Qui c’è davvero da dare i numeri. Con il ritorno di Mimmo Di Carlo sulla panchina del Pordenone (vacanza surrogata da Mirko Stefani che ha fatturato solo 8 punti in 6 giornate), i cambi stagionali di guida tecnica in Serie C sono saliti alla considerevole quota di 61 (20 nel Girone A). Soltanto 19 squadre su 60 (FeralpiSalò, Pro Sesto, Virtus Verona, Arzignano, Juventus Next Gen e Pro Patria nel raggruppamento Nord), hanno ancora in panca lo stesso inquilino di inizio annata. Mentre sono 18 i club che hanno ribaltato lo staff più di una volta. Il record spetta al Foggia che ha visto avvicendarsi 5 tecnici (Roberto Boscaglia, Antonio Gentile per una sola transitoria giornata, Fabio Gallo, Mario Somma e Delio Rossi), per un totale di 13 negli ultimi 5 Campionati dei Satanelli. Quanto sopra per un combinato disposto di 115 allenatori impiegati nel 2022/23 in Lega Pro. Per la cronaca, l’anno passato i tecnici furono 101 con 60 cambi e 28 club alieni alla sostituzione. Nell’intera Serie C solo 7 allenatori (Vecchi/FeralpiSalò, Fresco/Virtus Verona, Tabbiani/Fiorenzuola, Maraia/Pontedera, Diana/Reggiana, Volpe/Virtus Entella e Di Donato/Latina) sono in sella da 2 interi campionati.
Numeri non certo coerenti con (supposti) progetti tecnici e ristrettezze economiche della terza serie. Al di là del malcostume utile spesso a nascondere responsabilità riconducibili alle proprietà o ai vertici societari, resta il dato di sistema che andrebbe invece debitamente sfruculiato. Sia come sia, a fianco di pescatori, autotrasportatori di legname e piloti (le 3 professioni ritenute statisticamente più pericolose), converrà sommare anche quella di allenatore di Serie C. Il concetto di turnover forse è stato preso troppo alla lettera. Allargandolo anche a chi dovrebbe invero applicarlo.
Giovanni Castiglioni