Ci sono partite in cui l’unica cosa da fare è ammettere la superiorità dell’avversario, applaudire e uscire dal campo cercando di non farsi influenzare più di tanto da una sconfitta che ci sta tutta. Questo deve essere il sentimento di una Pallacanestro Varese che, nel giro di poco più di un mese, subisce la seconda sconfitta in altrettante gare contro la Bertram Yachts Tortona, questa volta per 103-91.

Due punti persi che passano da una prestazione in cui la OJM ha giocato a viso aperto contro i bianconeri per tre quarti, pagando il parziale complessivo di 31-20 del terzo periodo che ha creato il gap deciviso ai fini del risultato. Un parziale che Tortona ha costruito ed amministrato mettendo in mostra tutta la propria superiorità nei confronti di Varese: tecnica, qualitativa e fisica, oltre che di profondità di un gruppo che continua a stupire tutti quanti.

Di fronte a queste armi della Bertram, Varese ha provato a giocarsi le proprie, pagando la prestazione assolutamente incolore di un Reyes in pieno stato di recupero dall’infortunio e non ancora tranquillo al 100% di quel ginocchio che lo frena. Il portoricano sarebbe dovuto essere il vero fattore, soprattutto difensivo, di questo match in favore dei biancorossi a differenza della gara d’andata, ma così non è stato ed i 103 punti subiti ne sono la chiara dimostrazione.

Ci hanno pensato Brown e Johnson a guidare Varese, tecnicamente e psicologicamente, per tutta la gara, soprattutto offensivamente, cercando di sopperire all’assenza di un Ross bersagliato non solo dagli avversari che, dopo i 35 punti dell’andata, gli hanno messo occhi e mani addosso senza risparmarsi e dagli arbitri, che lo hanno caricato di falli: inconcepibile il tecnico fischiatogli nel secondo periodo, che ne ha minato la prestazione, soprattutto in fase difensiva, limitandolo per intensità e aggressività sul portatore di palla. Non è un caso infatti se Tortona poi proprio dalle prove di Christon (26 punti) e Filloy (21 punti), abbia trovato il bandolo della matassa per sbrogiare il gomitolo che coach Brase aveva intrecciato.

Una prestazione che in tutto questo mette in luce un limite centrale di questa Pallacanestro Varese, in cui manca ancora l’ultimo passettino per arrivare a raggiungere quello status di squadra letale: perché se una volta manca Reyes, l’altra volta manca Owens, se una volta manca De Nicolao, quella dopo tocca a Woldetensae, giusto per fare degli esempi.

Insomma, è nella profondità e totalità di prestazioni del gruppo biancorosso che Varese deve cercare di fare l’ultimo salto di qualità, al di là dei limiti tecnici di un gruppo che sta conducendo un campionato comunque importantissimo, che sta facendo sognare tutta la città, come la marea biancorossa che ha riempito gli spalti del PalaFerraris di ieri dimostra e che questa volta deve solo fermarsi ed applaudire un avversario semplicemente più forte, aspirando ad arrivare a raggiungere lo stesso livello, sapendo che la strada intrapresa è quella giusta.

Alessandro Burin

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