C’è una nuova Varesina in città. O meglio, questo è l’augurio dalle parti di Venegono Superiore: dopo un ottimo inizio, i sei minuti di blackout a Villa d’Almè hanno fatto pensare alla solita squadra che sa regalare spettacolo, ma paga a carissimo prezzo inspiegabili cali di concentrazione. La strepitosa prestazione di domenica ha invece messo in chiaro le cose: la Varesina può essere una squadra matura e temibile, come dimostrano i 12 gol già all’attivo (media di tre a partita). Ovvio, adesso arriva la parte difficile: confermarsi.

Nella prolificità dell’attacco rossoblù spicca l’assenza a referto di Marco Gasparri, ma il neo-capitano delle Fenici sa rendersi indispensabile anche senza reti e l’esterno classe ’88 lo ha dimostrato sul campo in queste prime giornate di campionato. “Domenica abbiamo dato una bella risposta al blackout contro il Villa Valle – conferma Gasparri –, un episodio che mi auguro sia presto un lontano ricordo. Come l’anno scorso paghiamo forse un filo di inesperienza, che ci può stare a maggior ragione in questa fase di campionato, ma ciò che mi fa ben sperare è l’aver condotto ogni partita fin qui giocata. In ogni gara, soprattutto nei primi tempi, abbiamo sempre creato tante occasioni: dobbiamo imparare a non rilassarci una volta in vantaggio, ma la strada è quella giusta e questa squadra può crescere ancora”.

Tre vittorie, un pareggio e una sconfitta nelle prime cinque. Bottino positivo, ma sono sempre i ko a catalizzare l’attenzione, per cui la domanda è: cosa vi ha insegnato il 4-2 di Villa d’Almè?
“Ci ha insegnato che le partite vanno chiuse. Il Villa Valle si è dimostrato una squadra scaltra, caratteristica che dovremo essere bravi a rubare: sono sempre rimasti attaccati al match, non hanno mai mollato di un millimetro e ci hanno colpito non appena abbiamo abbassato la guardia. In un girone così equilibrato è fondamentale stare costantemente sul pezzo”.

In generale il Girone B è “tradizionalmente” equilibrato. Che idea ti sei fatto?
“Tutti possono vincere o perdere contro tutti. È una regola del calcio che trova conferma soprattutto in questo girone. Ogni domenica ti chiedi come sia possibile vedere certi risultati, poi vai ad affrontare quelle stesse squadre e capisci perché: ogni sfida, soprattutto contro bergamasche e bresciane, è una guerra. Risultati anomali saranno all’ordine del giorno; mi auguro che la Varesina trovi una sua regolarità”.

A proposito di risultati anomali, l’ultima giornata ha fatto scalpore l’8-1 del Caravaggio sul Legnano. Che effetto ti farà, il prossimo 3 dicembre, affrontare il tuo passato?
“Per me sarà più emozionante la sfida del girone di ritorno, quando andremo a giocare a Legnano: al Giovanni Mari ho passato tre anni davvero intensi, mi sono sempre trovato bene e sarà bello tornare lì”.

Torniamo a te. Capitano, in fondo, lo sei sempre stato; che effetto fa però avere la fascia al braccio?
“Oltre ad essere una responsabilità è un piacere, e sono orgoglioso di poter essere di nuovo capitano dopo averlo fatto al Legnano e al Verbano. Mi piace avere responsabilità e aiutare i ragazzi più giovani: qui alla Varesina ce ne sono tanti, e davvero talentuosi oltre che rispettosi, ragion per cui sono a mia volta stimolato a dare il meglio, aiutato anche da gente esperta come Guidetti e Manicone”.

Il cambiamento spaventa tanti. Non la Varesina che, nonostante la bella stagione, ha voluto dare il via ad un nuovo ciclo: tu cosa senti di poter dare? E come ti trovi nel nuovo modulo?
“Il cambiamento spaventa se viene fatto senza costrutto, e non è il caso della Varesina. La società ha voluto avviare un nuovo ciclo puntando sui giovani, ma molti di loro arrivano da vivai importanti che gli hanno consentito di maturare già una bella esperienza. Di conseguenza, il lavoro di noi senatori e dei mister è agevolato. Per quanto mi riguarda non ho avuto problemi ad adattarmi 4-2-3-1: devo prestare maggior attenzione alla fase difensiva, ma del resto mi è sempre piaciuto sacrificarmi per la squadra. E poi, con quattro giocatori offensivi, davanti ci possiamo divertire con combinazioni tecniche e veloci; fin qui, infatti, abbiamo spesso dominato e costruito una mole incredibile di occasioni.

Qual è il miglior pregio di questa squadra? E, viceversa, quale può essere il suo peggior difetto?
“Il nostro pregio è sicuramente il dinamismo. Corriamo tanto, approcciamo le gare nel modo migliore, con tanto entusiasmo, e non abbiamo problemi ad aggredire alti gli avversari. Il difetto può essere ciò di cui abbiamo parlato prima, ovvero il tendere a rilassarsi non appena siamo in vantaggio di due gol: in questa categoria non puoi permettertelo”.

In un girone a 20 squadre non mancheranno i tour-de-force, come il prossimo che vi aspetta: domenica a Casatenovo, mercoledì in casa con la Virtus CiseranoBergamo e domenica prossima a Trezzo. Come si affrontano questi trittici a livello fisico e mentale?
“Con tranquillità e consapevolezza. Il mister è bravo a far ruotare gli interpreti dando il giusto spazio a tutti, e l’avere una rosa lunga e competitiva sarà un nostro punto di forza sul lungo periodo. Oltretutto, questi cambi danno l’opportunità a chiunque di mettersi in evidenza mantenendo alta la sana concorrenza interna che stimola tutti a dare di più. La cosa più bella e gratificante, dal mio punto di vista, è vedere che tutti sono pronti e all’altezza”.

Ben sapendo la filosofia di mister Spilli, una volta raggiunto l’obiettivo salvezza, la Varesina può ambire ai playoff?
“Iniziamo a raggiungere la salvezza, che è e deve essere sempre il primo obiettivo. Poi guarderemo avanti. Ad oggi posso dire che, visto l’equilibrio del girone, anche un punto può fare la differenza: la quota playoff sarà abbastanza bassa e la concorrenza sarà spietata. Dovremo essere bravi a perdere meno punti possibili e dare il giusto valore anche ad eventuali pareggi. Le mie favorite? Piacenza, Pro Palazzolo e Desenzano, con quest’ultima leggermente avanti anche visto l’ultimo acquisto… (Paloschi, ndr)”.

Con il potenziale offensivo che ha la Varesina, cosa dobbiamo aspettarci da te? Doppia cifra in gol e assist?
“Speriamo (ride, ndr), ma in questo momento ho il dente avvelenato perché ho già sbagliato qualche gol di troppo: spero di sbloccarmi domenica, consapevole che andremo su un campo davvero difficile. Non sono però preoccupato: dovremo approcciarla come le altre dimostrando di essere maturi”.

Matteo Carraro

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