Può una sconfitta cambiare il corso di una stagione?

Fondamentalmente è una speranza, un appiglio, una convinzione che si vuole provare anche un po’ forse ad estremizzare in casa Pallacanestro Varese, visto che da ieri sera, i biancorossi sono entrati ufficialmente nella zona rossa del campionato, andando ad occupare il penultimo posto in classifica, il che vuol dire restrocessione.

Per fortuna dei biancorossi, però, davanti c’è ancora moltissimo, il campionato è lungo, i punti da poter conquistare sono tantissimi ed i match point da giocarsi ancora parecchi, ad una condizione: che s’inizi a vincere.

Come? E’ qui che entra quella speranza, quell’appiglio, che la sconfitta con Milano ha lasciato in tutto il mondo OJM. La possibilità che il 70-74 finale di ieri sera sia l’inizio di una nuova rinascita per questa Pallacanestro Varese, in cui è bastato cambiare un interprete (sia chiaro, non l’unico male di questa squadra ma uno dei tanti) per cambiare completamente faccia e pelle. Dove? Soprattutto in difesa, perchè poi che si voglia o non voglia, quando una squadra si trova a lottare per la salvezza l’algoritmo, le statistiche avanzate e la filosofia contano il giusto: si piegano le gambe, si difende, si cerca compatezza per riuscire a stare sopra quei due ultimi posti in classifica che vogliono dire baratro.

Varese questa compatezza l’ha mostrata con uno Spencer, giocatore normalissimo non certo Kareem Abdul-Jabbar, che ha saputo però dare sostanza e spessore a tutta la fase difensiva di una Varese che ha mostrato una faccia completamente diversa nella propria metà campo. A questo si aggiunga il rientro preziosissimo di Sean McDermott, l’equilibratore di questo gruppo, il collante perfetto tra le due fasi. A questo si aggiunge, il bilanciamento che Librizzi sà dare al fianco di due attaccanti puri come Shahid e Hanlan e l’agilità di un Brown che ha giovato appieno dei tagliafuori di Spencer per fare mattanza a rimbalzo ed in generale un gruppo che con la presenza del centro in area, ha trovato molte più possibilità di attaccare il ferro con decisione e spazio, perchè c’è sempre modo e modo di stare nel pitturato.

Note tecnico-tattiche positive di una squadra che in realtà, poi, ha basato il suo battersi faccia a faccia e fino alla fine contro Milano su una cosa molto più semplice, ovvero il cambio di atteggiamento rispetto alle ultime uscite, che va al di là di tutti i limiti che questo gruppo può avere ma che è condizione imprescindibile per puntare alla salvezza.

Si prenda tutto e si sappia bene che a questa Varese per salvarsi serve un playmaker, perchè ancora una volta l’arrivo di Spencer e la prima partita normale di uno Shahid molto più in versione play che guardia, ha mostrato quanto al di là di tutte le filosofie molte volte il basket sia uno sport semplice, dove l’assunto principale dell’avere un buon asse play-pivot, può cambiare tutta una stagione.

La società lo ha capito e si sta muovendo per questo, perchè al di là di tutto, il tempo passa, le giornate scorrono e i punti diminuiscono. La reazione di carattere c’è stata, ora ne serve una anche molto più tecnica e tattica, per far sì che la bella partita giocata con Milano non sia una fiammella in mezzo ad un mare d’acqua che alla fine sovrasti l’intero mondo biancorosso.

Alessandro Burin

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