Se dopo una sola stagione lasci il segno in una piazza come Varese allora significa che qualcosa di buono hai fatto. In campo, indubbiamente, ma anche e soprattutto fuori. Con semplicità e spontaneità (senza dimenticare grinta e determinazione) Francesco Cantatore si è conquistato Varese e la sua tifoseria: storia durata una sola stagione (culminata con il trionfo playoff a Sanremo), poi strade diverse, ma il centrocampista classe ’93 avrà sempre un po’ di cuore biancorosso.
E le strade di Cantatore e del Varese sono pronte e intrecciarsi di nuovo, visto che domenica 22 ottobre i biancorossi riceveranno al “Franco Ossola” la Fezzanese che è diventata la nuova casa del “Canta”. Casa a tutti gli effetti visto che il centrocampista abita a pochi chilometri da Fezzano, la cui realtà calcistica riflette una società sana e vogliosa di crescere. Esattamente come il nuovo Varese e Cantatore freme in attesa del confronto: “Sono emozionato e felicissimo di poter tornare all’Ossola, a Masnago e Varese. L’anno scorso ci sono rimasto male quando il Varese è stato messo nell’altro girone, mentre quest’anno dal momento dei calendari non aspettavo altro che questa partita. Torno dove sono stato benissimo, torno per salutare amici veri che ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere, torno per salutare una tifoseria splendida che mi ha dato tanto, ma… torno per vincere!”.
Ti avevamo lasciato amareggiato per la non riconferma della scorsa stagione. Come la pensi ora?
“Il passato è passato, non porto rancore. Ho vissuto un anno splendido a Varese e avrei voluto rimanere dal più profondo del cuore, ma questo è il calcio: cambiano le società, gli allenatori e anche i giocatori. Viviamo di scelte: la società ha preso la sua, io la mia. Mi tengo però stretto il ricordo di ciò che ho vissuto con i miei compagni”.
A distanza di due anni, cosa ti ha lasciato Varese?
“Al di là delle emozioni in campo, e che emozioni, mi ha lasciato il ricordo di una città viva e splendida, in cui si vive davvero bene e in cui si fa calcio vero. M manca un po’ la mia Masnago: quella stagione è stata una delle mie più importanti esperienze di vita”.
Senti ancora i tuoi vecchi compagni?
“Bene o male mi sento con tutti. Con Di Renzo è nata una bellissima amicizia al punto che abbiamo anche condiviso parte delle nostre vacanze estive e ci sentiamo praticamente tutti i giorni. L’anno scorso mi sono rivisto con Mapelli quand’era a Legnano, poi ho sentito Gazo dopo l’infortunio, mi sono tenuto in contatto con Monticone e Cappai, ma visto che non vorrei dimenticare qualcuno mi fermo qui: quell’anno eravamo un gran bel gruppo e certi rapporti rimangono”.
Destini diversi la passata stagione: Varese retrocesso e Fezzanese (da matricola) salva in totale tranquillità.
“Fa parte del calco. Io credo che il Varese avesse uno squadrone, poi qualcosa non deve aver funzionato ed è andata com’è andata. Qui a Fezzano, invece, sono andato sul sicuro perché sono tornato in un ambiente che già conoscevo benissimo (Cantatore in verde prima di passare alla Lavagnese e poi al Varese, ndr) forte di una società sana che sta crescendo con le giuste idee. Sapevo che c’erano i presupposto per far bene e difatti a febbraio eravamo già tranquilli”.
A livello personale che stagione è stata?
“30 presenze e quattro gol, direi che per il mio score posso ritenermi soddisfatto. Ma al di là di questo avevo bisogno di rimettermi in gioco e la Fezzanese è stata la miglior scelta possibile: non tanto per la vicinanza a casa, quello è per me un aspetto relativo, ma proprio per l’ambiente e gli stimoli che dà”.
E quest’anno invece? Che squadra è la Fezzanese?
“È una squadra che ha ancora tantissimi margini di miglioramento: credo che potremmo essere una mina vagante del campionato. Ad oggi non ci siamo prefissati un obiettivo, se non quello di migliorare di domenica in domenica, di allenamento in allenamento; questa filosofia è però il nostro punto di forza, perché siamo svincolati dalle pressioni e scendiamo in campo per dare sempre il massimo. Alla vecchia guardia dell’anno scorso si sono aggiunti i giusti elementi ed è subito nata una bella alchimia, c’è un bel mix tra esperienza e gioventù. Il mister? Avendo saltato la preparazione estiva lo conosco da poco, mi sto allenando da un mesetto, ma per quello che ho visto mi sembra davvero preparato: è eclettico e fa esprimere i giocatori al meglio. Le sensazioni sono positive”.
Per una squadra come la Fezzanese cosa significa giocare contro Varese?
“È bellissimo. Fezzano è un piccolo borgo, ci giocano tanti ragazzi della zona, e andare a confrontarsi con realtà così importanti è fantastico e stimolante. La Serie D è un campionato importante e il nostro obiettivo è quello di dare continuità di risultati, forse la nostra pecca di questo inizio; di riflesso, l’obiettivo societario è quello di trovare continuità in categoria e stabilizzarsi in Serie D”.
Domanda retorica: stai seguendo il Varese? Che impressione ti sei fatto?
“Ovviamente sì, come ho fatto anche l’anno scorso. Credo che la società abbia capito gli errori commessi e ha migliorato ciò che bisognava migliorare. Non nascondiamoci: il Varese è una squadra costruita per vincere. Per me lo era anche l’anno scorso, ma adesso ha giocatori fuori categoria che possono fare la differenza”.
Domenica che partita ti aspetti?
“Una partita tosta, una battaglia, una di quelle sfide che piacciono a me. Sappiamo di affrontare una corazzata, ma siamo davvero stimolati: la vittoria con l’Asti, a mio giudizio una squadra fortissima, ci ha dato consapevolezza e sappiamo di affrontare un crocevia importante per il nostro campionato: per quanto siamo ancora all’inizio del campionato, domenica scorsa ci siamo tolti dalla zona calda, ma domenica prossima capiremo che tipo di stagione affronteremo.
Regala un’anteprima a Varese: qual è il punto di forza della tua Fezzanese?
“Il gruppo è il nostro segreto, quell’alchimia di cui parlavo prima tra i più esperti e i giovani, tra chi c’era e chi è arrivato, tra i giocatori e lo staff. La Fezzanese è unità d’intenti: la società ci offre tutto ciò che è necessario per lavorare bene e lo staff è composto da professionisti di alto livello. In categorie come la Serie D questo aspetto fa la differenza”
Cosa ti senti di dire ai tifosi del Varese?
“Grazie. Lo ripeterò all’infinito: per me è stato un anno bellissimo, i tifosi mi volevano bene e tutto ciò che potrei dire viene riassunto in un grande e profondo grazie. Avviso però tutti: il mio modo di giocare non è cambiato e tornerò all’Ossola per dare tutto ciò che ho, ma questa volta per i colori verdi. Se dovessi segnare? Non esulterei per rispetto di chi tiene tantissimo al Varese e di chi mi ha accolto e sostenuto nel mio anno in biancorosso”.
Matteo Carraro