La risposta è Bocalon. Sì, ma qual era la domanda? Beh, diciamo che la 15^ posizione in classifica può rappresentare un buon argomento. Dopo i 5 savoiardi di Novara della 21^, il Mantova prossimo avversario biancoblu (sabato ore 17.30, stadio “Martelli”), si affida al mercato appaltando l’attacco all’ex Trento (nella foto). In realtà, volendola guardare di fino, i virgiliani hanno il 9° reparto offensivo e la penultima difesa (peggio solo il Piacenza), con 36 reti subite (14 nelle ultime 7, 10 gare con almeno 2 gol al passivo, 5 con almeno 3 e soli 3 clean sheet). Per dire che la porta sul retro è spesso aperta. Ma la dinamica di squadra potrebbe avere in un attaccante di esperienza il suo punto di equilibrio.          

Il mostro della laguna

I numeri inducono al gesto apotropaico. Nelle 4 gare giocate da Riccardo Bocalon contro la Pro Patria, il Doge ha firmato 4 reti (una ogni 86’ in 343’ complessivi), garantendo ai suoi 3 vittorie ed una sola sconfitta. Precedenti con le maglie di Venezia, Alessandria e all’andata (16 ottobre) Trento. Nel fatturato del lagunare pesa chiaramente l’hattrick nel 3-0 al “Penzo” del 2 marzo 2014 quando il futuro protagonista della promozione in A degli arancioneroverdi e della storica semifinale di Coppa Italia dell’Alessandria mandò ai pazzi Spanò e De Biasi, centrali di giornata della squadra allora allenata da Colombo (ma per l’occasione rappresentata in panca dal vice Colleoni). L’ex gialloblu (34 anni a marzo) è una punta da 137 reti in carriera (27 in B, il resto in terza serie), 3 quest’anno (con 3 assist) nelle 18 presenze (13 dal 1’, 6 per intero) registrate con il Grifone. Domenica a Vercelli ha trasformato il rigore dell’1-0 nella vittoria 2-1 sulle Bianche Casacche. Le sue prime parole da biancorosso? “Mi metto a totale disposizione della squadra, oltre ad un compagno gli altri giocatori troveranno un uomo pronto a sacrificarsi per la causa”.            

Setti in condotta

La stagione sin qui non è stata esattamente derubricabile a banale. Doppia proprietà di Maurizio Setti che ha ridotto (secondo la tifoseria virgiliana), il Mantova alla stregua di una succursale del Verona, il tecnico Nicola Corrent subito inviso causa campanile e provenienza scaligera, rendimento deficitario nelle prime 12 giornate (11 punti) in parte emendato dalla singola sconfitta nelle successive 8 prima del deragliamento di Novara. Insomma, la stampa locale non ha avuto certo da annoiarsi. Nel Piolazo di domenica con gli azzurri di Semioli (5-0 refertato dalla doppietta di Bortolussi e da Khailoti, Gonzalez e Galuppini), schierato 4-4-2 con Chiorra tra i pali; Matteucci, Iotti, Ghilardi e Silvestro in difesa; Procaccio, Gerbaudo, Ejjaki e Pierobon in mediana; gli assonanti Mensah e Yeboah in attacco.

Mincio Mincio bau bau

Quella con il Mantova non è una classica (43 precedenti in Campionato, nessuno in A e 4 in B) con premiére datata 10 novembre 1926 (0-2 al Parco Te con doppio Colombo I) e buco di 32 anni prima del successivo rendez-vous. Nel complesso, chiara prevalenza biancobandata (17 vittorie a 12 con 14 pareggi), confermata sul Mincio (12 successi virgiliani, 5 tigrotti, e 4 pareggi). La stagione scorsa 0-0 al “Martelli” e 2-1 (doppio Stanzani e Monachello) in via Cà Bianca nell’aggancio biancoblu alla salvezza. All’andata (13 settembre), 3-0 interno con doppietta di Castelli e rigore di Piu. La Pro Patria non vince a Mantova dal 12 novembre 2000 (0-3 con rigore di Porfido e doppietta di Ferraresso). Da allora, 6 incroci con 4 pareggi e 2 vittorie interne. Alla contabilità generale vanno sommate 3 sfide di Coppa Italia con una vittoria tigrotta, 2 mantovane e un passaggio del turno per parte.

Giovanni Castiglioni

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