Lo scorso anno la sconfitta di Varese contro Reggio Emilia sembrò essere un banale incidente di percorso lungo una stagione superlativa. Sappiamo tutti cosa successe all’indomani della sfida contro i reggiani, persa dalla OJM e con il campionato varesino completamente stravolto da fattori extra campo. Quest’anno, invece, Openjobmetis-Unahotels non è una gara come le altre, dato il famelico bisogno di punti di Hanlan e soci nella lotta salvezza, mentre Reggio cerca punti per la sua volata in ottica Final Eight di Coppa Italia.
Una Varese in piena mutazione di pelle, con i recenti innesti di Spencer e Mannion chiede spazio ad una formazione che sta costruendo, mattoncino dopo mattoncino, le sue sicurezze.
Certezze che partono anche da coach Priftis che, dopo anni da assistente, si è lanciato sulla panchina dell’Aris dal 2014 al 2017 per poi vivere 4 anni a Kazan insieme a quel Coldebella molto ben conosciuto sotto il Sacro Monte. Ed è sempre il gm italiano ad averlo voluto nella bassa reggiana per ricomporre un binomio che ha fatto bene in Russia.
Weber è il play titolare dei reggiani: il classe ’92 arriva dal campionato turco ed è un giocatore difensivamente importante, ma capace di giocare molto bene in transizione e a ritmi alti, che sa creare per sé, ma anche mettere in ritmo i compagni come evidenziano i 4,5 assist a gara tenuti in serie A. Insieme a lui a fare reparto c’è il nostro Lorenzo Uglietti: il torinese cresciuto cestisticamente a Biella si è affermato in 4 anni di A2 a Latina per poi trovare spazio prima a Treviso e poi, negli ultimi 3 anni, a Napoli. Giocatore che sa usare bene il fisico, ma anche discreto passatore.
A dare una mano in regia e sdoppiarsi anche in guardia c’è l’altro esterno americano Jamar Smith che possiamo definire un pretoriano di Priftis. Infatti, i due hanno trascorso insieme gli anni di Kazan. Giocatore esperto, classe ’87, ha giocato anche al Bamberg in Germania e a Malaga in Spagna ed è una guardia capace di segnare con molta facilità. Reparto guardie completato da Galloway, di cui parliamo più avanti, e dal classe ’00 Alessandro Cipolla, prodotto del florido vivaio reggiano, ma con pochi spazi in questa annata. In ala c’è il solito Michele Vitali, tiratore di striscia mortifero se in serata, ma capace anche di difendere forte sulle ali avversarie e l’altro azzurro Sasha Grant. Grande promessa tanto da venir acquistato dal Bayern Monaco a soli 15 anni, finora non è mai riuscito a esplodere al piano di sopra e il ritorno a Reggio dovrebbe aiutare nella crescita di questo 2002. Finora per lui 4,2 punti in 14′ di utilizzo medio col 52% da 2 e il 25% da 3.
Nel reparto ali forti troviamo un altro grande talento ovvero Kevin Hervey. Nella sua esperienza alla Virtus Bologna aveva iniziato l’anno alla grande con numeri da campione, poi un infortunio che ne ha chiuso anzitempo la stagione tenendolo ai box per tutta la scorsa stagione. Reggio ha puntato su di lui e ora ne sta venendo ripagata: 16,6 punti e 5,3 rimbalzi per un impatto cui Varese dovrà portare attenzione. Suo cambio è Matteo Chillo, giocatore solido che da minuti di quantità e qualità a Priftis. Sotto canestro c’è l’ex Trento Atkins e il giovane Faye, altro prodotto sfornato dal settore giovanile reggiano, su cui Coldebella ha speso uno dei 6 visti essendo di nazionalità senegalese. Risposte positive per quella che è una delle sorprese della nostra serie A: 4,9 punti e 4,8 rimbalzi a 18 anni sono un bel biglietto da visita. Atkins è giocatore solido e roccioso, capace di fornire punti all’occorrenza e ottimo difensore nei pressi dell’area colorata.
Occhio a…Langston Galloway
E’ indubbiamente la star dei reggiani e con un passato di oltre 450 partite in NBA Langston ha un pedigree di tutto rispetto. Gli appassionati varesini accosteranno Galloway a quel Ramon fugacemente passato dalle parti del Lino Oldrini con poca fortuna (anno 2015/16). Nulla in comune con lui con il Galloway reggiano che viaggia a cifre da star assoluta: 17,8 punti a gara (miglior marcatore dei reggiani) col 41,2% da 3 e un massimo di 29 contro Treviso a fine ottobre. Approccio importante per un giocatore che a 32 anni si affaccia per la prima volta fuori dall’America con l’intento di scrivere pagine importanti del basket europeo. In NBA Galloway ha vestito le maglie di Knicks, Pelicans, Kings, Pistons, Suns, Nets e Bucks in cui ha vissuto spesso il ruolo di sesto uomo o di giocatore di rotazione in grado di portare punti alla squadra in pochi minuti. 452 gare da “Pro” senza venir scelto al draft: sono i Knicks a firmarlo con la squadra di G-League e Galloway si gioca ottimamente la sua chance: due decadali a gennaio 2015 diventano un biennale con la società della Grande Mela. Non solo basket nella sua vita: sempre impegnato nel sociale per aiutare la comunità ha aperto nel 2018 la Langston Galloway Foundation che si occupa di aiutare gli atleti sia nel percorso sul campo che, soprattutto, fuori dal campo.
Matteo Gallo