Classifica corta, tante pretendenti alla zona playoff e altrettante squadre in fuga dalla zona playout: è questa l’attuale situazione del Girone A, potenzialmente soggetta, domenica dopo domenica, a nuovi scenari e stravolgimenti. Al decimo posto troviamo la neopromossa Muggiò, mina vagante di questo campionato che non ha mancato di impensierire squadre più quotate, con una rosa giovane, ma guidata da profili di esperienza, come il vicecapitano Stefano Baldan. Al suo primo anno in gialloblù dopo una stagione trascorsa con gli stessi colori nella vicina Lazzate, il centrocampista classe 1991 vanta una lunga carriera sui campi di Eccellenza e Serie D, in club come Caronnese, Casatese e, più recentemente, Castellanzese. Il suo tratto distintivo? Centimetri e qualità in mediana e una visione della porta non indifferente.

Partiamo dal pareggio di domenica col Pavia, che hai dovuto guardare da fuori. Sotto di 1-0, avete pareggiato dopo pochi minuti con un gol che non si vede tutti i giorni. Siete più contenti per il punto conquistato, oltretutto in uno stadio caldo come il “Fortunati”, o più dispiaciuti per i due persi? E qual è il tuo giudizio sulla partita?
“La partita è stata come ci aspettavamo, su un campo non in perfette condizioni, contro una squadra che conosce bene i suoi limiti e i suoi pregi. Noi siamo stati bravi a portarci al loro livello e a giocarcela sul piano della corsa e dei duelli. Raffaglia per fortuna ha trovato un gran gol e sull’1-1 abbiamo anche preso una traversa clamorosa con miracolo di Cincilla. È stata la classica partita da girone A, che può concludersi con qualsiasi risultato, quindi il pareggio è giusto. A caldo, analizzando le occasioni avute, magari è rimasto del rammarico, ma dobbiamo essere coscienti della squadra che siamo e del momento che stiamo vivendo, quindi secondo me è stato un ottimo punto”.

Nel girone di ritorno, invece, non siete ancora riusciti a fare tre punti. A cosa imputi questo calo? Pensi che l’assenza di un giocatore come Manuel Personè, con i suoi 11 gol nel solo girone di andata, si stia facendo sentire? O che i risultati siano più che altro imputabili al calendario?
“Manuel ha una fisicità che in questa categoria possono vantare ben pochi attaccanti e sicuramente nelle situazioni sporche riusciva a darci qualcosa in più, tra colpi di testa e giocate individuali. Ora, però, è arrivato Grandi, che era fermo da un po’, quindi dobbiamo aiutarlo il più possibile a metterlo in condizioni di fare quello che sa fare meglio, ovvero segnare. Rispetto a Personè ha caratteristiche diverse, dato che lui è più un uomo d’area, ma stiamo trovando l’intesa. Quanto al calendario, sicuramente l’inizio è stato duro, perché oltre alla Sestese abbiamo incontrato le squadre dei primi posti. Dopo la gara di domenica col Club Milano giocheremo con Vis Nova, Accademia Pavese e Ardor Lazzate, quindi dovremo fare più punti possibili per assicurarci definitivamente la permanenza nella categoria”.

Queste prime partite, infatti, sono state impegnative: in ordine, Vogherese, Magenta, Sestese, Oltrepò e Pavia hanno fruttato tre punti, dati dai tre pareggi con le pavesi. Pensi che il bottino sia giusto o che meritavate di più?
“Se penso alla partita di Sesto, dico che avremmo potuto fare meglio. Purtroppo, però, in questo momento abbiamo sempre qualche problema e non riusciamo mai ad allenarci con tutta la rosa al completo. Sicuramente abbiamo lasciato per strada qualche punto e magari avremmo potuto averne un paio in più. Il fatto è che stiamo facendo fatica a segnare, ovviamente non per colpa dei singoli giocatori in attacco, ma perché per avere una maggiore solidità dietro, stiamo perdendo un po’ di pericolosità davanti. È vero che subiamo di meno, ma dobbiamo riuscire a trovare il giusto equilibrio e a migliorare dal punto di vista offensivo”.

