Decima stagione, cifra tonda come il cerchio perfetto che disegna quella fascia al braccio ed una nuova affascinante sfida in una casa di cui si conosce ogni angolo: Luca Marcon inizia così la sua “vecchia – nuova” avventura in quel di Lonate Ceppino.
Il difensore classe ’92 sarà di nuovo il punto fermo di un gruppo che mai come questa estate ha scelto la via del rinnovamento, consapevole di un ciclo che stava per finire e necessitava di una scossa.
“Mai come nell’ultima sessione di mercato ho vacillato, nel senso che se nelle altre estati l’idea di rimanere a Lonate era predominante, quest’anno mi sono reso conto di aver bisogno di nuovi stimoli e ho riflettuto, quando però la società mi ha detto che c’erano numerosi cambiamenti dietro l’angolo mi sono reso conto che non c’era cosa migliore che scegliere di cambiare rimanendo a casa, era esattamente ciò di cui avevo bisogno”.
Lonate uguale cambiamenti: è stata una sessione di mercato che ha visto sbarcare a Lonate un nuovo mister, Piero Castiglioni, e tanti nuovi ragazzi (una quindicina circa ndr), come state vivendo tutto ciò?
“Partendo dal mister posso dire che non lo conoscevo direttamente, me lo avevano raccontato come un “personaggio” ed effettivamente lo è, fino ad oggi posso dire che ci tiene davvero tutti sul pezzo, è maniacale, ha un entusiasmo incredibile e si vede che aveva voglia di tornare in pista, quanto ai compagni, invece, è normale che ci vorrà tempo per conoscerci ed amalgamarci al meglio ma devo dire che non stiamo facendo fatica, che l’impegno e la volontà sono massimi da parte di tutti e questo è una grande indizio, un segno di maturità di un gruppo comunque molto giovane”.
Quanto è stato necessario questo cambiamento?
“Da uno a dieci dico dieci, ma non perché chi ci fosse prima non era più all’altezza semplicemente perché quando arrivi a fine ciclo è giusto sia così, negli ultimi 5 anni abbiamo dato tutto, abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati e lo scorso anno, in una stagione di montagne russe, siamo riusciti a salvarci, ma la consapevolezza che il ciclo fosse finito era piena e reale da parte di tutti e quindi sono state fatte delle scelte, sia da parte della società sia da parte dei ragazzi, in maniera molto serena, ognuno si è sentito libero di scegliere cosa fosse meglio per sé e alla fine ci siamo trovati al cospetto di una rosa che oggi ha 6 reduci dalle passate stagione e 15/16 ragazzi nuovi”.
Di questo gruppo che voi spesso chiamate “famiglia”, cosa ti ha sorpresa di più? C’è qualcosa in particolare che ti rende orgoglioso?
“Io sono a Lonate da 10 anni e da 5 indosso la fascia da capitano, già questo è un orgoglio, credo che aver dimostrato continuità e attaccamento per un così lungo periodo non sia da tutti, ragionandoci in Seconda Categoria siamo sempre rimasti in alto fin quando non abbiamo raggiunto l’obiettivo della Prima, e lo scorso anno addirittura c’è stato anche un momento in cui abbiamo pensato in grande, perché ad un certo del campionato eravamo a pochi punti dai playoff, poi è successo tutto quello che è successo e alla fine è arrivata una salvezza sudatissima, però ciò che conta è essere ancora qui”.
Tu come stai affrontando questo cambiamento?
“Come un ragazzino tornato indietro nel tempo, è una ventata di freschezza che mi sta facendo bene, c’è un approccio nuovo, una leggerezza diversa, emotivamente parlando la sensazione è piacevole, sono sempre stato convinto, poi, che i compagni siano fonte di scambio di qualità, è anche il bello di avere a che fare con generazioni diverse, è un continuo dare avere e, senza troppi giri di parole, era proprio ciò di cui avevo bisogno”.
Il primo impegno ufficiale è stata la partita con l’Arsaghese in Coppa Lombardia finita 1-1, come è andata al di là del risultato?
“Onestamente non sapevamo proprio cosa aspettarci, non avevamo grandi aspettative perché alla fine ci conosciamo solo da una settimana, un po’ di timore c’era, com’era normale che fosse, ma devo dire che il gioco non è stato brillantissimo al cospetto, invece, di un animo difensivo e di una determinazione che era già quella giusta, stiamo lavorando tanto sull’intensità e qualcosa abbiamo messo in campo, il mister ci chiede di essere molto sereni nel giocare la palla e nel provare a servire nella maniera più pulita possibile gli attaccanti, ogni giocata non deve essere né casuale né frenetica, anche se poi “spingere sull’acceleratore” è uno dei suoi mantra”.
Ora sotto con il San Michele, ancora in Coppa, e poi prima di campionato con il Ceresium.
“San Michele è un altro bel banco di prova, dobbiamo mettere benzina nelle gambe ed attivare già il mood campionato perché comunque è tutto focalizzato per la prima di campionato con il Ceresium, una squadra neopromossa che giocherà certamente con il coltello fra i denti”.
Sarà un campionato difficile? E dove può arrivare il Lonate?
“Sarà un campionato molto difficile, anche più difficile di quello dello scorso anno, ci sono davvero tante squadre forti e poi sono convinto che senza i fuoriquota il livello si alzi ulteriormente, dove può arrivare Lonate non lo so, dove deve arrivare è alla salvezza, l’obiettivo è raggiugerla quanto prima per poi giocare più leggeri, avendo cambiato tanto ci vorrà tempo, siamo coscienti di questo, ma non possiamo sbagliare l’approccio, il calcio mi ha sempre insegnato che bisogna giocarsela con tutti, che il campo non mente, sono frasi fatte, è vero, ma corrispondono alla verità, l’ultima parola spetta sempre a quell’amato rettangolo verde”.
Toglimi una curiosità: ma Luca Marcon da grande farà l’allenatore?
“Questo me lo dicono in tanti, chissà, mi piace stare con le persone, mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio anche quando appenderò gli scarpini, scherzando con gli amici è un discorso che ogni tanto esce ma si sa che dietro ogni scherzo c’è sempre un fondo di verità, adesso però ho ancora troppa passione nel giocare e finché c’è passione, non smetto”.
Mariella Lamonica