Vincere aiuta a vincere? Assolutamente sì. La vittoria con il Keravnos cancella i problemi di Varese? Assolutamente no.

Il bilancio che si può si trarre dalla vittoria cipriota dell’Itelyum è certamente positivo se guardiamo ai numeri, se guardiamo al risultato finale, se guardiamo alla continuità difensiva che, dopo gli 80 punti subiti contro Tortona, dice lo stesso dato anche il Keravnos, sintomo di una continuità di lavoro che si sta ricercando nella propria metà campo e che qualche risultato lo sta portando.

È una vittoria, però, che deve valere il giusto, nella misura in cui venga considerata un buon test in vista del campionato. Nulla più? Nulla più. Perché Varese ha incontrato un avversario modesto, con tutto il rispetto per il Keravnos, che non è certo paragonabile al livello di basket a cui siamo abituati in Italia, ma che nonostante tutto è riuscito a tenere viva fino a 4 minuti dalla fine una partita che, all’intervallo, era e doveva rimanere chiusa.

Si perché se Varese era riuscita a costruirsi un vantaggio di 20 punti, 31-51 il parziale al 20’, doveva e poteva gestire con nettamente maggior tranquillità il secondo tempo. Ed invece un parziale di 15-3 ha permesso ai ciprioti di rientrare in partita.

Errore di superficialità? Vogliamo pensare di sì, anche se poi quello che arriva da Nicosia è il chiaro messaggio di un gruppo che, soprattutto in fase offensiva, ha ancora tanto lavoro da fare per crescere in un gioco ad oggi sterile, fin troppo legato al solo tiro da tre punti, che ieri sera ha giovato della grande partita di un ispiriato Shahid e di un Brown sempre pronto a rispedire al mittente le velleità di rimonta ma questo non può bastare per crescere.

Serve una svolta offensiva, che possa passare dalle mani di Hanlan, che ieri sera si è dimostrato capace di fornire assist in lungo ed in largo, pagando ovviamente a livello di produzione propria di punti; serve una svolta, che possa e debba passare dalle giocate di Cauley-Stein, più reattivo delle ultime uscite a Nicosia ma ancora ben lontano dal livello di giocatore che ci si aspetta di vedere e da cui, probabilmente, dipenderà tanto, se non tutto, del destino biancorosso, sempre che questa storia sia poi destinata a durare ancora a lungo.

Alessandro Burin

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