L’importanza di poter attingere alle risorse della panchina, di poter contare sull’apporto di quegli uomini dai quali tu stesso o magari, anzi, probabilmente anche gli avversari si aspettano meno. Avere la capaità di trasformare l’opportunità in un’occasione da non sprecare, di far svoltare una partita, una stagione, approfittando di quei minuti in campo che ti dà il coach.

La Pallacanestro Varese che batte la Givova Scafati si scopre improvvisamente più profonda di quanto non pensasse, scopre un’efficacia dalla panchina che fino ad oggi era in gran lunga mancata, quanto meno con tale impatto il match.

Dopo un inizio assolutamente da dimenticare, con un 0-11 che ha fatto rabbrividire tutta l’Itelyum Arena, infatti, è dagli ingressi della panchina di Woldetensae, Shahid e Ulaneo che Varese trova nuova linfa per andarsi a riprendere e poi vincere un match importante per il suo cammino in campo.

Lo ha fatto in modi diversi, con la calma ed il pragmatismo che Vinnie sta assumendo giornata dopo giornata, facendo poche cose a partita ma tendenzialmente, tutte buone; lo ha fatto con la difesa, il sudore e la fatica di Woldetensae in difesa, giù a lavorare per marcare Pinkins o Gentile, nettamente più fisicati di lui; lo ha fatto con la grinta, l’energia e la voglia di quello Scott Ulaneo che si sta conquistando a suon di ottime prestazioni gli applausi di un pubblico competente ed esigente come quello di Varese.

Tre giocatori che cambiano il match, soluzioni utilissime anche per dare la scossa a chi magari, ha apprcciato male alla partita, vedasi Cauley-Stein che ci ha messo anche una buona dose d’orgoglio personale nel secondo tempo da vero mattatore di ieri, dopo una prima parte di gara per certi versi imbarazzante, stante anche i fischi sonori dell’Itelyum Arena.

Non solo, ma la possibilità di ruotare meglio, di più, di lasciare a chi magari è meno dentro il match il tempo di entrarci, come Brown ieri o di dare fiato e respiro a chi il match te lo vince, come Hanlan, potendo gestire il finale con maggior lucidità e freschezza nelle gambe e nella testa.

Una serie di fattori che sta portando la squadra biancorossa a compattarsi e crescere sempre di più, secondo un’identità di gioco meno legata allo spara e tira da tre punti, più basata sull’attacco al ferro, alle penetrazioni centrali e perchè no, anche ad un po di fisicità e d’inventiva, guidata da chi, sentendo il peso della responsabilità, si sta caricando la regia della squadra sulle spalle, ovvero Davide Moretti.

Una vittoria, che toglie anche la scimmia delle sconfitte nelle gare punto a punto, finora letali per la squadra di coach Bialaszewski che ora ragiona, scopre e vede davanti a sè un gruppo con sempre maggiori soluzioni, da saper dosare ed utilizzare al meglio, in un campionato molto congestionato nel quale questa Varese inizia a sentire di poter ritagliarsi uno spazio importante.

Alessandro Burin

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