Bene, ma non benissimo. Il Città di Varese dopo un’annata del genere potrebbe invece quasi dire: male, malissimo, ma in fondo non va così male. A due settimane di distanza da quel 14 maggio da incubo i cuori dei tifosi biancorossi stanno tornando a battere regolarmente: la retrocessione sul campo contro la Folgore Caratese è stata una pagina tristemente nera ma, inevitabilmente, la salvezza arrivata a tavolino ha fatto tirare a tutti un bel sospiro di sollievo.

L’accaduto non cancella comunque una stagione disastrosa dal punto di vista sportivo, un campionato approcciato con velleità di classifica salvo poi smembrare la squadra e la tranquillità del gruppo con scelte alquanto discutibili che, a conti fatti (parlare con il senno del poi è facilissimo, lo sappiamo), si sono rivelate sbagliate. Salvato il salvabile il Città di Varese versione 4.0 ha già iniziato a lavorare alla quarta stagione in Serie D con un Antonio Rosati determinato a invertire il trend e riportare la piazza dove merita; inevitabile, però, rivivere l’annata attraverso voti e giudizi ai protagonisti. Dopo gli appuntamenti con portieri e difensori, e centrocampisti e attaccanti, chiudiamo quest’oggi con staff e dirigenza.

SOCIETÀ

Città di Varese: 5

Ribadiamo quanto detto nel nostro Pagellone del Girone A. Nel modo in cui nessuno si sarebbe aspettato il Città di Varese è riuscito a restare aggrappato alla Serie D: nonostante la sconfitta playout la salvezza è arrivata in Tribunale e i biancorossi se la tengono stretta. Ovviamente l’accaduto non cancella la stagione che, senza troppi giri di parole, è stata disastrosa: approcciato il campionato con ambizione di vittoria (e all’esordio è arrivata una gran vittoria contro l’Alcione), il Varese è stato smembrato da decisioni quantomeno discutibili. Via Porro, dentro De Paola: mercato invernale all’inverno (squadra numericamente più corta e, a conti fatti, indebolita) che non è riuscita a far fronte alle difficoltà andando incontro ad un ko dopo l’altro. Via De Paola, dentro (di nuovo) Porro: la scossa ha questa volta avuto un minimo d’effetto e la squadra ha provato a cambiare marcia conquistando quantomeno l’affetto del pubblico. Anche durante e dopo il playout contro la Caratese il pubblico è sempre stato dalla parte dei giocatori e tutti erano pronti a ripartire dall’Eccellenza. Così non è stato: il Varese avrà un’altra occasione, ma inevitabilmente qualcosa dovrà cambiare e Antonio Rosati è già sceso in campo iniziando la sua rivoluzione con l’addio del DS Alessandro MerlinDa ricostruire

Stefano Pertile: 6.5

Spesso i rapporti umani vengono tralasciati o momentaneamente accantonati per riprenderli quando fa comodo. Il vicepresidente biancorosso non si è invece mai negato al dialogo, anche solo informale, con chiunque a cominciare dai tifosi e passando soprattutto per i giocatori dando una parola di conforto o una strigliata quando serviva. Elementi del genere fungono da prezioso collante all’interno di un gruppo e, soprattutto in caso di risultati positivi, possono servire da turbina. Non è purtroppo stato il caso del Varese di quest’anno ma Pertile, pur senza avere chissà quale potere decisionale, ha giocato la sua parte. Indispensabile

Alessandro Merlin: 5

Formalmente non è mai stato indicato come “direttore sportivo”, bensì come “responsabile mercato”. Poco cambia. A fare il mercato del Città di Varese doveva essere lui e, volente o nolente (con pieni poteri o limitato potere decisionale a seconda delle versioni), la missione è fallita: il Varese non è stato all’altezza del compito e il campo lo ha dimostrato. Non a caso, con la rivoluzione di Rosati la sua testa è stata la prima a cadere. Bocciato

