Uno dei lunedì più pesanti di questa stagione, il secondo consecutivo, in casa Pallacanestro Varese è passato, e la decisione che un po’ tutti nell’ambiente si aspettavano non è arrivata.

Tom Bialaszewski rimane al suo posto, alla guida della squadra biancorossa, nonostante il -43 contro Brescia di due settimane fa, nonostante la sconfitta pesante e molto, molto brutta, rimediata in casa contro la Vanoli Cremona.

La scelta della società, del suo Generale, Luis Scola, è quella di andare avanti così, dando fiducia al percorso tecnico intrapreso quest’estate, dando fiducia alla propria scelta di mettere a sedersi sulla panchina biancorossa, dopo aver costruito la squadra, senza ancora uno staff completo designato, alla prima esperienza da head coach, Tom Bialaszewski, che in tutto questo contesto colpe ne ha, sì, ma fino ad un certo punto.

Fino ad un certo punto come la fiducia che la società comunque ripone in lui, perchè non esiste nessuno nel mondo dello sport più forte dei risultati, che al di là di filosofie e parole, poi sono tutto ciò che conta. Per questo, questa settimana è decisiva per il futuro della guida tecnica di Varese e della sua stagione. Una situazione simile, Bialaszewski l’ha già vissuta, a cavallo del doppio impegno con Tblisi e Sassari sul finire di ottobre e gli inizi di novembre. In quella situazione, due vittorie salvarono la panchina che iniziava a traballare, questa volta, probabilmente, ne basterebbe anche solo una di vittoria in due scontri, quella contro Brindisi di domenica per una partita che sa di ultima chiamata.

Questa è la sensazione, perchè poi di mezzo c’è il Chemnitz, squadra che ha una striscia aperta di 16 vittorie consecutive, che è in testa nel campionato tedesco e contro cui Varese apre la seconda fase di FIBA Erope Cup. Con tutte le attenuanti del caso, una sconfitta molto pesante anche in Germania potrebbe addirittura anticipare la scelta, a quel punto inevitabile, di cambiare, per dare una scossa ad un ambiente squadra in forte difficoltà.

Nel caso in cui la società decidesse di cambiare coach, o dopo Chemnitz o verosimilmente e nel caso di sconfitta, dopo Brindisi, la scelta più gettonata oggi è la promozione di coach Marco Legovich nel ruolo di capo allenatore, in tandem con Herman Mandole, per una questione di visti e perchè trovare oggi un nuovo allenatore americano, che accetti di avere minimo margine di manovra dovendosi muovere nei limiti stabiliti dalle analytics, che debba adattarsi e fare tutto il percorso che una realtà completamente nuova come quella italiana ed europea richiede, seppur inserito in un contesto a forte trazione USA, sarebbe troppo e Varese di tempo non ne ha molto a disposizione.

A meno che non si opti per un cambio di rotta forte, per un’inversione a U capace di ribaltare tutto, mettendo da parte l’algoritmo per privilegiare il pragmatismo ma ad oggi questa situazione non sarebbe nemmeno contemplata nelle alte sfere societarie.

Alessandro Burin

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