Che il Città di Varese abbia tradito le aspettative dei tifosi (ma non solo) è un dato di fatto e non c’è quasi bisogno di ribadirlo. Il quindicesimo posto con appena 16 punti frutto di 20 gol fatti e 31 al passivo (la peggior difesa) collocano i biancorossi in piena zona playout e l’obiettivo stagionale è pertanto stato rimodulato dal lottare per vincere il campionato al lottare per la mantenere la categoria.

Al giro di boa di una stagione fin qui deludente e “arricchita” (si fa per dire) da politiche societarie che hanno portato ad un radicale rivoluzionamento della rosa (in meglio o in peggio lo dirà il girone di ritorno) è comunque tempo di bilanci e non può mancare il classico Pagellone. Chiudiamo quest’oggi con staff e dirigenza.

SOCIETÀ

Stefano Pertile 6.5

Formalmente sarebbe il vicepresidente, ma di fatto è un vero e proprio tuttofare a stretto rapporto con la squadra e sempre pronto a “sporcarsi le mani” lavorando attivamente all’Ossola insieme agli steward prima e dopo le partite. Non contento è anche il primo a presenziare ad ogni partita della Juniores con lo stesso entusiasmo animato dalla passione per quei colori biancorossi che non potrà mai venire meno. La curva ha spesso chiesto che la società mettesse la faccia e lui è stato l’unico ad andare sempre a confronto con i tifosi. Onnipresente

Alessandro Merlin 5

Dovrebbe essere il direttore sportivo, anche se la terminologia non piace al presidente; pertanto, nella commissione mercato, riveste il ruolo di responsabile del mercato. La sensazione, però, è che spesso si sia trovato con le mani legate (anche in estate) dovendo adempiere alla volontà di altri: con una squadra smantellata servivano una serie di rinforzi a dicembre che sono arrivati solo in parte, ragion per cui mister De Paola non può essere contento e, a più riprese, lo ha fatto capire in maniera abbastanza eclatante. In difficoltà

Città di Varese 4.5

Nel Pagellone del Girone B di Serie D il voto del Varese è risultato un 4.5 per tutta una serie di ragioni che vanno dalle aspirazioni di inizio anno all’evoluzione della stagione passando per la gestione di diverse situazioni, senza dimenticare il confronto con le altre squadre. Un concentrato di errori che valgono l’attuale posizione in classifica, in piena red-zone. La speranza è che la pausa resetti mentalmente il gruppo, pronto a ribaltare il girone d’andata nelle prossime diciassette partite per blindare la permanenza in categoria. Un traguardo che doveva essere già messo in ghiaccio a questo punto della stagione. Inconcepibile

Stefano Amirante 4

Nonostante una conferenza stampa di quasi tre ore per giustificare le scelte intraprese quest’anno (sostenendo di aver agito nel migliore dei modi in ogni circostanza) è evidente che qualcosa non abbia funzionato. Lo dimostrano le parole (ben poco al miele) di Ezio Rossi e, soprattutto, di Gabriele Premoli che ha accusato la società, e quindi il presidente in prima persona, di mancanza di rispetto. La stagione biancorossa si era aperta con grandi aspettative da parte dei tifosi e con settimane di silenzi da parte della società per preparare il grande balzo in Serie C che alla fine non c’è stato; pertanto, le aspettative sono state rimodulate nella presentazione della stagione sostenendo di voler vincere la Serie D. La già ben presente delusione dei tifosi si è poi accentuata visto il disastro dei mesi successivi: l’avvicendamento in panchina non ha portato ad alcuna scossa, anzi, ha condotto ad una rivoluzione nell’organico con un trattamento discutibile nei confronti dei propri tesserati (Disabato, Mapelli e Premoli su tutti). La comunicazione è poi sempre stata un aspetto carente e le dichiarazioni per motivare tali decisioni non hanno fatto altro che scatenare ancor di più l’ira dei tifosi; la gestione del mercato, infine, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Stando però alle sue parole, la bolla social di haters è un piccolo contenitore che non riflette il sentore di una città fortemente vicina al Città di Varese; i numeri dell’Ossola (ai minimi storici), in realtà, dicono il contrario. Nessuno mette in dubbio l’importanza di quanto fatto nel 2019 riportando il calcio a Varese con un sano progetto dalla Terza Categoria; forse, però, in Serie D serve qualcosa in più, a cominciare da una maggior empatia. Fermo sulle sue posizioni