Stefano Amirante: 5

Stagione da dimenticare per il Città di Varese e i tifosi ci hanno messo poco ad individuare nel presidente il responsabile numero uno del fallimento sportivo biancorosso. La curva non ha perso occasione per bacchettarlo e la gestione discutibile dello spogliatoio (e della comunicazione societaria) ha fatto il resto: fin dall’inizio dell’anno si è percepito troppo distacco nei confronti della piazza e delle persone, soprattutto a livello empatico, e la mancanza di risultati non ha certamente aiutato. La summa dell’annata sportiva si è raggiunta con una dolorosissima retrocessione sul campo ma, ancora una volta, la curva e i tifosi si sono schierati al fianco della squadra criticando aspramente la società nella figura proprio del presidente. Di contro, però, gli va dato atto dell’abilità giuridica: dopo il passaggio dalla Terza Categoria alla Serie D, è riuscito a salvare il Varese a tavolino e ora la società biancorossa avrà un’altra opportunità all’apice del dilettantismo. Vince ma non convince

ALLENATORI

Gianluca Porro: 6+

La prima vittima sacrificale di un progetto nato sotto i presupposti sbagliati è stato lui: esonerato dopo cinque giornate, è stato richiamato nel mezzo del girone di ritorno per salvare il salvabile. Grazia alla sua spinta emozionale il gruppo è riuscito a compattarsi e trovare un minimo di identità, risalendo la classifica fino a garantirsi la possibilità di provare a salvarsi ai playout. Missione fallita, ma il tentativo c’è stato e la curva (con tanto di nuovo coro a lui dedicato) gliel’ha riconosciuto: forse (con il senno di poi è sempre facile parlare, per quanto con i se e con i ma non si vada da nessuna parte) se gli avessero dato la possibilità di continuare dopo le prime cinque giornate tra luci e ombre le cose sarebbero andate diversamente. Vittima degli eventi

Neto Pereira: 6

Presenza costante sulla panchina biancorossa facendo da spalla e studiando in vista di un futuro da primo allenatore; il tutto risultando un collante importante all’interno dello spogliatoio. Il tirocinio è passato tra alti (lo scorso anno) e bassi (questa stagione) ma per farsi le ossa c’è bisogno anche di passare da momenti del genere: intanto il patentino è in saccoccia; vedremo per il futuro. Prezioso

Luciano De Paola: 4.5

Arrivato con la nomea di tecnico in grado di dare la scossa, l’allenatore calabrese ha purtroppo deluso le aspettative. La scossa c’è stata, ma in negativo: il gruppo, già evidentemente fragile a livello emotivo, è stato letteralmente distrutto dalla personalità prorompente di De Paola. Prima si sono registrati tanti (troppi) addii, poi è mancata l’amalgama con i nuovi: i risultati disastrosi a livello sportivo e la mancanza di risultati ha portato all’inevitabile esonero (quando forse ormai era troppo tardi). Distruttore

STAFF

Paolo Bezzi: 6

A volte il Varese è sembrato in debito d’ossigeno, ma non è questione di condizione: è capacità, da parte delle altre squadre, di correre meglio. Di sicuro il gioco del Girone B si è dimostrato più fisico e dinamico rispetto al Girone A, aspetto che probabilmente il Varese ha pagato soprattutto da un punto di vista psicologico. In allenamento i ritmi alti e ben cadenzati non sono mai mancati; è mancato, invece, qualcosa in partita, ma non a livello fisico. Essenziale

Angelo Castelli: 6

Insieme a Gianluca Porro ha avuto la lucidità (e, per certi versi, anche la necessità) di prendere da parte Moleri e fargli capire che in certe occasioni è meglio staccare momentaneamente la spina per riprendere le energie. Allo stesso tempo, per tutta la stagione, ha saputo tenere sul pezzo Priori e i risultati si sono visti nelle ultime partite. Concentrato e propositivo in ogni sessione di allenamento, il suo l’ha fatto. Lavoratore silenzioso.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui