Voltare pagina e guardare avanti. Sono questi gli imperativi in casa Pallacanestro Varese dopo la sconfitta casalinga contro la UNAHOTELS Reggio Emilia, che ha complicato la corsa playoff, anche se il destino rimane tutto nelle mani della squadra guidata da coach Matt Brase.

Una sconfitta che, oltre a portarsi con sè due punti persi, si porta dietro anche lo stop di Justin Reyes, fermato ancor prima di iniziare la partita da un risentimento al ginocchio sinistro, quello operato al menisco qualche mese fa. Un passaggio ai box quasi naturale visti gli ultimi due mesi del portoricano che, dopo essere rientrato dall’operazione, esclusa la prima partita disputata con Napoli in casa, dove sembrava che l’infortunio fosse completamente alle spalle, non è più stato lo stesso.

In campo la cosa era più che evidente: zero esplosività, poco coinvolgimento nel gioco, silente, fin troppo, in ogni giocata o situazione tattica che lo potesse vedere coinvolto e che avevano alimentato dubbi sul suo reale stato di forma.

Dubbi confermati dallo stop di sabato sera e che ora attendono risposte dagli esami che verranno effettuati molto probabilmente oggi se non domani, ma che al di là dell’esito degli stessi, parlano di un giocatore in grande difficoltà, oltre che fisica probabilmente anche mentale, con uno stato di normale frustrazione che non lo rende affatto tranquillo.

Per questi motivi i pensieri in casa biancorossa sono continui sulla possibilità, seria e concreta, di cercare un sostituto per questo finale di stagione. E’ chiaro che le valutazioni sono più ampie di quello che il solo scorcio di campionato porta con sé: come già dimostrato in passato, la nuova società non compra tanto per comprare ma se fa un investimento cerca di farlo con un’ottica quanto meno futuribile, cercando giocatori che possano essere spendibili nell’immediato ma che siano risorsa anche per il futuro. E’ stato così proprio per l’acquisto di Reyes un anno fa, è stato così con l’arrivo di Woldetensae, sempre a metà stagione dello scorso anno. Si era tentato di fare così anche con Marcus Keene, ma poi il mercato aveva portato verso altre strade.

Esempi lampanti di come il GM Michael Arcieri operi con grande lungimiranza sul mercato, seguendo la filosofia societaria che nessun soldo va speso tanto per essere speso ma con programmazione e dopo attenti ragionamenti. A questo si aggiunga che trovare un giocatore tanto duttile quanto conforme alle caratteristiche del gioco biancorosso, che possa alternarsi nelle posizioni di guardia e ala piccola e che possa e sappia inserirsi subito senza aver bisogno di alcun tipo di periodo d’ambientamento non è affatto semplice a cinque giornate dal termine del campionato, di cui tre che si giocheranno nel giro di una settimana: Trieste domenica 16 aprile, Brindisi mercoledì 19 aprile, Venezia domenica 23 aprile.
Inoltre, Varese non cambierà la propria conformazione di squadra, passando dal 5+5 al 6+6, che vorrebbe dire pagare oltre 100.000 euro nel quale rientrerebbe anche il taglio di un italiano U26 ed in più, la OJM avrebbe solo la possibilità di acquisire un giocatore che non abbia giocato in Italia nel 2022/2023.

In questo senso, le mire biancorosse si potrebbero rivolgere, molto probabilmente, al mercato della G-League, habitat naturale del GM Arcieri e dal quale magari poter tirare fuori un giocatore, come dicevamo prima, non solo abile ed arruolabile per questo finale di stagione ma anche per la prossima a patto di essere consapevoli che, com’è stato per Owens e Ross che provenivano proprio dalla G-League, l’ambientamento al campionato italiano non è affatto semplice ed in queste 5 partite Varese non può permettersi di sbagliare più nulla, per conquistare definitivamente il sogno-obiettivo playoff.

Alessandro Burin

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