Tecnica, fantasia, agilità: è con questo trinomio che proviamo a riassumere i segni particolari di Giovanni Lombardo. Al suo quinto anno con la maglia della Sestese, ha dovuto attendere fino al 18 dicembre, data del recupero della quattordicesima giornata contro il Pavia, per iniziare a tutti gli effetti la sua personale stagione, calcando il terreno di gioco e non solo il campo di allenamento. Un infortunio al crociato rimediato lo scorso novembre l’aveva infatti costretto a un lungo periodo di stop, ormai definitivamente alle spalle. Subentrato dalla panchina nel match di domenica scorsa contro il Muggiò, l’attaccante classe 1997 ha regalato a compagni e tifosi un assist da fuoriclasse che ha portato al gol della vittoria, la prima per i biancoazzurri in questo 2023. In decima posizione con 26 punti, i ragazzi di Dossena si trovano a -8 dai playoff e a +4 dai playout, in un girone che potrebbe tenere tutti col fiato sospeso fino all’ultimo.

Partiamo da te e dalle difficoltà che hai superato in quest’ultimo anno. Quanto lavoro c’è dietro al tuo ritorno sui campi?
“Direi molto lavoro. È stato uno stop molto lungo, perché avevo giocato la mia ultima partita a fine novembre del 2021 e ormai era passato più di un anno. Da un lato, il fatto di aver già subito un intervento cinque anni fa mi ha sicuramente aiutato, perché ero consapevole di quello a cui andavo incontro; ma dall’altro sapevo che non sarebbe stato facile, perché in questo caso si trattava di entrambe le ginocchia. Il primo periodo, in particolare, è stato difficile, ma ho sempre affrontato tutto con entusiasmo, come se fosse una sfida. Sono sincero, ho tentennato un po’ prima di decidere cosa fare dopo l’operazione, ma alla fine la passione per questo sport ha prevalso e tornare in campo è stata una grande soddisfazione personale. Il merito va anche al chirurgo e al suo staff di fisioterapisti che mi hanno seguito durante la riabilitazione, durata quasi nove mesi, quindi devo dire che anche da quel punto di vista sono stato fortunato. È stato un anno che sicuramente non dimenticherò, perché mi ha insegnato che nulla è impossibile se ci si mette impegno, costanza, dedizione e soprattutto passione, perché senza quella ora non sarei qui a giocare”.

Dal tuo debutto stagionale col Pavia stai mettendo sempre più minuti nelle gambe, subentrando dalla panchina a partita in corso. Cos’hai provato quel giorno? E come ti senti adesso?
“Quel debutto è stato particolare e mi sono un po’ emozionato perché l’avevo aspettato per dieci mesi. Quando sono entrato, il capitano mi ha passato la fascia ed è stato proprio un bel gesto da parte dei miei compagni. Mi sono anche reso conto di quante persone tenessero a me e al mio rientro, a prescindere dal mio valore sportivo in campo, e la loro vicinanza è stata molto gradita. Ora sto bene; gradualmente il mister mi sta dando sempre più spazio, quindi sono contento di poter aiutare la squadra”.

E di regalare assist come quello per Ferraro…
“Ciò che è successo domenica è solo l’inizio e il frutto del lavoro che ho fatto da un anno a questa parte dopo l’intervento. Ora che posso dire di aver raggiunto il mio obiettivo di tornare in campo, è giusto approfittare di questa occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno sostenuto e accompagnato in questo anno difficile, a partire dalla società che con me si è comportata in maniera lodevole, decidendo di aspettarmi e appoggiarmi nel percorso di recupero. In queste categorie non è per nulla scontato e io gliene sono assolutamente grato. Per quanto riguarda gli altri, non mi metterò ad elencarli perché sanno già tutto e soprattutto perché sono tantissimi… e ciò mi fa capire ancora di più quanto io sia fortunato”.

