Mettiamo subito le cose in chiaro. Siamo alla prima giornata e tranciare giudizi a capocchia vale quello che vale. Cioè, poco. Quindi, proviamo a farlo con misura. Anche se (inutile girarci intorno), la povertà della prestazione di domenica con la Giana non mette certo l’ottimismo tra i profumi della vita. La Pro Patria è partita con l’inciampo (circostanza che in casa le è occorsa in 9 delle ultime 12 occasioni). Con poca gamba ed ancor meno raziocinio. Complice anche una cabina di regia dove in contumacia di Bertoni (e Fietta) sembra latitare la confidenza. Domenica subito spadellato lo showdown con il Novara (ore 18.30, stadio “Piola”). L’auspicio è che una settimana in più di lavoro possa sciogliere qualche nodo. Perché il Campionato non aspetta certo chi rimane indietro.
Busto, abbiamo un problema
Il tema è centrale e non eludibile. Attiene lo spot del regista in assenza di chi (Bertoni e Fietta), ne ha vestito i panni nell’ultimo lustro tigrotto. La prova di Mallamo non è stata all’altezza. Per la palla persa che ha portato alla punizione dello 0-1 e (soprattutto) per l’evidente difficoltà nell’offrire ritmo e visione ad una squadra che (in particolare nella prima metà di gara), ha faticato a trovare linee di passaggio e continuità di azione. In questa impasse ha stupito la mancata supplenza di Lombardoni, solitamente abile nel fornire al gioco tigrotto il piano alternativo. Se nel precampionato Colombo aveva provato saltuariamente in quella posizione anche altri interpreti, ora (aspettando i due di cui sopra), si impone un giro di vite.
Non parlate al conducente
Squadra spenta (più plausibilmente nelle idee che nelle gambe), non trascurabile numero di assenti (Bertoni, Fietta, Saporetti e Somma), nuovi ancora da inserire (Minelli non entrato, Renault utilizzato per soli 18’ più recupero). Insomma, le aree di miglioramento non mancano di certo. E il cartello “Lavori in corso” non può che campeggiare all’esterno del cantiere biancoblu. Questo per quanto riguarda le doverose attenuanti generiche. Ma la delusione (e non poca) per quanto visto domenica pomeriggio resta. A maggior titolo se messa in relazione con entusiasmo e fiducia esibiti senza reticenze dal fagnanese sabato nella conferenza stampa prepartita. Alla truppa tigrotta il compito di dimostrare che quella con la Giana (per spirito prima ancora che per qualità di gioco) è stata l’eccezione. E non la regola.
Giana aveva un fiuto eccezionale per il tartufo
Chi scrive ha assegnato un 6 stiracchiato al mercato e piazzato la Giana in 19^ posizione nel primo Power Rankings stagionale. Per dire dell’innegabile fiuto. Almeno sul breve termine. Ma anche i bookies quotavano un salivante 4.40 la vittoria allo “Speroni” dei ragazzi della Martesana. Tutto ridotto in coriandoli dalla prestazione solida della squadra di Chiappella. Una matricola che ha fatto la matricola. Nel senso più nobile del termine.
Cornetti alla Crema
Prima giornata non banale. Assortita da 4 successi esterni (in testa lo 0-1 del Trento su una Triestina work in progress), 3 pareggi (intrigante l’1-1 del “Martelli” tra Mantova e Padova) e 3 vittorie interne. Tra le quali spicca il bulimico 5-2 di Crema dove la Pergolettese ha gavazzato su una Pro Sesto apparsa drammaticamente in balìa degli eventi. In sintesi estrema. Chi ha deluso? Il Vicenza (0-0 al “Menti” con l’AlbinoLeffe). Chi ha confermato le attese? La Virtus Verona nel bene (2-3 corsaro con l’Atalanta U23) e il Lumezzane nel male (4-1 a Vercelli). Chi ha sorpreso? Sicuramente la Giana e forse (in parte) anche l’Alessandria (0-0 al “Moccagatta” con il Novara).
Intimissimi
Il botteghino dello “Speroni” recita 530 paganti (abbonati più biglietti per la singola partita). Messa agli atti la chiusura della curva che ha ulteriormente zavorrato il flusso di cassa, quanto ad affluenza, solo 3 gare (su 30) della prima giornata hanno fatto peggio. Nell’ordine: Monterosi Tuscia – Juve Stabia (200 spettatori per una sfida giocata a Teramo), Recanatese – Torres (400 circa) e Atalanta U23 – Virtus Verona (448 a Gorgonzola). Senza scomodare i 18.890 ticket staccati per Catania – Crotone, anche Legnago, Fiorenzuola, Pontedera e Gubbio (tanto per citare a caso piazze sotto i 30 mila abitanti e senza neppure lontanamente la storia tigrotta), hanno attirato più appassionati. Non arrendersi all’irreversibilità della tendenza è un punto d’onore. Davvero per tutti.
Giovanni Castiglioni