A volte ritornano. Frase usata e abusata nel mondo del giornalismo come nella vita di tutti i giorni, un detto scolpito nella memoria collettiva grazie anche all’antologia di Stephen King. Non c’è niente di horror, però, in questo caso (se non nell’andamento della stagione del Città di Varese): a ritornare è Gianluca Porro, richiamato sulla panchina biancorossa per provare l’impresa, difficile ma non impossibile, di difendere la categoria alla guida di una squadra sul baratro della retrocessione in Eccellenza.

Un obiettivo simile ma totalmente diverso rispetto a quello della scorsa stagione quando lo stesso Porro subentrò ad Ezio Rossi ereditando una squadra con il morale a terra per difendere il posizionamento playoff. All’epoca il tecnico classe ’79 fece qualcosa di straorinario, riaccendendo l’entusiasmo della Varese calcistica arrivando addirittura a vincere la finale in quel di Sanremo davanti ad una marea di tifosi festanti. Dal sogno biancorosso della Serie C allo sprofondo rosso attuale il passo è stato però breve e drammatico, condizionato anche dall’avvicendamento in panchina tra lo stesso Porro e Luciano De Paola: il cambio non ha mai sortito l’effetto sperato e il dietrofront del Varese certifica l’erroneità di quella scelta.

Adesso Gianluca Porro sarà chiamato a ripetere quell’impresa: allora c’erano sette partite a disposizione (poi diventate nove con i playoff), mentre questa volta le giornate che mancano alla chiusura del campionato sono dieci. Dieci passi per scrivere un’altra pagina della storia, dieci passi per riconquistare una piazza tradita e riaccendere quel fuoco biancorosso: dieci passi per salvare il Città di Varese.

Uno, come l’obiettivo: vittoria

Facile come bere un bicchier d’acqua (forse), almeno sulla carta. Il primo passo del tecnico di ritorno sulla panchina biancorossa sarà quello di riportare il Città di Varese alla vittoria. Un risultato quasi anomalo alla luce del trend stagionale visto che solo cinque volte è stato raggiunto il bottino pieno: Alcione, Desenzano, Caronnese, Folgore Caratese e Real Calepina (due successi casalinghi e tre lontano dall’Ossola). Trend da invertire il prima possibile perché solo vincendo sarà possibile salvarsi.

Due, come i gol delle ultime partite: empatia

Il secondo passo consiste nel lavorare sulla psicologia di una squadra ferita nel morale e nell’orgoglio: raramente si è visto un Varese pagare così tanto dazio sotto porta e i due gol messi a referto nelle ultime nove partite (tra l’altro uno inutile ai fini del risultato vista la sconfitta contro l’Alcione) sono decisamente troppo pochi per raggiungere la dodicesima posizione. Tanti fattori hanno influito in tal senso, a cominciare dall’aver tagliato i migliori marcatori della squadra ad eccezione di Ferrario (Mapelli, Disabato e Piraccini) e di non aver preso un vice-attaccante. L’approccio diretto, forse troppo, di Luciano De Paola non ha evidentemente sbloccato un gruppo bloccato a livello mentale: l’empatia di Porro potrebbe invece risultare fondamentale considerando che con lui in panchina il Varese ha segnato 8 reti in cinque gare (media di 1.6 a partita) contro le 14 messe a referto nelle successive 19 sotto la gestione De Paola (media di 0.7). Non a caso, il primo giocatore con cui Porro ha parlato a lungo è stato lo stesso Ferrario, a secco ormai dal 6 novembre.

Tre, come le sconfitte da allenatore: riscatto

In quindici partite alla guida del Città di Varese in Serie D sono state solamente tre le sconfitte collezionate da Porro a fronte di quattro pareggi e otto vittorie (consideriamo anche il successo ai rigori contro il Legnano in Coppa Italia a inizio stagione); una marcia del tutto rispettabile per chi, di fatto, si trova all’inizio della sua carriera. Il Varese di De Paola in 19 partite ha portato a casa quattro vittorie, quattro pareggi e undici sconfitte: nelle successive dieci sfide i biancorossi avranno la chance del riscatto, così come (per certi versi) ce l’avrà lo stesso Porro.

Quattro, come le posizioni da scalare: unione

Il Varese attualmente occupa la sedicesima posizione: l’obiettivo salvezza consiste nell’arrivare almeno al dodicesimo posto. In altre parole, bisogna superare Breno, Real Calepina, Villa Valle e Seregno. Con tutte e quattro le squadre i biancorossi sono sotto negli scontri diretti, ragion per cui bisognerà lavorare sodo fin da subito cementificando l’unione dello spogliatoio, ciò che è sembrato mancare nelle ultime uscite.

Cinque, come i mesi passati lontani: amore

Da inizio ottobre a fine febbraio, la durata della parentesi De Paola, i tifosi del Varese sono stati lontani da quello che in pochissimo tempo è riuscito a diventare un autentico beniamino della piazza. L’amore tra Gianluca Porro e i supporter biancorossi non è mai stato in dubbio e l’apice di Sanremo (inutile ribadirlo, mai raggiunto da De Paola o da chiunque altro) potrebbe essere ripetuto conquistando la salvezza, un traguardo ad oggi ben più tangibile visto che, a differenza dei playoff (che non garantirono la certezza del salto in Serie C), varrebbe automaticamente la permanenza in categoria.

Sei, come le chance avute: follia

Una domanda che chiunque si è posto seguendo la stagione del Città di Varese: perché a Gianluca Porro non è stata data la possibilità di correggere un inizio di campionato (diciamolo senza problemi) al di sotto delle aspettative? Nessuno lo sa. Sta di fatto che dopo sei partite (due vittorie, includendo la sfida di Coppa con il Legnano, due pareggi e due sconfitte) si è optato per il cambio. Decisione che (con il senno di poi, ma anche con il senno di allora) si è rivelata un’autentica follia visto che ha destabilizzato un gruppo sano e compatto (poi sfaldatosi), inaugurando un lento ed inevitabile declino che la società ha corretto ‘speriamo’ non troppo tardi. Un pizzico di follia, quella sana, servirà però anche per agguantare la salvezza.

Sette, come i punti che mancano alla salvezza: fiducia

Quattro posti da scalare, sette punti da recuperare. ‘Mission quasi impossible‘ che deve diventare possibile e per farlo serve solo tanta, tantissima, fiducia. Il debutto di Porro lo scorso anno coincise con una sconfitta di misura (contro la Sanremese di Andreoletti, oggi in vetta nel Girone A di Serie C con la Pro Sesto, che si complimentò con il tecnico biancorosso), seguito poi dal pareggio interno con rammarico contro l’RG Ticino. Poi la svolta: quattro vittorie e un pareggio per chiudere la stagione e doppia vittoria ai playoff nelle trasferte di Casale e Sanremo. Il cammino quest’anno sarà ben più ripido ma, con la fiducia di tutto il mondo biancorosso (e i tifosi online l’hanno già ribadita), non è impercorribile.

Otto, come le lacrime versate: genuinità

Concediamoci una licenza poetica: rovesciando il numero “8” in orizzontale si ottiene il simbolo dell’infinito, infinite come le lacrime versate senza timore da Gianluca Porro dopo il trionfo di Sanremo. Un risultato che, sportivamente parlando, non ha portato a nulla, ma che per un tecnico alle prime armi è equivalso alla vittoria di una Champions League. Un gesto semplice e spontaneo che racchiude in sé tutta la genuinità di Porro, dai sacrifici compiuti alla gioia per un gruppo fantastico seguito da tifosi altrettanto meravigliosi. Sono le storie del genere che da sempre piacciono ad una piazza come Varese.

Nove, come le partite dell’anno scorso: passione

A proposito di genuinità e di storie che piacciono: come non citare la passione? Nelle nove partite che hanno segnato l’inizio dell’avventura in panchina di Porro tra i grandi si è registrata un’autentica escalation di passione. Il mister in primis l’ha sempre avuta, dirompente e adrenalinica, trasmettendola ai giocatori e facendola risvegliare nei tifosi: dal “tanto ai playoff non ci arriviamo” si è passati al “vabbeh siamo arrivati quarti, ma tanto perderemo” per arrivare infine al già citato tripudio di Sanremo. Una giornata di ardente passione biancorossa.

Dieci, come le partite a disposizione: speranza

Se nella passata stagione le partite giocate (playoff comprese) furono nove, quest’anno i match point (perché di questo si tratta visto che ogni sfida è decisiva) saranno dieci. Questi sono i veri dieci passi di Gianluca Porro: Desenzano, Arconatese, Villa Valle, Sona, Brusaporto, Ponte San Pietro, Caronnese, Folgore Caratese, Sporting Franciacorta e Lumezzane. Ad oggi solo due squadre (Sona e Caronnese) sono alle spalle del Varese e, probabilmente, saranno le due partite più difficili del lotto: difficile, però, sarà ogni singola sfida per la squadra vista fino a questo momento. Vittorie, empatia, riscatto, unione, amore, follia, fiducia, genuinità e passione dovranno confluire in un unico aspetto: la speranza di salvare il Città di Varese, la missione che Gianluca Porro inaugurerà domenica 26 febbraio alle ore 14.30, nel suo “Franco Ossola” con la sua squadra e i suoi tifosi, contro il Desenzano.

Matteo Carraro

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