La vittoria di Feltre ha riportato il sorriso in casa giallonera, ma la domanda da farsi è: ce n’era bisogno? Pur non incantando, i Mastini sono saldamente al terzo posto in classifica a -6 dal Caldaro (distanza che si ridurrà al Master Round con la divisione per tre dei punteggi), con il miglior attacco e la terza miglior difesa. Forse si è respirato un filo di pessimismo di troppo o forse, più semplicemente, Varese aveva abituato troppo bene il suo pubblico.

Probabilmente è cosìconcorda Alex Bertin con un sorriso – perché, dopo che disputi una stagione straordinaria vincendo tutto a 27 anni di distanza dall’ultima volta riportando migliaia di persone al Palaghiaccio, non è facile continuare una parabola ascendente. Ogni stagioneprosegue il difensore classe ’97 è a sé e ogni partita ha la sua storia. Il nostro dovere, e parlo di tutti, dalla società ai giocatori, dalla città al pubblico, è quello di avere continuità: dimostrare che lo scorso anno non è stato un fuoco di paglia, ma che Varese è tornata ad essere una delle realtà hockeistiche italiane più importanti. Questo processo passa dai risultati e, nel corso di una stagione, qualche prestazione sottotono ci può stare”.

A Feltre però c’è stata una reazione importante: possiamo definirla una reazione da campioni?
“Sapevamo che serviva una vittoria chiara e netta dopo quattro partite consecutive chiuse all’overtime. Giocare a Feltre non è semplice: tra le sei ore di pullman, lo stadio aperto e la tifoseria di casa c’erano tanti fattori che contribuivano ad alzare il grado di difficoltà. L’inizio è stato di studio, abbiamo ancora una volta faticato in superiorità numerica, ma in difesa si è visto un livello davvero ottimo e, a lungo andare, il divario tecnico ha fatto pendere il match a nostro favore. Di certo, memori del discorso precedente, ci si aspetta da Varese che queste partite vengano risolte in maniera più agevole”.

Ancora una volta tante, troppe, penalità…
“Sì. Purtroppo in alcuni momenti pecchiamo di freddezza e lucidità e così non va bene perché più aumentano i minuti di inferiorità numerica più gioca chi fa parte degli special team che, nella maggior parte dei casi, fa parte degli elementi cardine della squadra. Ne consegue una minor brillantezza innescando un circolo vizioso che porta ad altri errori. Guardando però il lato positivo, posso dire che questo aspetto dipende solo da noi: diminuire le penalità ci porterà ad avere un vantaggio sul lungo periodo”.

Penalità a parte, cosa è mancato nelle partite precedenti?
“Fluidità di gioco collettivo, definiamola la sinfonia da orchestra, e la cattiveria nel segnare. Due fattori che convergono nel powerplay, il momento in cui tutta l’attenzione è giocoforza rivolta all’aspetto offensivo e che quindi delineano all’apparenza una situazione ben più tragica di quanto dica la realtà: ad oggi siamo il miglior attacco del campionato al pari di Pergine….”.

Qual è stata la partita peggiore?
“La gara interna contro il Como. Non tanto per gli schemi di gioco, ma se sei in vantaggio 2-0 dopo pochi minuti non puoi permetterti di vincere un derby solo all’overtime”.

Nelle prime partite si aveva la sensazione di vedere sul ghiaccio una squadra con il freno a mano tirato: bastava un’accelerata per risolvere qualsiasi match. Nelle ultime partite è forse emersa anche un po’ di tensione da parte vostra nel non riuscire in certe giocate?
“Diciamo che, come nel caso precedente, è un nostro problema di mentalità che tocca solo a noi risolvere: se troviamo l’interruttore giusto, come successo lo scorso anno dopo il match contro Caldaro, potremo diventare uno schiacciasassi. Vincere agli overtime quattro partite su cinque, comunque, ha dimostrato sia la nostra resilienza sia la capacità di soffrire e di non tremare sotto stress. Adesso dobbiamo fare uno step in più, ricordando che la stagione non si decide adesso ma tra fine marzo e inizio aprile”.

All’interno dello spogliatoio come state vivendo queste settimane? Diciamo che la sfortuna non vi sta certo risparmiando tra l’addio di Gibbons, infortuni vari e assenza del coach…
“Stiamo pagando il conto dello scorso anno (ride, ndr), stagione in cui ogni singola cosa è girata per il verso giusto. Ci sta, fa parte del gioco, quest’anno magari la situazione extra-ghiaccio non ci sta aiutando, ma il rendimento in campo certifica il buon livello di questa squadra che ha il potenziale per fare molto di più. Tanti, noi compresi, vorrebbero vedere i Mastini sempre primi: però, ripeto, essere lassù adesso non fa vincere nulla”.

A Feltre, come hai sottolineato, si è rivista una difesa quasi perfetta e il reparto è stato particolarmente responsabilizzato da coach Czarnecki fin dal suo arrivo. Come ti stai trovando?
“Il sistema di gioco che stiamo applicando mi piace molto, ma richiedere enorme sacrificio e non è semplice da realizzare in certe situazioni perché ti costringe a pattinare molto di più. Con i difensori, però, si vincono i campionati, mentre agli attaccanti spetta il compito di vendere i biglietti: se riusciremo ad interpretare ancor meglio questo sistema allora potremo fare grandi cose, perché vedo difficile perdere una partita in cui non si subisce gol”.

Arrivati al termine del girone d’andata qual è il bilancio?
“Da un punto di vista oggettivo il voto è sufficiente, non di più. Non abbiamo fatto miracoli né sfigurato: da campioni in carica ci si può accontentare di essere dove siamo. A livello soggettivo non sono contento, posto che già di mio, da buon perfezionista, non lo sono quasi mai. Questa squadra ha potenzialità enormi e fin qui abbiamo espresso troppo poco”.

Sulle avversarie, invece, cosa puoi dire?
“Sicuramente che è un campionato più livellato rispetto allo scorso anno in cui Varese e Caldaro avevano una marcia in più. Questo porta logicamente a una maggior incertezza del risultato come dimostrano i tanti overtime, non solo nostri; sicuramente per il pubblico c’è maggior divertimento. Sul reale valore delle squadre è invece troppo presto per sbilanciarsi perché al momento si tende a nascondere le proprie carte. Pergine, ad esempio, può dare molto di più, e conoscendo coach Ambrosi le Linci inizieranno a carburare da gennaio”.

Sabato si riparte con il girone di ritorno della regular season: sensazioni pre-Alleghe?
“Noi siamo obbligati a vincere per staccarli, loro per superarci. Sarà una bella partita: giochiamo in casa, davanti al nostro pubblico, contro la vera outsider del campionato. Dopo la stagione scorsa sono felice di rivedere un Alleghe competitivo, che oltretutto porterà a Varese un campione di livello assoluto del calibro di Nikolai Zherdev, ma vogliamo e dobbiamo vincere”.

Matteo Carraro

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