Una filosofia è capace di accomunare due realtà apparentemente molto diverse e distanti? Pare proprio di sì, quanto meno è quello che sta accadendo tra Pallacanestro Varese e Milan.

I biancorossi ed i rossoneri, infatti, per quanto distanti e diversi, in realtà da qualche settimana a questa parte sono più accomunati che mai dall’idea alla base della gestione delle due società, ovvero il famoso Moneyball.

In casa Pallacanestro Varese gli addetti ai lavori, i tifosi e chiunque lavori nell’orbita biancorossa ha ormai imparato a convivere con questo termine, che identifica in maniera chiara e netta il nuovo corso targato Luis Scola, ormai da un paio d’anni. In casa rossonera, invece il processo verso questa filosofia è iniziato negli ultimi mesi, dal momento dell’acquisizione del club da parte della Redbird Capital Partners di Gerry Cardinale, nuovo presidente dei rossoneri.

Il metodo MoneyBall finisce sotto le luci della ribalta con il film L’arte di vincere, una pellicola del 2011 che racconta la storia di Billy Beane (ora consulente proprio di Gerry Cardinale al Milan), uno scout americano che ha fatto la fortuna della franchigia di baseball degli Oakland Athletics, inventando il metodo Moneyball.

Questo sistema analizza e incrocia i dati dei vari atleti: non solo le statistiche e le caratteristiche fisiche dei giocatori, ma anche la possibilità di adattamento in un determinato contesto tattico e ambientale.

Niente più scouting vecchia maniera, quindi, con gli osservatori inviati sui vari campi di basket o calcio a visionare i giocatori, ma tutto collegato ad un sistema matematico di numeri, dati e analisi statistica.

In casa Pallacanestro Varese questo sistema si è sviluppato ormai in maniera assoluta, con Luca Cappelletti che lo scorso anno si occupava in prima persona della gestione di questi dati e che da pochi giorni ha visto l’ingresso di due nuove figure strettamente legate a questa filosofia: Maksim Horowitz e Zach Sogolow. I due dirigenti infatti, cresciuti nel mondo NBA, hanno avuto già modo di confrontarsi e di conoscere al meglio il metodo Moneyball e sono stati scelti per dare un ulteriore spinta al progetto varesino. In particolare Horowitz dal 2015 ha lavorato per i New York Mets nel dipartimento di business intelligence & analytics, ed ha lavorato per due anni direttamente per l’NBA come basketball strategy analyst. Successivamente, dal 2018 ad oggi ha ricoperto il ruolo di director basketball strategy & analytics presso gli Atlanta Hawks lavorando al fianco del capo allenatore e del general manager per la gestione del mercato, le partecipazioni al draft con particolare supporto al front office nella scelta e nella valutazione dei profili migliori mediante l’ausilio delle statistiche. Con lui Sogolow che invece in carriera vanta numerosi anni di esperienza nel mondo del basket professionistico americano, avendo lavorato dal 2014 al 2017 direttamente per gli uffici dell’NBA come coordinatore delle basketball operations e dal 2017 ad oggi come direttore delle basketball operations presso i Philadelphia 76ers. A Philadelphia ha ricoperto un ruolo importante nella pianificazione del salary cap, nella costruzione del roster e nell’attività di scouting.

Basta leggere queste due presentazioni per capire come il loro approdo sia assolutamente indirizzato ad un propensione sempre più diretta verso l’uso sistematico del sistema Moneyball.

Il Milan ha praticamente fatto la stessa cosa: ha sostituito due dirigenti vincenti come Maldini e Massara ed ha affidato le operazioni alla coppia MoncadaFurlani, con il diktat di applicare al mercato ed alla gestione dei rossoneri il sistema Moneyball. I frutti di questa scelta, sul mercato rossonero, così come ormai su quello biancorosso, sono stati evidenti: tutti gli acquisti del Milan, finora, di quest’estate, sono stati fatti su giocatori di una certa età, con determinate caratteristiche e prospettive, raggiunti a determinati costi seguendo un ideologia ben precisa. Lo stesso ha fatto la Pallacanestro Varese che ormai ha identificato un modus operandi chiaro sul mercato, costruendo una squadra con due giocatori di riferimento tecnico e caratteriale (Hanlan e Cauley-Stein quest’anno – Brown e Johnson lo scorso), attorniati da una serie di scoperte o scommesse acquistate in base alla valutazione dell’algoritmo.

Infine, il Moneyball “non fa prigionieri“, perché se nello sport spesso i sentimenti hanno ampio spazio, è facile intendere come un sistema statistico non si avvicini minimamente a questo concetto ed ancora una volta anche qui Pallacanestro Varese e Milan sono associate: i biancorossi hanno infatti salutato il capitano di lunga data Giancarlo Ferrero, non considerato più adatto allo sviluppo del sistema, il Milan ha detto addio al totem Maldini (come detto sopra) perché non avvezzo a questo nuovo sistema di gestione.

Alessandro Burin

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