Fame atavica di Europa in casa Pallacanestro Varese? Ebbene sì, possiamo dirlo senza paura di smentite. Il desiderio di portare la società biancorossa in una nuova dimensione europea è un volere diretto e pare ormai quasi inderogabile, dell’Amministratore Delegato Luis Scola che, con ancora maggior forza e voglia rispetto allo scorso anno, vuole che la Pallacanestro Varese torni a calcare i parquet continentali.

L’approdo della società biancorossa in Europa, infatti, è parte centrale del progetto quinquennale di El General, che non vorrebbe cambiare le tempistiche e gli obiettivo del suo plan development, o piano di sviluppo, nonostante la penalizzazione e conseguente non qualificazione ai playoff della OJM, avrebbero tolto le prospettive per un approdo in Europa.

Ed allora in quale competizione accedere? Come fare? Domande che sono più che legittime, a partire dalla prima. Il piano biancorosso, soprattutto a stagione in corso quando era ormai chiara la prospettiva playoff di Varese, era la Champions League, raggiungibile chiudendo tra le prime 8 squadre del campionato, territorio considerato ideale per il ritorno in Europa: 6 partite di regular season, una ogni due settimane, un impegno economico non così gravoso e la possibilità di ben figurare, attirando i tifosi biancorossi al Lino Oldrini anche nei turni infrasettimanali serali di partite di coppa, dando così un diretto e primo ritorno economico dell’investimento fatto alla società.

La penalizzazione e la conseguente sentenza che ha portato Varese fuori dalla zona playoff ha negato, a livello regolamentare e di ammissibilità, però a Varese di potervi partecipare. Il viaggio della scorsa settimana di Luis Scola a Malaga per assistere alle finali della competizione può essere chiaramente da intendere come un passo verso la ricerca di una qualsiasi wild card che possa permettere a Varese di partecipare, possibilità però alquanto remota in quanto, ripetiamo, i biancorossi non posseggono ad oggi requisiti per poter giocare nella competizione.

Ed allora quale diventa una prospettiva possibile? L’Eurocup, possibile, però, fino ad un certo punto. Parlare di Eurocup significa parlare della seconda competizione europea dopo l’Eurolega, significa parlare di una competizione che prevede 18 partite di regular season, significa essere obbligati a costruire un roster profondo e qualitativamente molto elevato per evitare di prendere “scoppole” a destra e a manca in giro per l’Europa, trasformando così un trampolino di lancio in uno dei più classici autocanestri, per rimanere in tema.

Parliamo di una competizione alla quale quest’anno hanno partecipato Dolomiti Energia Trento, Germani Brescia e Umana Reyer Venezia. Realtà con budget ben superiori a quelli di Varese e che, proprio a causa del doppio impegno, hanno pagato dazio in campionato. Emblematico il caso della Germani che, con una squadra di tutto rispetto, è rimasta invischiata nella zona retrocessione per gran parte del campionato, rimanendo esclusa dai playoff.

Tutte situazioni che ben si conoscono in casa Pallacanestro Varese, motivo per il quale il possibile approdo in Eurcocup, che avverrebbe tramite un invito della manifestazione, sarebbe possibile solo con un ingresso ingente di capitali (sponsor dedicato) per la competizione. Di che cifra parliamo? Non meno di 500.000 euro probabilmente, una somma importante e non così facile da reperire.

C’è però da dire come l’eventuale partecipazione ad una coppa europea potrebbe essere proprio il volano per attirare nuovi investitori e magari convincere definitivamente chi è già in odor di firma (Pelligra), per una visibilità che a livello continentale, in una piazza come Varese, dopo tutti i sold-out di questa stagione, non può che ingolosire investitori volenterosi di entrare al fianco dei biancorossi.

Insomma, la situazione non è sicuramente delle più semplici da poter risolvere, ma sta di fatto che Varese fino all’ultimo non mollerà alcun tipo di possibilità di giocare in Europa, conquistata potenzialmente sul campo al termine di una stagione magica per un palcoscenico a cui Scola non vuole assolutamente rinunciare per proseguire il suo piano di sviluppo di una Pallacanestro Varese ad ampio respiro internazionale che passa, inevitabilmente, dalla presenza in Europa. 

Alessandro Burin

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