Ormai una tradizione, dal Palace Grand Hotel di Varese comincia ufficialmente la stagione dei Mastini e l’HCMV Varese Hockey coglie l’occasione per presentare coach Niklas Czarnecki.

Niklas è qui per il bagaglio esperienziale che portacommenta il DS giallonero Matteo Malfatti introducendo il coach , perché la Svezia è uno dei paesi più importanti al mondo a livello di hockey e averlo con noi è motivo d’orgoglio. Porterà idee, ma soprattutto voglia di lavorare con i giovani“.

Parola poi allo stesso Czarnecki: “Per prima cosa voglio parlare individualmente con ogni singolo giocatore e conoscerlo; poi ci sarà spazio per i discorsi di squadra, ma la cosa più importante è trovare fin da subito unità d’intenti, uno dei punti di forza dello scorso anno, e fare in modo che tutti si divertano nel vivere la partita. Per questo motivo non porterò stravolgimenti, ma le novità saranno introdotte un po’ alla volta. Di sicuro la mentalità svedese fa rima con disciplina in campo: i giocatori devono essere pronti e presenti in ogni situazione di gioco. La mia più grande sfida sarà quella di plasmare una squadra che possa imporre il proprio gioco a prescindere dagli avversari; per farlo ognuno dovrà fare il suo al 100%. Preoccupazioni? Solo l’aspetto comunicativo, ma so che tutti parlano bene l’inglese per cui ci conosceremo in fretta; anzi, inizierò un corso per imparare l’italiano“.

Sugli stranieri Kyle Gibbons ed Erik Naslund, prosegue Malfatti: “Avevamo tanti nomi sul tavolo, ma ci siamo confrontati continuamente e siamo giunti alle conclusioni migliori. Sono due giocatori estremamente forti anche a livello mentale e sia io sia Nick siamo tranquilli per ciò che potranno dare: entrambi faranno parte di un gruppo forte che li aiuterà ad integrarsi al meglio. Il mercato riflette le indicazioni di gioco di Niklas: forse non avremo i goal che portavano Drolet, Franchini e Desautels, ma ci aspettiamo una distribuzione di punti fra più giocatori frutto di un sistema organizzato“.

Che hockey vedremo?In attacco lascerò i giocatori liberi di esprimere la propria fantasia, ma la fase difensiva sarà estremamente schematica spiega Czarneki perché è così che si vincono le partite: ricollegandomi alle parole del DS, una volta che la difesa fa il suo lavoro l’attacco si sviluppa di conseguenza. Passo dopo passo cresceremo insieme. Sono qui per vincere, perché è quello che ho sempre provato a fare nella mia carriera: ovvio che ci sono annate in cui si riesce e altre no, ma lavorerò per farlo. Voglio avere un ottimo rapporto con tutti e mi aspetto collaborazione da ogni giocatore perché alla fine sarò io a prendere le decisioni: ho avuto la fortuna di allenare squadre professionistiche, abituate ad un certo tipo di approccio, e voglio portare qui la stessa mentalità“.

Il primo impatto con la cultura italiana, intanto, è stato subito positivo: “Mi sono subito sentito accolto e in questi giorni ho già avuto modo di sperimentare la vostra cucina: eccezionale. Sono molto contento di vivere questa esperienza fuori dalla Svezia, ho già avuto parecchie richieste di amicizia sui social e non vedo l’ora di conoscere tutti direttamente. L’hockey italiano? Ovviamente è molto diverso da quello cui sono abituato: come ho detto non sono qui per distruggere, ma voglio integrare una nuova mentalità con giocatori molto compatti nelle varie aree di gioco“.

Non resta che aspettare di rivedere i Mastini sul ghiaccio in vista di un’altra grande stagione. “Inizieremo il ritiro lunedì 21 agosto spiega Malfattie vivremo tre settimane intense allenandoci ogni giorno. Stiamo anche organizzando una serie di amichevoli pre-Cortina in modo da arrivare subito pronti“. Sulle aspettative relative alla Supercoppa del 16 settembre, coach Czarnecki chiosa: “Cortina è per noi un’opportunità. Sfrutterò le settimane precedenti per conoscere il mio gruppo, consapevole di come affronteremo subito una squadra di categoria superiore che si sta attrezzando per competere al top anche in Europa: sarà un match importante per il portiere, visto che prenderà tanti tiri, ma anche per i giocatori perché ne capirò la mentalità. Diciamo che non è solo un bel banco di prova, ma il miglior banco di prova possibile“.

Matteo Carraro

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