Il mondo del Calcio è pieno di “professori”. Tutti sanno tutto. Addetti ai lavori o semplici appassionati usano un linguaggio esclusivo, coniano nuovi vocaboli, la stessa costruzione della frase è manna per la semantica. Sarebbe folklore se non fosse che, troppo spesso, i fruitori di codesti deliri linguistici sono i bambini. Bene. Proviamo a fare la differenza

La Nursery School di Acof a Busto Arsizio, Scuola dell’Infanzia in inglese, come si suol dire, fa le cose per bene. Numerosi progetti creati a misura di bambino, attività coinvolgenti e sperimentali, situazioni-stimolo che prevedono incontri con gli eroi dei nostri tempi, Medici, Infermieri, Vigili del Fuoco, uomini delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile della società civile.
Le Educatrici della Scuola sono una mininiera di proposte didattiche ed educative forgiate per i bimbi ed il loro sorriso, la migliore forma di arte sul Pianeta. La Nursery School è un mondo davvero a misura di bambino, curato e seguito in ogni fase della giornata. Ed ora è il turno dello Sport, attraverso lo strumento più semplice e divertente che esista: il pallone. La Scuola ha deciso di proporre una lezione- gioco trasformando le piccole alunne ed alunni in calciatori.
Mi muovo come in un acquario, sono a casa. Pallone, bambini, spazio palestra, una Scuola Materna, il mio mondo.  

“Forza bimbi, tutti dal Maetro Marco!”.

La mia voce richiama l’allegra banda di “zanzare”, appellativo che scatena l’ilarità dei bimbi. Le piccole pesti si radunano in cerchio, vocianti, con il loro pallone colorato ben stretto in mano. E’ l’attrezzo più divertente, è il loro cucciolo. Lo trattano come un peluche. E’ il primo contatto con il sussidio principale che li accompagnerà durante la lezione. “Bene bambini, oggi farete divertire il vostro amico pallone. Gli faremo fare un sacco di salti, rotolate, rimbalzi! Ma, mi raccomando, non fatelo mai scappare via! E’ il vostro cucciolo e deve fare quello che dite voi! Quando fischia il treno (ho un fischietto per richiamare l’attenzione come il treno quando arriva in stazione) portate il vostro pallone a fare un giro per l’aula. Girate dove volete ma tenetelo sempre vicino ai piedini e non usate MAI le manine altrimenti arriva il Mago Merluzzo e vi trasforma in zanzare. Se vi scappa raggiungetelo ed accompagnatelo con i piedi. Attenti perché è un po’ monello e dovete fare attenzione! Sapete che qui l’unica cosa che può scappare è la pipi’ o la pupù!”.
I bimbi esplodono in una fragorosa risata. L’uso della narrazione favolistica è il primo alleato quando si opera con bimbi in età prescolare, si sentono coinvolti, vivono una realtà che li vede protagonisti, perché le favole non insegnano che i mostri non esistono, ti dicono come sconfiggerli. I bimbi si muovono sicuri, alcuni calciano il pallone con forza e poi, di corsa, lo raggiungono per riportarlo con i piedi, altri lo trattano con profondo rispetto, quasi avessero paura di fargli del male. Bimbi o bimbe non fa differenza, in età prescolare la divisione è solo nelle menti bacate degli addestratori, manovali dell’attività motoria. Ripetiamo l’esercizio in quadrupedia, accompagnando il pallone con la testa come dei piccoli cagnolini che vogliono giocare a pallone ma non possono usare i piedini.
“Chi di voi ha un cagnolino?” Alla domanda, si scatena un vero e proprio festival del regno animale… Gatti, tartarughe, pesciolini rossi, criceti, “Maestro Marco il mio nonno ha un canguro!” sussurra la piccola Martina. “Che meraviglia! Bimbi sapete come salta un canguro?” “Si, si, fa cosi...” ed in un attimo tutti i bimbi saltellano cercando di farlo a piedi pari, proponendo essi stessi l’esercizio. Lavorando con bimbi in età prescolare è normale che lo sviluppo della lezione sia dettato da regole stabilite da loro, secondo i propri tempi e ritmi.

L’insegnante può preparare un canovaccio di lezione, con minimi obiettivi che non comportino un grande sforzo di attenzione considerata l’età dei bambini, ma, spesso, sono loro stessi a stravolgere e trovare stimoli nuovi. L’insegnante deve possedere l’abilità di trasformare questi spunti negli obiettivi didattici che si è proposto. Mentre i “cangurini” saltellano, l’insegnante approfitta e dissemina la palestra di “cinesini” (minibirilli a base larga). “Adesso, cari cangurini, saltellate con il pallone in mano e, al fischio del treno, dategli un bel calcione e fatelo volare in alto come un uccellino!”.
I palloni volano, rimbalzano, rotolano ovunque. I bimbi ripetono l’esercizio molte volte, scambiandosi anche la palla. “Urca, attenti ora! Vedete i cinesini colorati per terra? Bene, accompagnate il pallone con i piedi ma state attenti a non toccare il cinesino, altrimenti il pallone si trasforma in una mosca che vi ronza sul nasino!”. Partono come fulmini, la maggior parte urta i cinesini, ma nel nuovo tentativo molti bimbi riescono a cambiare direzione ed evitare l’ostacolo.

Coordinazione e controllo del corpo, attenzione e rispetto delle regole. Una bella bevuta dalla maestra e pronti di nuovo per il divertimento principale della lezione, il salto sulle sedie. Si posizionano  le sedie cosi da formare un’ampia superficie. “Attenti bimbi, ora siamo nella foresta di seggiole. E’ stata una giornata di pioggia ed il terreno è scivoloso! Provate a scavalcarle, piegando bene bene le ginocchia e sollevando i piedini. Tenete ben stretto in mano il pallone, mi raccomando! Accidenti che bravi!”.
Le “zanzare” partono ululanti, alcuni si rotolano uno sull’altro, altri provano a scavalcare le sedie “ma maestro è mollissimo io affondo” dice ridendo Andrea. “Ehi bimbi Andrea affonda, fate un bel tuffo e andate a salvarlo!”. Saltano in tutti i modi, addiritura con capriole e la maggior parte di loro recuperano anche il pallone quando cade dalla sedia. La lezione procede con diversi stimoli (rotolamenti con palla in mano-lanci e recuperi-quadrupedia accompagnando il pallone con la testa).
I bambini, stanchi ma felici, si ritrovano al mio segnale in centro aula, si abbracciano e si stringono le mani come consuetudine e tornano gridando dalle proprie maestre. Il gioco è movimento ed educazione. Alla Nursery il bimbo corre, vola, esulta. Alla Nursery Capitan Uncino non è il benvenuto.

Marco Caccianiga

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