Il Maestro Talamona dalla lunghissima esperienza, presso il Kodokan di Varese, ci spiega i metodi di combattimento nella nota arte marziale nipponica, ne racconta l’approdo in Italia, e illustra anche il suo progetto “cinture d’argento”, approvato dalla FIJLKAM.
Maestro Talamona, come si avvicinò al Judo?
“All’ età di sedici anni iniziai a praticare la lotta greco-romana, ma decisi di praticare una disciplina nel complesso più mentale e meno fisica, come il Judo, del quale mi appassionarono le tecniche e anche la sua propensione al rigore e al rispetto delle regole. Nel 1968 divenni cintura nera e nel 1971 fondai il Kodokan Varese. Quest’ arte marziale giapponese è diffusa in tutto il mondo grazie alla sua grande valenza psicologica ed educativa e qui in Italia fu tramandata dai marinai romani che erano approdati sulle coste del Sol Levante e che, affascinati dalla disciplina, si allenavano già sulle loro navi durante il lungo viaggio di ritorno. In passato, noi del Kodokan di Varese abbiamo avuto una buona squadra di judoka agonisti e nel 1981, tra le allora trecentonovantotto scuole o dojo, ci classificammo decimi, per il numero di medaglie vinte nei campionati. Il nostro Judo è basato soprattutto su rispetto, autocontrollo, sport, coordinazione, autodifesa e non solamente sull’esercizio fisico e sulla tecnica di combattimento. Nella nostra palestra prevalgono quei principi educativi originari codificati dal professor Jigoro Kano, il fondatore del Judo”.
Qual è il suo giudizio in merito alla Giornata Mondiale del Judo?
“Nella Giornata Mondiale del Judo, nota anche come World Judo Day e citata molto anche sui social network, che si svolge il 28 ottobre di ogni anno, si festeggia in onore e memoria del Maestro Jigoro Kano, perché fu la sua data di nascita. In Giappone, siccome il Judo è lo sport più diffuso a livello nazionale, questa è una ricorrenza ufficiale e celebrata presso il Kodokan di Tokyo. Il Kodokan della capitale nipponica fu fondato nel 1882 proprio dal Sensei Kano e si tratta di un centro di formazione nell’ universo del Judo: un palazzo di otto piani, il quale comprende una caffetteria e una sala conferenze, al settimo piano troviamo la palestra principale mentre l’ ottavo piano è riservato agli spettatori. In generale qui in Italia, questa giornata è solo ricordata ma alcuni dojo la festeggiano. Secondo il Maestro Kano, l’ ideogramma giapponese JI-TA-KJO è un pilastro fondamentale del Judo, che vede lo sport come metodo di miglioramento sociale attraverso la sportività e anche il fatto di porre l’individuo disponibile nel supportare e aiutare gli altri, mettendo a disposizione le sue esperienze e conoscenze”.
Quest’arte marziale prevede anche il combattimento da terra?
“Sì, ma in generale si inizia in piedi e da terra si lotta nel momento in cui l’atleta subisce una proiezione non completata. Questo metodo prevede delle leve articolari nei confronti del gomito, l’immobilizzazione dell’avversario per venticinque secondi e anche gli strangolamenti. Attualmente, nel duello in piedi, sono consentite solo le tecniche di proiezione e non sono ammesse né le leve né gli strangolamenti e nel complesso può durare dai due ai quattro minuti. Il Judo educa la persona sia in palestra che nella società e ritengo che la sua pratica amatoriale sia utile soprattutto a conoscere meglio sé stessi e a intensificare la propria formazione e cultura personale. I colori delle cinture, per i diversi livelli conseguiti, sono anche il segno dell’esperienza nella pratica e anche l’abilità progressiva nel muoversi sul tatami o rettangolo”.
Come si svolge un Katà di Judo?
“Sono eseguiti solo durante i passaggi di grado, e sono le uniche prove nel quale sono incluse delle tecniche di pugno o calcio, per la difesa personale. Anche quest’ ambito, è un settore di impegno specifico, allo scopo di prevenire e contrastare le varie forme di bullismo e violenze. I Katà si svolgono in coppia, e il judoka che esegue l’ attacco è definito come tory, mentre quello che subisce la proiezione, invece come ukè. Simili ad un combattimento, sono simulazioni di gesti tecnici e di posizioni”.
Come questa disciplina può giovare ai bambini e agli adulti?
“Il Judo è anche benessere. Codificato in Giappone, insieme all’Aikido, mentre si praticava prevalentemente il Ju-Jitsu nei paesi dell’Est europeo nell’ex provincie sovietiche centrasiatiche e in India, si è sviluppato recentemente in forma più prevalentemente fisica e acrobatica. Per i bambini ne è previsto un approccio essenzialmente ludico e finalizzato al divertimento, con l’intento di fornire un apporto alla loro crescita psico-fisica, secondo i principi educativi del Sensei Kano, mentre per gli adulti, in particolare, l’ allenamento può favorire la loro concentrazione mentale e l’isolamento dalle problematiche quotidiane. Durante gli esami è richiesta la conoscenza delle tecniche in piedi e da terra e più avanti anche quella del Katà”.
In cosa consiste il progetto “cinture d’argento”?
“Approvato anche dalla FIJLKAM, riguarda un metodo per coinvolgere in palestra gli anziani Over 65, una volta andati in pensione, per far svolgere loro dei movimenti che richiamano in parte le tecniche del Judo. Le finalità principali sono il rafforzamento muscolare, una maggiore elasticità e un migliore equilibrio, allo scopo di prevenire una loro grave caduta. Il Judo è in generale nato come forma educativa ed è anche uno sport olimpico”.
Nabil Morcos