ALLENATORI

Gianluca Porro – 6

C’era davvero tutta questa fiducia in lui? La sensazione è che la dirigenza non aspettasse altro che qualche risultato negativo per tagliarlo fuori e il divorzio tra le parti è arrivato dopo cinque giornate di campionato. Cinque turni coincisi con una vittoria sull’Alcione (oggi secondo), due sconfitte e due pareggi: media di un punto in cinque partite, chiaramente poco per una squadra che puntava a vincere. Pensando a quanto successo dopo si potrebbe dire che l’avvicendamento in panchina è stato il primo passo della dissoluzione di quel gruppo che aveva fatto sognare i tifosi ai playoff: a Porro, un allenatore alla prima vera e propria esperienza, non è stato dato il tempo di lavorare sulla prima vera e propria difficoltà. La squadra (tra l’altro costruita dalla commissione mercato non come avrebbe voluto lui) era con il tecnico fin dal principio e poteva aver le carte in regola per uscire dal momento delicato di inizio stagione. Non si avrà mai la controprova. Declassato

Neto Pereira – 6

Neto Pereira-Varese, un sodalizio che è destinato a continuare. Non è mai stato un chiacchierone, anche perché preferisce parlare solo quando serve: da Rossi a De Paola passando per la parentesi Porro, l’ex attaccante si sta dimostrando un elemento imprescindibile del corso Città di Varese e non mancano tifosi che lo vorrebbero direttamente al timone della squadra. Costante

Luciano De Paola – 5.5

Prendi De Paola e sai cosa aspettarti: il tecnico calabrese ha una personalità che definire forte è riduttivo e ovunque è andato, almeno all’inizio, ha sempre dato una scossa al gruppo. Varese ha evidentemente fatto un’eccezione visto che la squadra, soprattutto nei primi allenamenti, sembrava quasi in soggezione. Il risultato è stato un disastroso derby perso contro la Varesina e un cammino a singhiozzo intervallato solo dalla vittoria di Desenzano con Neto in panchina. Lo stesso tecnico ha più volte sottolineato come fosse il primo ad essere arrabbiato per il fatto di non riuscire a dare la svolta (11 punti in 12 incontri, media più bassa di quella di Porro) e non ha mai perso occasione per chiedere rinforzi (parzialmente arrivati) alla società; forse è mancato qualcosa anche da parte sua e prendere una posizione netta contro la società (“Chi ha detto che questa squadra poteva ambire a vincere ha venduto fumo“) non ha certo contribuito alla tranquillità della squadra. L’augurio è che da gennaio possa esserci un cambio di rotta. Vulcanico

STAFF

Paolo Bezzi – 6

Rispetto all’anno scorso si ha la sensazione che al Varese possa mancare qualcosa anche a livello fisico; si tratta però solo di una sensazione, probabilmente dettata dal fatto che i ritmi del Girone B sono ben diversi rispetto a quelli del Girone A. Nel complesso la squadra è fisicamente sana (al netto dei soliti problemi che nel corso di una stagione possono capitare) e il lavoro di Bezzi non si discute anche perché, come sottolineato da Ezio Rossi, meriterebbe palcoscenici ben più prestigiosi. Promosso

Angelo Castelli – 6

Scelta di prima qualità che un certo Achille Mazzoleni rivorrebbe con sé a Castellanza (i due erano insieme due anni fa nella stagione da urlo della Castellanzese chiusa con il trionfo playoff). Sorrisi sinceri per un gran lavoratore che ha tra le mani due interessantissimi prospetti da coltivare: il problema, come anticipato proprio nel pagellone degli estremi difensori, è che non si possono fare miracoli ad ogni partita e se la fase difensiva della squadra non funziona un portiere, per quanto forte, può limitarsi a salvare solo in qualche circostanza, non in tutte. Incolpevole

Matteo Carraro

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