Dal tavolino al tavolo il passo è breve. Ottenuta la salvezza d’ufficio dopo il “caso-porte” di Carate Brianza (difficile che il ricorso della Folgore Caratese al Collegio di Garanzia abbia esito positivo), il Città di Varese guarda avanti e il futuro della società biancorossa si costruisce al tavolo. Da una parte Antonio Rosati, dall’altra? Tutti.

Il patron della società ha dichiarato la scorsa settimana di volersi mettere in gioco direttamente per riscattare un’annata da dimenticare e in questa fase di transizione passerà in rassegna tutto quel gruppo di lavoro che ha fallito: dirigenza, staff e giocatori. Rosati è stato chiaro: “Non sono per le rivoluzioni drastiche, ma…”. Ad oggi è abbastanza difficile immaginare cosa succederà perché, sempre l’ex presidente ai tempi della Serie B, ha detto: “Lavorerò a strettissimo contatto con il nuovo gruppo di lavoro, non tanto avallando certe cose ma decidendole”.

Difficilmente, però, Rosati rivestirà la carica di presidente: questo non preclude un cambio al vertice visto che Stefano Amirante (bersagliato più volte dalla Curva durante la stagione) potrebbe avere un nuovo ruolo. Molto probabilmente non sarà Alessandro Merlin a costruire la squadra 2023/24: nelle ultime ore ha preso piede l’ipotesi Raffaele Ferrara (i contatti tra le parti ci sono stati), ma l’arrivo o meno del DS dipenderà dal riassestamento dell’organigramma che potrebbe essere portato a termine nei prossimi giorni. La fretta è cattiva consigliera, certo, ma la stagione appena vissuta insegna che anche la troppa calma è nociva: in ogni caso, al momento, nessuno può esser sicuro del proprio posto.

Fronte squadra, la sensazione è che il gruppo sarà radicalmente stravolto: solo una manciata di elementi potrebbero rimanere e difficilmente Gianluca Porro resterà in panchina. Aspetto, quest’ultimo, non da escludere del tutto: Rosati ha specificato come a inizio anno avrebbe voluto o puntare sul mister cambiando la squadra o dar fiducia ai giocatori cambiando l’allenatore (“Due scommesse fanno un azzardo”). In vista del prossimo campionato il Varese non potrà commettere lo stesso errore e, a tal proposito, non mancano già le suggestioni per la panchina: tra i nomi più caldi di queste ore figura quello di Roberto Gatti, anche solo per il sodalizio (già affinato) con lo stesso Ferrara prima a Caronno e poi al Sant’Angelo. Prima, però, urgono altri passi.

La certezza è che al momento non ci sono certezze se non che il Varese resterà. Anzi, la presa di posizione di Rosati è equivalsa ad una bella prova di forza: ancor prima di conoscere l’esito della sentenza della Corte d’Appello (al netto dell’ottimismo) il patron biancorosso aveva annunciato la sua presenza (e, di riflesso, di I&Mi nella persona di Paolo Girardi) a prescindere dalla categoria. Il Varese avrà un futuro e dovrà essere un futuro roseo: nuovo asset, nuove idee, proprietà più forte e presente, strutture migliori (i lavori alle Bustecche sono finalmente iniziati) e progettualità forte per arrivare, dopo due successi giudiziari, a vincere anche sul campo. 

Matteo Carraro

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