E’ stato sicuramente un inizio di stagione complicato finora quello di Tomas Woldetensae che, nelle prime due uscite di campionato della Pallacanestro Varese, non ha assolutamente brillato, anzi.

Il numero 8 biancorosso infatti è apparso decisamente in ombra rispetto alle sue qualità, in queste prime partite, un problema non indifferente per una Varese che sul giocatore nativo di Bologna punta molto. Ma quali possono essere le cause di un inizio così in ombra?

Sicuramente l’arrivo di un nuovo coach ed il cambio di tanti compagni richiede un periodo di ambientamento fisiologico per tutti ma forse il vero problema risiede più in altri fattori. Non è infatti un mistero che, tra i papabili per ricopre il ruolo di capitano in questa stagione, dopo Giancarlo Ferrero, per status, livello tecnico ed anche per il fatto di essere italiano, tanti addetti ai lavori, compreso chi scrive, avevano pensato Woldetensae.

Convizione che era aumentata dopo i primi allenamenti stagionali nei quali l’8 biancorosso si era mostrato tra i più attivi a guidare il gruppo durante il lavoro agli ordini di coach Bialaszewski, ma così non è stato, visto che la carica di capitano è stata affidata ad Olivier Hanlan. Una situazione che magari è stata argomento di dibattito solo all’esterno o che forse ha toccato lo stesso Tomas nel profondo.

A questo si aggiunga che Woldetensae, rispetto alla scorsa stagione in queste prime 4 partite, due di BCL e due di campionato, ha perso la titolarità nel quintetto base, acquisita lo scorso anno con Brase, a dispetto proprio di Hanlan, nel nuovo starting five tipo di coach Bialaszewski.

Infine ci sono le prestazioni, che parlano di un giocatore che sta viaggiando ancora con le polveri molto più che bagnate al tiro, sua arma principale, come i soli 5 punti di media e soprattutto gli zero tiri da tre segnati in due gare testimoniano e che probabilmente soffre un complessivo atteggiamento difensivo di squadra non ancora ben predisposto, in un sistema nel quale comunque, a differenza dello scorso anno, ci sono più regole e che meglio dovrebbe accostarsi al suo modo di giocare, lui che ha saputo dare il meglio di sè in un sistema fisso di regole come quello di coach Roijakkers, a dispetto di quello più libero di Matt Brase.

Sta di fatto che però, in questo momento, Woldetensae non sembra affatto tranquillo, come i diverbi di Bologna, in campo con Brown su un cambio difensivo sbagliato ed in panchina con Bialaszewski al momento della sostituzione, testimoniano, per un gocatore che già dalla partita con Tortona può riscattarsi e riprendersi un ruolo centrale in una Varese che ha un bisogno atavico dei suoi colpi in attacco e della sua verve in difesa.

Alessandro Burin

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