Aveva lasciato Varese da vincente, con i sorrisi e la festa di Sanremo dopo il trionfo playoff, ma con un pizzico di amarezza per la mancata conferma. A quasi un anno di distanza lo ritroviamo vincente: Luca Trombini si è laureato campione del Girone E di Serie D con l’Arezzo e per il portierone classe ’01 si potrebbero ora spalancare le porte della Serie C.

Una cavalcata lunga una stagione che è culminata con il successo per 3-1 sulla Pianese nello scontro diretto che ha portato gli amaranto a +10 a tre giornate dal termine: via alla festa e i riflettori sono stati anche e soprattutto per il baluardo difensivo che per quattordici volte ha tenuto la porta inviolata guidando con sicurezza la difesa meno battuta del girone (21 gol concessi).

“Domenica è stata un’emozione bellissima – racconta l’ex estremo difensore biancorosso –: tra l’anno scorso e quest’anno non posso certo dire di aver vissuto due brutte stagioni. Pronto per la C? Ormai ho quasi un centinaio di partite in Serie D alle spalle: io mi sento pronto e se ne avessi l’occasione non mi tirerei indietro”.

Come ti sei trovato ad Arezzo e come è nato il successo?
“Dopo aver aspettato il Città di Varese fino alla fine ero di fatto rimasto senza squadra. Non ho però avuto fretta e insieme al mio procuratore ho aspettato la chiamata giusta: quando mi ha contattato l’Arezzo non ho potuto dire di no. Per quanto sia stato tra gli ultimi ad arrivare, ho subito trovato un gruppo solido, forte e affiatato, con alle spalle uno staff di primo livello e una società con le idee chiare e la voglia di fare bene. Il mix di tutto questo ci ha portato a vincere”.

Bene o male siete stati sempre al vertice, ma ad un certo punto è arrivato l’allungo decisivo che vi ha portato a festeggiare con tre giornate d’anticipo. Cosa è scattato?
“Siamo partiti forte con sei vittorie consecutive e abbiamo sempre battagliato lassù, anche se c’è stato un periodo in cui siamo scivolati a -5 dalla Pianese. Credo che la svolta sia arrivata proprio lì: se avessimo perso, oltretutto reduci da un pesante 3-0 subìto contro l’Ostia Mare, saremmo scivolati a -8 e invece abbiamo vinto 2-1. Un altro momento difficile è stato dopo il ko di Terranuova contro l’ultima della classe, ma la continuità sul lungo periodo è stata la nostra vera forza”.

Miglior difesa e 14 clean sheet: a livello personale come giudichi la tua stagione?
“Un portiere può far poco senza una difesa all’altezza o, per meglio dire, senza un’adeguata fase difensiva da parte di tutta la squadra. Con il mister lavoriamo intensamente proprio su questo aspetto durante la settimana e la domenica scendiamo in campo sicuri di ciò che dobbiamo fare: gli attaccanti sono i primi a difendere e solo così ho potuto pareggiare il mio record di clean sheet dell’anno scorso. Adesso l’obiettivo è di superarlo nelle ultime tre”.

Qual è il ricordo più bello che ti porti da questa stagione, oltre al trionfo di domenica?
“La sfida del girone di ritorno contro il Grosseto. Dopo la sosta siamo andati in trasferta a giocare in uno stadio a porte chiuse per la squalifica che avevano ricevuto e abbiamo subìto l’1-0 poco prima dell’intervallo. Sapevamo che avremmo dovuto vincere a tutti i costi e sentire i cori dei tifosi, venuti comunque a sostenerci pur non potendo entrare, ci ha dato la forza di ribaltare il match; la festa al di fuori dello stadio è stata semplicemente fantastica”.

Apriamo la parentesi Varese. So che hai sempre seguito i biancorossi da lontano: come giudichi la stagione?
“Viverla da fuori non è la stessa cosa che viverla da dentro: Varese e Arezzo hanno avuto una gestione diversa dei momenti, ma non spetta certo a me dire se le scelte di Varese siano state giuste o sbagliate. Quando ho lasciato i biancorossi avevo una grandissima fiducia nel gruppo che ha vinto i playoff e la ho ancora perché, nelle difficoltà, quella squadra poteva risollevarsi. Non so cosa sia successo, ma sono contento che adesso le cose stiano andando meglio; una squadra come il Varese non può non mantenere la categoria. Forse per la piazza non vorrà dire molto, ma io faccio il tifo per voi: dopo le mie partite vado subito a vedere cosa ha fatto il Varese perché la passata stagione la porterò sempre nel mio cuore. Un messaggio ai tifosi? Il legame tra la squadra e la città è troppo importante: l’ho vissuto intensamente qui ad Arezzo, così come ho fatto lo scorso anno in biancorosso, e so che è la gente a dare la vera spinta alla squadra. Ho visto che a Caronno il pubblico ha risposto presente ancora una volta e non avevo dubbi: il Varese si salverà e un applauso andrà anche ai tifosi che, nonostante i risultati, sono sempre rimasti al fianco della squadra”

Dal ritorno di Porro è cambiato qualcosa come, per certi versi, avvenuto lo scorso anno: che opinione hai del mister?
“Prima di rispondere, concedimi un ringraziamento particolare a Paolo Bertoletti, che ringrazierò sempre, ad Ezio Rossi, a Paolo Bezzi, a Neto Pereira e allo stesso Gianluca Porro: senza il loro lavoro, oggi non sarei quel giocatore che sono. Su mister Porro posso dirti che è un grandissimo gestore, è un allenatore moderno  che sa capire i momenti di difficoltà; non a caso, sfruttando anche l’ottima base lasciata da Rossi, ci ha portati a vincere i playoff. Credo che la decisione di puntare ancora su di lui sia stata la scelta vincente”.

Nelle ultime tre sfide Priori ha sostituito Moleri, esattamente ciò che era successo con te lo scorso anno; cosa ne pensi?
“Elia è un portiere fenomenale che credo sarebbe titolare in parecchie altre squadre e le ultime prestazioni lo dimostrano. Lo scorso anno stavo attraversando un momento difficile soprattutto a livello mentale e, dopo il match con l’RG Ticino, mister Porro è venuto a parlarmi con mister Bertoletti ed Elia: è stato un bellissimo confronto, ho capito la situazione ed è stata la decisione migliore. In situazioni del genere, e parlo della mia lo scorso anno, qualsiasi egoismo deve essere messo da parte perché il bene della squadra viene prima di tutto. Sfortunatamente dopo due partite eccellenti Elia si fece male e io rientrai molto più tranquillo e sicuro di me: se lui non si fosse infortunato forse non sarei mai rientrato, o forse sì, ma sta di fatto che il merito per la vittoria playoff va condiviso anche e soprattutto con lui”.

Hai detto che il Varese si salverà, per cui concedimi di chiudere con una domanda inevitabile: Serie C con l’Arezzo, o qualsiasi altra squadra, o Serie D con il Varese se dovesse arrivare la chiamata?
(Ride, ndr). Il mio primo pensiero è chiudere la stagione al meglio perché il campionato va onorato fino alla fine: poi penserò alla Poule Scudetto. Detto questo io ad Arezzo mi trovo benissimo, la società ha la prelazione sul mio contratto e se decidessero di darmi l’opportunità di fare la C qui per me sarebbe fantastico. Di sicuro non rifiuterei. Varese ce l’avrò sempre nel cuore e, un domani, se dovessero esserci le giuste condizioni, mi piacerebbe tornare”.

Matteo Carraro
Foto IG Luca Trombini (SS Arezzo)

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