Inizia il tour de force della Pallacanestro Varese che, con l’inizio della FIBA Europe Cup, giocherà ogni tre giorni, in una sorta di maratona che accompagnerà i biancorossi fino ad oltre la metà di novembre.

L’esordio di questa sera, ore 18:30 contro il Keravnos a Nicosia, arriva dopo la doppia sconfitta di campionato contro Virtus Bologna e Tortona per i biancorossi che in coppa possono trovare riscatto e nuove certezze. Del momento della OJM, in campo europeo Itelyum, ne abbiamo parlato con il Responsabile Scouting biancorosso, Matteo Jemoli.

Cosa le lascia la sconfitta con Tortona?
“Parecchia amarezza. Ci dispiace davvero tanto non essere riusciti a prendere i due punti, però alla fine credo che siano più le cose positive rispetto a quelle negative che possiamo prendere dalla partita. Abbiamo fatto uno step in avanti dal punto di vista difensivo, soprattutto nel secondo tempo, dove abbiamo lavorato meglio nella lotta a rimbalzo. 80 punti subiti sono un totale accettabile, è chiaro che a noi è mancata la nostra solita produzione offensiva ed è questo che penso ci abbia penalizzato di più. Hanlan e Brown hanno fatto sicuramente un’ottima partita, mentre tra le cose meno buone sicuramente mettiamo la lotta a rimbalzo del primo tempo e quell’empasse offensiva del terzo quarto che non ci ha permesso di scappare via quando avevamo l’inerzia del match dalla nostra parte. Peccato per il risultato, perché vincere in casa contro una squadra importante come Tortona sarebbe stato un bel colpo”.

Ha detto delle difficoltà a rimbalzo del primo tempo, secondo lei come si supera questa situazione?
“Deve esserci un gran lavoro di squadra. E’ chiaro che in alcuni momenti poteva prenderli Cauley-Stein e non li ha presi, ma in altri casi ci sono stati diversi rimbalzi lunghi, palle mezze e mezze ed in quei casi le nostre guardie ed ali devono essere più vicine al pitturato per prendere rimbalzo. E’ un lavoro di squadra e dobbiamo migliorare in questo, però è stato lampante questo nel primo tempo, nella ripresa abbiamo secondo me fatto molto meglio a rimbalzo”.

In queste prime gare si sono visti continui cambi difensivi, cosa che accadeva anche lo scorso anno, dove però la squadra aveva più fisicità. Le difficoltà nel reggere i miss match finora sono dovute agli avversari incontrati o si può migliorare qualcosa?
“Nella partita con Pistoia questo atteggiamento aveva pagato dividendi positivi. Contro squadre più grosse come Virtus e Tortona, invece, abbiamo sofferto di più su questa situazione. E’ un’arma tattica che abbiamo nel nostro arsenale e che credo continueremo ad usare. Non facciamo però solo questo, alle volte con quintetti ad hoc fare questo è più semplice e produce subito dividendi, con altri è più difficile. Fa parte del nostro bagaglio ma anche di quelle cose che dobbiamo imparare a migliorare”.

Come, in questo momento, la squadra può aiutare Cauley-Stein ad entrare di più nel gioco?
“Correndo di più, giocando di più in transizione, rubando qualche canestro nei primi secondi dell’azione e riuscendo a coinvolgerlo di più nelle situazioni di pick’n’roll. Non è però una questione di singoli ma sempre di squadra. Serve un gioco di gruppo, più d’insieme ed il fatto d’iniziare a giocare sempre più spesso, ci aiuterà a conoscerci sempre di più e meglio”.

A chi le dice che questa squadra manca di un play puro cosa risponde?
“Che non so quante squadre ce l’abbiano nel mondo ed in Europa. È sempre difficile avere quel tipo di giocatore, quasi non ce n’è più nel basket moderno. Alla fine quando dici play vuol dire tutto e niente: non ce ne sono tantissimi, noi abbiamo la nostra filosofia che deve essere portata avanti dai giocatori che abbiamo preso senza etichettare i ruoli. La nostra filosofia va oltre il ruolo e l’etichetta”.

Quanto la sta sorprendendo la crescita di Brown, esponenziale rispetto alle prime due gare dell’anno, ma anche di Ulaneo, che con Tortona ha usate bene il corpo in difesa..
“Brown è stato bravo con Tortona perché alla fine ha forzato pochissimo, si è preso i tiri che doveva, li ha messi ed ha saputo ben interpretare il contesto di gioco. Anche Scott ha fatto una bella gara a livello di energia, di corsa, di voglia, ha portato fisicità e questo deve continuare a farlo”.

La partita contro il Keravnos quanto può essere importante per la crescita del gruppo?
“Tanto, queste partite in coppa ci devono aiutare nell’amalgama di squadra, per crescere ed essere sempre più compatti ed uniti. Sono convinto che già a partire dalla gara di stasera potremo crescere nel gioco d’insieme, imparando a superare anche i momenti di stress e pressione che si creeranno”.

Domenica invece arriva Trento, una squadra che ha iniziato bene e che segue un po’ la filosofia di basket che dall’anno scorso si porta avanti qui a Varese, influenzata dalla presenza in panchina di coach Galbiati. Quale può essere la chiave di volta del match per Varese?
“Trento è una squadra che ha iniziato bene, adesso ha qualche giocatore acciaccato, prova a giocare un basket di alto ritmo, ha dei giocatori a cui piace questo, atleti importanti, anche tra gli italiani con Alviti e Biligha che sono a supporto di un buonissimo gruppo di stranieri. Sarà una partita tosta, come ogni domenica, contando che loro fanno anche l’Eurocup e sono abituati a giocare ogni tre giorni, per noi invece sarà la prima volta che giochiamo ogni tre giorni. Sarà un test importante ma credo che ci faremo trovare pronti”.

Alessandro Burin

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