Domenica, come hai già sottolineato, ospiterete il Club Milano. Considerando che ha solo tre punti in più, è esagerato dire che gli obiettivi della stagione potrebbero passare da questa partita?
“Il Club Milano è un avversario sempre difficile da affrontare. Anche se sta vivendo un momento non tanto positivo, c’è da tenere presente che è una squadra giovane che corre tanto, e su un campo enorme come il nostro avrà tanto spazio da percorrere. Non sarà semplice, ma penso che abbiamo tutte le carte in regola per vincere. Sarà una partita da 50 e 50, come tutte le altre, dato che quest’anno il girone è veramente equilibrato. Noi puntiamo a fare più punti possibili il prima possibile per essere più tranquilli fino alla fine della stagione”.

All’andata era finita 6-4: difficile ripetere una gara così rocambolesca…
“Penso che sarà completamente diversa e che il risultato sarà più equilibrato, anche perché in questo momento non stiamo concedendo tanto. La gara di andata era stata un duro colpo, perché dopo quella domenica abbiamo pareggiato con la Vis Nova e perso due partite in malo modo, quindi scenderemo in campo per vendicare quella partita. Io ho ancora un piccolo problema fisico e non so ancora se potrò esserci, ma nel caso cercherò di dare il mio apporto da fuori”.

Al termine del girone di andata eravate quinti a pari merito con l’Oltrepò. Se da neopromossa vi sarete prefissati sicuramente la salvezza, avete accarezzato per qualche momento altri tipi di obiettivi?
“Quando abbiamo raggiunto il quinto posto arrivavamo da otto risultati utili consecutivi, ovvero sei vittorie e due pareggi, e c’era tanto entusiasmo. Poi c’è stata la sosta, che in Eccellenza è molto più lunga rispetto alla D, e stare fermi un mese è sempre complicato perché quando si riprende è come iniziare un campionato nuovo. Sapevamo che sarebbe stato difficile e che si sarebbe deciso tutto nelle prime partite, e forse, senza qualche episodio o qualche punto perso di troppo, saremmo potuti restare lì in alto. Ora direi che è impossibile pensare a qualcosa in più, anche per la forbice dalla seconda, ma l’aver fatto bene nel girone di andata ci dà una maggiore tranquillità. Staremo a vedere cosa succede, senza eccessive ansie o grandi obiettivi verso l’alto per non demoralizzarci nel caso in cui non dovessimo raggiungerli. Spiace, comunque, per la sconfitta con il Magenta, senza Scaccabarozzi e Caferri in difesa e senza Achenza in mezzo al campo. Dopo il pareggio in rimonta con la Vogherese, poteva essere la partita della svolta che avrebbe cambiato tutto; invece abbiamo preso un tiro e perso e così è svanito un sogno – quello di andare ai playoff – che dopotutto non era mai stato reale”.

In questa mischia di metà classifica, salire e scendere può essere questione di un attimo. Secondo te, le prime posizioni resteranno così come sono? O qualcuno potrebbe essere spodestato?
“Credo che la Vogherese abbia la strada spianata, perché il Pavia che abbiamo visto domenica difficilmente avrà la forza di andare a recuperare i punti di distacco. L’Oltrepò non sta prendendo più gol, quindi secondo me resterà in alto e potrebbe giocarsi il secondo posto con il Magenta, che è una squadra molto concreta, mentre la Solbiatese potrebbe rimontare. Penso che sotto non riusciranno a fare così tanti punti per arrivare ai playoff; oltre al fatto che c’è da guardarsi anche dietro, perché secondo me solo Cantù e Binasco sono un gradino più in basso, mentre le altre si stanno avvicinando, come è normale che sia dopo il mercato di dicembre”.

Cosa ti auguri da questa stagione? Sotto l’aspetto personale, magari un gol per confermare le tue statistiche?
“L’anno scorso ne sono arrivati tre e quest’anno ancora niente. Sperando di non avere più problemi fisici fino alla fine, ovviamente mi auguro di segnare e che sia un gol decisivo per portare punti. La squadra, comunque, è la priorità. Da quel punto di vista, spero che potremo vivere al meglio quel che resta della stagione, anche all’interno dello spogliatoio, aiutando la società a crescere e costruendo un rapporto sempre più costruttivo con i nostri giovani. Diciamo che le nuove generazioni hanno una mentalità molto diversa rispetto a noi ‘vecchietti’, quindi a volte fare gruppo può diventare complicato. Sicuramente qualcosa lo sbagliamo noi e qualcosa lo sbagliano loro, ma l’obiettivo è di trovare l’amalgama giusta”.

Silvia Alabardi

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