Giorno dopo giorno la Varesina continua a dimostrarsi sempre più una squadra matura e l’ultima vittoria in ordine di tempo, la contro-rimonta sul Club Milano di domenica scorsa, lo certifica. Il blackout di inizio ripresa (da 1-0 a 1-2 in 8’) ha fatto temere il peggio e un “ritorno al passato”, ma questa volta le Fenici non hanno tremato, hanno rialzato la testa e conquistato una cruciale vittoria al 92’. Il merito è della squadra, certo, ma se a Venegono Superiore bisogna individuare “l’uomo del momento” allora Matteo Oboe si merita tutte le luci della ribalta.

L’attaccante vicentino classe ’03 è entrato nell’orbita Varesina da avversario, segnando ai rossoblù lo scorso anno nella sciagurata trasferta di Sona. A proposito di sciagure, il primo anno in Serie D di Oboe non è certo stato facile vista la retrocessione dei veneti, ma il difficile campionato lo ha comunque formato e gli ha consentito di mettersi in mostra. E la Varesina ora sta scoprendo un talento da coccolare e coltivare che, lanciato in un gruppo decisamente performante e qualitativo, può dire la sua: la doppietta sul Club Milano lo dimostra, perché segnare nemmeno un minuto dopo il proprio ingresso in campo e trovare il gol vincente al 92’ non è da tutti.

“Sono contento – è il primo spontaneo e umile commento di Oboe – perché arrivo da un mese di infortunio e ritrovare il ritmo partita non è mai facile. La mia doppietta di domenica è stata funzionale alla causa: era importantissimo vincere per incrementare a cinque la striscia di risultati utili consecutivi (tre vittorie nelle ultime tre, ndr) e restare in scia all’Arconatese”.

Mercoledì scorso nel post Varesina-Arconatese di Coppa Italia mister Spilli ti ha “coccolato” elogiando la tua prestazione e sottolineando come avessi bisogno di acquisire minutaggio dopo l’infortunio. Diciamo che hai sfruttato al meglio i minuti concessi sia in Coppa sia in campionato.
“Ringrazio il mister per le belle parole, ma il mio compito è ripagarlo in campo e voglio riuscirci da qui fino alla fine della stagione. Sicuramente, al momento, non sono ancora al 100%, ho ancora un po’ la caviglia dolorante, ma sto sempre meglio. Contro l’Arconatese ho sbagliato un gol abbastanza facile, ma il mister ha avuto fiducia in me e mi ha gettato nella mischia anche domenica; direi che è andata decisamente meglio”.

Il tuo ingresso, in un momento non facile, ha contribuito a risollevare le sorti della squadra dopo il blackout di inizio ripresa. Ritieni che domenica sia stata la miglior prova di maturità possibile?
“Credo sia stata una risposta importante da parte di tutta la squadra. Fin dall’inizio della stagione abbiamo sempre approcciato al meglio ogni sfida, pagando a volte un lieve appannamento in avvio di ripresa; qualche blackout, penso alla sfida col Villa Valle, ci è costato carissimo. Non possiamo permetterci il lusso di staccare la spina e buttar via punti, ne abbiamo persi fin troppi, ragion per cui è sicuramente stato importante riprendere una partita che sembrava mettersi male”.  

Alla luce di questo, qual è il punto di forza di questa squadra?
“Il gruppo nel suo insieme, senza dubbio. La squadra è giovane, ma impreziosita da qualche profilo di assoluto spessore. Tolti loro, però, mi viene da dire che né io né i miei compagni siamo “conosciuti”; eppure secondo me siamo davvero forti e lo stiamo dimostrando, offrendo un gran bel calcio e, credo, parecchio divertimento. Peccato solo per qualche infortunio di troppo, ma la Varesina se l’è sempre giocata con chiunque”.

Un punto di forza assoluto e oggettivo è il reparto offensivo (33 gol fatti): quanto è importante segnare così tanto?
“È importante per il gruppo, ma devo riconoscere che la Varesina è una squadra solida sia davanti sia dietro, al netto di qualche gol concesso in maniera ingenua. Davanti, per quel che mi riguarda, ci intendiamo a meraviglia e la dimostrazione è data dal numero di gol realizzati, ma soprattutto dalla fattura perché molto spesso si tratta di reti davvero belle”.

Venendo invece a te, come sei arrivato alla Varesina?
“L’anno scorso gli ho segnato contro e già dopo il match i direttori mi avevano parlato per poi contattare il mio procuratore. Ai primi di giugno sono venuto a Venegono per parlare di persona e vedere da vicino le strutture: l’impressione è stata ottima, non ho avuto dubbi nel venire qui e, dopo il consueto periodo di adattamento di cui qualsiasi giocatore ha bisogno, mi sto trovando davvero bene”.

Al netto delle difficoltà, cosa ti ha lasciato lo scorso campionato giocato con il Sona?
“Mi ha lasciato tanto, lo devo ammettere. Sicuramente è stato complicato, perché le difficoltà extra-campo erano note a tutti e non era semplice rimanere sul pezzo, a maggior ragione per uno come me che si trovava a giocare per la prima volta in Serie D dopo gli anni nelle giovanili. Nella sfortuna, però, la scorsa stagione mi ha aiutato a crescere tanto: ho avuto modo trovare parecchio minutaggio e mettermi in mostra, guadagnandomi l’opportunità di essere qui alla Varesina”.

Ti sei prefissato un obiettivo?
“Mi piacerebbe raggiungere la doppia cifra, ma una cosa che ho imparato subito è il ragionare partita per partita. Adesso siamo in seconda posizione e tutto sta andando per il meglio, ma dobbiamo avere la lucidità e la capacità di confermarci, altrimenti tutto il lavoro fatto sin qui sarà stato vano. Pertanto, il mio obiettivo è quello di far bene”.

Domenica prossima ci sarà un delicatissimo scontro diretto con il Caldiero; cosa ti aspetti?
“Abbiamo ancora tanto da dimostrare. Sarà un finale di fuoco visto che, oltre al Caldiero, affronteremo la Pro Palazzolo in Coppa Italia, Legnano e Ponte San Pietro per poi finire con le corazzate Brusaporto e Piacenza. In campionato dobbiamo ancora vedercela con tre fra le squadre più forti, a cominciare da domenica prossima e vogliamo dimostrare di poter competere ai massimi livelli. Al netto di qualche assenza stiamo bene e siamo pronti a chiudere al meglio l’anno”.

In Coppa affronterete la Pro Palazzolo giocando ancora una volta in casa (così ha decretato il sorteggio della LND); può essere un vantaggio risparmiarsi la trasferta?
“Non parliamo di trasferte lunghissime, ma sicuramente giocare in casa può essere un fattore da sfruttare. Siamo arrivati agli ottavi di finale con merito e cercheremo di andare avanti il più possibile anche in Coppa Italia”.

Matteo Carraro
Foto Scaringi

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