Alzi la mano chi, al momento dell’ufficialità del calendario di LBA, avrebbe chiesto a Varese di vincere sia contro Tortona che contro Trento? Probabilmente solo i più ottimisti, ed allora perchè ad oggi il senso d’incompiutezza di queste prime uscite, di amaro in bocca tra la gente biancorossa è così tanta?

Perchè in campo non vanno i pronostici, non vanno le carte ma ci vanno le squadre con i loro momenti di up e down della stagione ed in questo momento, in queste due settimane, Varese ha avuto la grande occasione, sul parquet di un’Itelyum Arena sempre ribollente, di poter portare a casa 4 punti che difficilmente, in altri momenti ed in altre circostanze stagionali, potranno ritornare.

Infatti sia Tortona due settimane fa che Trento ieri, domenica 22 ottobre, sono arrivate a Varese non al meglio a causa d’incognite tattiche (i piemontesi) e di qualche acciacco pesante (i trentini, con Baldwin fuori dai giochi). Eppure Varese non ha approfittato della situazione, portandosi dietro da queste due gare solo un grande senso di amarezza.

E’ vero, però, che anche Varese in questo momento è un gruppo pieno d’incognite: una squadra senza asse centrale, con la mancanza di un play che si fa sentire sempre di più; alla ricerca del vero Cauley-Stein, che tra questioni di campo ed extra campo ad oggi per Varese non è assolutamente una risorsa preziosa; con un gruppo che partita dopo partita appare sempre più corto ed avaro di soluzioni; con un gioco offensivo che, tolto il tiro da tre punti, non ha da offrire altre soluzioni; con i giochi pick’n’roll ormai ridotti al minimo ed una circolazione di palla sterile, sugli esterni, che porta spesso e volentieri a tiri forzati, chiusi. Un gruppo che ad oggi vive di folate ma che sa di non poter andare avanti tanto così.

Un momento difficile, è vero, anche se le sconfitte di 2 e di un punto contro Tortona e Trento, squadre sicuramente costruite con soldi e ambizioni ben diverse da Varese, lascerebbero pensare ad altre considerazioni.

Ed invece avere la capacità di cogliere l’attimo, di vivere appieno quel “carpe diem” che nello sport spesso è spartiacque di una stagione, è un valore che la Openjobmetis di oggi non può permettersi di gettare al vento. Una virtù che va coltivata nella mente e nelle giocate di una squadra che adesso chiede un passo in avanti anche al suo coach, che ha il compito di riuscire a trovare la direttrice di una squadra che, lo abbiamo capito, il gioco tanto richiesto dalla società fa davvero fatica ad intepetrarlo, perchè mancano alcuni interpreti fondamentali, come un play puro, per quanto venga disdegnata una sua precisa configurazione, ed un uomo capace di creare vantaggi. Perchè ha un’inclinazione diversa da quella dello scorso anno, perchè deve ripartire porbabilmente da una difesa più solida che sta facendo passi in avanti in tal senso, perchè deve trovare una svolta senza perdere quelle occasioni che in Italia poche volte capitano ed è forse la cosa più importante che questa squadra dovrebbe capire, sperando non sia un rimpianto che a fine stagioni lasci ancora più amarezza di quanta non ne ha lasciata ora.

Alessandro Burin

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