Da Lesmo a Varese. Percorso comune (ma diverso) rispetto a quello di Miriana Romeo, anche se la voglia, la passione e la determinazione di lasciare il segno in maglia biancorossa è la stessa. Tecnica, mancino notevole, qualità e tanta (tantissima) generosità sono le caratteristiche che Arianna Spagna ha portato a Varese.

L’esterno classe ’01 è stato uno dei rinforzi estivi della campagna acquisti bosina e nelle prime giornate ha già trovato il modo per farsi notare, proprio in virtù di quell’attitudine al sacrificio che ben si sposa con la mentalità del gruppo di Andrea Bottarelli. Sacrificio che non è bastato per avere la meglio sul suo passato, ed è proprio dalla sconfitta per 4-1 contro il Lesmo che parte la sua analisi: “Nel primo tempo abbiamo difeso egregiamente, seppur con l’aiuto della fortuna, ma siamo state unite e abbiamo retto bene l’urto di una squadra sicuramente più forte. Nella ripresa c’è stato qualche errore di troppo e, con un pizzico di coraggio in più, forse le cose sarebbero andate diversamente. Diciamo che è andata così: poteva andare meglio, ma anche peggio”.

Per te invece che partita è stata?
“Sapevo che sarebbe stata una sfida carica a livello emotivo e così è stato: i giorni prima li ho sentiti parecchio. Una volta iniziato il match, però, ho resettato tutto e ho giocato come se stessi affrontando un avversario normale. Normale si fa per dire, ovviamente, visto che comunque ci trovavamo davanti la squadra più forte della categoria: credo proprio che saranno loro a vincere il campionato”.

Sei stata tre anni al Lesmo, cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
“Sicuramente sono cresciuta molto a livello sia calcistico che umano. La cosa che più mi ha stupito, e che fortunatamente ho trovato anche qui a Varese, è il gruppo: non pensavo che in uno spogliatoio si potesse stare così bene. Io sono di Olgiate e, guardando mio fratello giocare, ho sempre voluto diventare a mia volta calciatrice, anche se le prime esperienze non sono certo state memorabili. Tra l’Olgiate, la Real Libertas e successivamente il Como ho sempre avuto rapporti molto freddi: ci si allenava, si giocava, ma poi fuori dal campo ognuna faceva la sua vita. A Lesmo invece eravamo tutte unite dentro e fuori e, pur dovendo fare almeno un’ora di macchina, sono sempre andata volentieri ad allenamenti e cene di gruppo”.

E il passaggio a Varese?
“Per quanto stessi bene al Lesmo c’era comunque un discreto sacrificio da fare a livello di tempo e, visti gli studi, ho preferito spostarmi a Varese dove, lo ripeto, mi sono inserita subito al meglio. Fin dal primo colloquio sono rimasta intrigata dal modo in cui mi avevano descritto questa realtà e, adesso che la vivo, posso confermare tutto ciò che avevo sentito dire. Sono stata accolta bene ed è immediatamente nato un gran bel feeling con tutte. Cosa studio? Managment per le imprese in Cattolica: non ho ancora bene in mente cosa fare, ma economia mi è sempre piaciuta e ritegno possa aprire sbocchi importanti per il mio futuro”.

Cosa ti senti di poter dare a questa squadra?
“La mia miglior caratteristica, che forse a volte è un difetto, è l’altruismo: preferisco far segnare piuttosto che segnare. Per questo spero di poter aiutare la squadra a fare quanti più gol possibili e mi auguro di diventare un punto di riferimento per tutte quante”.

C’è un giocatore cui ti ispiri?
“Onestamente no. Sono interista e ritengo che Lautaro Martinez sia davvero bello da veder giocare, ma non posso dire di avere un modello di riferimento anche perché, nello specifico, diciamo che Lautaro segna giusto un pochino più di me (ride, ndr). Il gol? Se arriva sarò la prima ad essere contenta, ma alla base di tutto c’è la squadra”.

Domenica ci sarà uno scontro diretto a Crema: cosa ti aspetti?
“Sicuramente di giocarcela. Crema è sempre un campo difficile, piccolo e corto, contro una squadra ambiziosa che non ha però iniziato al meglio; proprio per questo penso che, con la giusta mentalità, potremo andare là e dire la nostra. A prescindere dal momento degli avversari, che comunque ha una sua valenza, sappiamo di avere le qualità per poter far bene contro chiunque”.

Quali sono le qualità migliori del Varese?
“Individualmente abbiamo calciatrici davvero forti che possono fare la differenza e stiamo imparando a conoscerci sempre di più in campo, aiutandoci a costruire la manovra e arrivare a fare gol coralmente. Fin qui abbiamo sempre segnato: speriamo di continuare e, al contempo, di migliorare la fase difensiva”.

Prima hai parlato di bel feeling nello spogliatoio: vuoi davvero farci credere che nessuna delle tue compagne ti faccia “pesare” il fatto di essere comasca?
“Certo che me lo fanno pesare, ma in fondo lo sanno anche loro che Como è meglio (ride, ndr)! Proprio questo, però, è il perfetto esempio di ciò che dicevo prima: gli sfottò, le battute e le provocazioni sono il termometro del bel clima che c’è nello spogliatoio e contribuiscono a forgiare il nostro rapporto. Non mancano anche amici di Como che mi fanno pesare il fatto di giocare a Varese, ma alla fine io non sento così tanto questa rivalità e tendo ad andare d’accordo con tutti. Anzi, forza Varese!”.

Matteo Carraro

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