESINA – 7

Stagione a due facce, come riconosciuto da mister Spilli, ma il giudizio complessivo non può che essere pienamente sufficiente: la Varesina approcciava la stagione da neopromossa, con tutti i dubbi e le incognite del caso, ma il girone d’andata ha spazzato via qualsiasi perplessità ipotecando fin da subito la salvezza. Poi, una volta acquisita la matematica certezza della permanenza in categoria, qualcosa si è spezzato e il sogno playoff (sempre ad un passo) è sfumato a causa degli ultimi risultati negativi. Non cambia, comunque, il giudizio su una stagione super-positiva che è servita a consolidare la Varesina nella massima categoria dilettantistica: dall’anno prossimo ci si aspetta un salto di qualità. Promossa

VIRTUS CISERANOBERGAMO 7

In linea generale, la compagine bergamasca ha rispettato i pronostici della vigilia e l’andamento della prima parte di stagione: la Virtus chiude a metà classifica a 48 punti un campionato di medio livello, fatto di risultati importanti alternati a clamorose debacle. Montagne russe

BRUSAPORTO – 6.5

Tra le squadre di media-alta classifica è quella che ha deluso di più e l’andamento calante del campionato lo dimostra: il Brusaporto aveva tutte le qualità per competere con le big (a maggior considerando il potenziale offensivo con un certo Alberti), ma qualcosa non ha funzionato nello scacchiere tattico dell’ex Varese Filippo Carobbio. Potrebbe, ma non si applica

VILLA VALLE – 6.5

Visti i valori in campo ci si aspettava forse una salvezza più tranquilla da parte dei giallorossi ma, a conti fatti, hanno raggiunto l’obiettivo senza troppi patemi: sconfitte che non sono mai influite negativamente, vittorie nei momenti giusti e pareggi preziosi. Galleggiante

FOLGORE CARATESE – 6

Poco da dire, anche perché molto è già stato detto. Per quelle che erano le aspettative, i brianzoli di Giuliano Melosi hanno tenuto un rendimento al di sopra delle aspettative per tutta la stagione e solo all’ultimo sono stati invischiati nella bagarre playoff che li ha visti coinvolti nel playout contro il Città di Varese: il campo ha dato il suo verdetto (e nessuno toglie alla Folgore Caratese i giusti meriti), ma la giustizia sportiva ha avuto l’ultima parola. Quanto successo sarà senz’altro d’esempio per chiunque altro: prima di entrare sul terreno di gioco è opportuno controllare l’altezza delle porte. Questione di centimetri

REAL CALEPINA – 6

Un campionato intero ad inseguire per poi gioire alla fine. La Real Calepina è sembrata fin dall’inizio essere una delle vittime designate per la centrifuga playout e, invece, i bergamaschi a suon di “pareggite” (18 volte segno X) si sono portati fuori dalle sabbie mobili conquistando all’ultimo turno quella dodicesima posizione che vuol dire ancora una volta Serie D. Determinata  

BRENO – 5.5

I bresciani hanno fatto un mezzo miracolo. Mezzo, per l’appunto, e i rimpianti sono davvero tanti. Dopo un girone d’andata disastroso, il Breno si è riassestato e con un ottimo mercato invernale si è attrezzato per una scalata apparentemente impossibile: la rincorsa è stata incredibile e per un breve lasso di tempo i bresciani hanno assaporato anche la salvezza diretta. Sfumato il sogno, il playout contro i Seregno non ha avuto l’esito sperato e il pareggio dopo 120’ ha premiato i brianzoli; resta, comunque, l’immagine di una squadra che non ha voluto rassegnarsi al suo destino lottando fino all’ultimo secondo con onore per mantenere la categoria. Coraggiosa  

CITTÀ DI VARESE – 5

Nel modo in cui nessuno si sarebbe aspettato il Città di Varese è riuscito a restare aggrappato alla Serie D: nonostante la sconfitta playout la salvezza è arrivata in Tribunale e i biancorossi se la tengono stretta. Ovviamente l’accaduto non cancella la stagione che, senza troppi giri di parole, è stata disastrosa: approcciato il campionato con ambizione di vittoria (e all’esordio è arrivata una gran vittoria contro l’Alcione), il Varese è stato smembrato da decisioni quantomeno discutibili. Via Porro, dentro De Paola: mercato invernale all’inverno (squadra numericamente più corta e, a conti fatti, indebolita) che non è riuscita a far fronte alle difficoltà andando incontro ad un ko dopo l’altro. Via De Paola, dentro (di nuovo) Porro: la scossa ha questa volta avuto un minimo d’effetto e la squadra ha provato a cambiare marcia conquistando quantomeno l’affetto del pubblico. Anche durante e dopo il playout contro la Caratese il pubblico è sempre stato dalla parte dei giocatori e tutti erano pronti a ripartire dall’Eccellenza. Così non è stato: il Varese avrà un’altra occasione, ma inevitabilmente qualcosa dovrà cambiare e Antonio Rosati è già sceso in campo iniziando la sua rivoluzione con l’addio del fu DS Alessandro Merlin. Da ricostruire

SEREGNO – 5

L’impegno profuso dalla squadra sarebbe da dieci, le vicende societarie hanno invece lasciato molto a desiderare e hanno un peso specifico non indifferente sulla valutazione complessiva, anche perché adesso sorge una semplice domanda: cosa accadrà? La squadra ha conquistato la salvezza sul campo, ma la società riuscirà ad iscriversi al prossimo campionato? Interrogativi che dovranno trovare una risposta, ma una stagione del genere (al netto della salvezza) non può essere giudicata sufficiente. Ok, ma il futuro?

SONA – 5

Tante aspettative, tanta confusione nel sopravvalutare una rosa che, a conti fatti, non poteva rispettare le attese. Tira e molla con il tecnico e stagione apparsa compromessa fin dalle prime sfide: il costante inseguimento non è valso ai veneti il risultato sperato anche se, soprattutto con alcuni importanti guizzi nel finale, hanno provato a tener vivo il proprio campionato. Con onore

CARONNESE – 4

Poco da dire: la stagione rossoblù è sotto gli occhi di tutti (appena due vittorie e nove pareggi per 15 punti, peggior attacco e peggior difesa) e la Caronnese è sembrata essere spacciata fin dall’inizio. La sconfitta nel derby di Varese è stato forse il colpo di grazia e la società ha poi ritenuto opportuno provare a dare la scossa alla squadra esonerando mister Moretti per chiamare Antonio Palo; mossa che, con il senno di poi, non ha pagato e l’ex biancorosso (richiamato per salvare il salvabile) ha solo potuto traghettare la squadra verso la retrocessione, arrivata (ironia della sorte) proprio nel match di ritorno contro il Varese. Da dimenticare

Matteo Carraro

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