La vittoria di domenica è arrivata contro una squadra meglio posizionata in classifica. All’andata, in casa loro, era finita 1-2. Cosa è cambiato rispetto a quel k.o.?
“Domenica eravamo convinti di poter arrivare alla vittoria. In settimana ci eravamo allenati bene, come facciamo sempre, ma oltre a ciò c’era il sentore che ce l’avremmo fatta, perché quei tre punti erano troppo importanti per accorciare un po’ in classifica. La sconfitta dell’andata era arrivata in un momento di rodaggio. C’è da dire che rispetto all’anno scorso ci sono molti ragazzi che non avevano mai giocato insieme, quindi ci è voluto del tempo per amalgamarci bene e gli infortuni non ci hanno aiutato in questo senso. Ma il gruppo col tempo si sta conoscendo sempre più, e mi riferisco proprio all’intesa di gioco, perché in campo si creano quegli automatismi che portano una squadra a raggiungere i propri obiettivi. Ora siamo nella fase in cui abbiamo trovato una quadra e tutti insieme siamo determinati a fare il meglio possibile. In queste ultime due domeniche si è visto che anche chi entra dalla panchina può dare il suo contributo e cambiare la partita, perché ognuno di noi dà sempre il massimo impegno”.

Questi tre punti contro il Muggiò sono forse il frutto della rimonta di Lazzate? Cosa era scattato in ciascuno di voi per trasformare uno 0-2 in un 2-2?
“Certo. Arrivavamo dalla brutta sconfitta con la Vis Nova, in ci era andato tutto storto, e ritrovarsi sotto di due gol dopo un primo tempo giocato bene ha tirato fuori un po’ di orgoglio personale, tant’è che ognuno ha dato qualcosa in più e abbiamo portato a casa un pareggio. L’entusiasmo di quella rimonta ci ha sicuramente aiutato perché non vedevamo l’ora di esultare per una vittoria, che dà morale e ti rende più consapevole dei tuoi mezzi. La squadra ha bisogno di certezze e secondo me in questo momento siamo sulla strada giusta”.

Qual è stata, secondo te, la partita migliore della stagione? E quella che vi ha lasciato più rammarico?
“Io purtroppo le ho dovute vedere quasi tutte da fuori, però ricordo una grandissima prestazione in casa col Verbano, contro cui abbiamo vinto meritatamente, così come col Club Milano o a Ponte Lambro. Certo, ci sono state anche tante partite in cui abbiamo sbagliato; mi vengono in mente innanzitutto i derby con Gavirate e Vergiatese, e di sicuro ci sono dei rimpianti anche per la sconfitta con l’Accademia Pavese, perché avremmo potuto portare a casa i tre punti e mi sembra assurdo che invece non ne sia arrivato nemmeno uno. Devo dire, però, che nella maggior parte dei casi abbiamo giocato a viso aperto con tutti, anche con squadre come Solbiatese, Vogherese e Pavia, ma purtroppo le cose non sono sempre andate nel verso giusto”.

Almeno finora, ed escludendo magari la Solbiatese, questo campionato si è rivelato piuttosto arduo per le varesotte. Secondo te, come mai?
“La classifica parla chiaro: Vogherese e Pavia stanno giocando un campionato a due e ormai sono un gradino sopra le altre. In generale, però, ora che abbiamo affrontato tutte le squadre, posso dire che sinceramente non ho visto tutta questa disparità a livello di rosa e qualità di gioco. Probabilmente chi sta in alto è stato più concreto e cinico nel portare a casa i tre punti, anche in quelle partite in cui magari non si merita di vincere, perché alla lunga è anche questo che fa la differenza. Del resto, anche nelle passate stagioni c’erano squadre con un qualcosa in più, come Varesina o Castanese l’anno scorso, ma a parte ciò l’Eccellenza è un campionato equilibrato in cui può succedere di tutto ad ogni partita”.

Domenica vi aspetta il derby in casa del Gavirate, una squadra in difficoltà che a maggior ragione giocherà con il coltello tra i denti. Da parte vostra, la ricerca di continuità e il dispiacere della sconfitta dell’andata potrebbero fare la differenza…
“Sì, vorremmo trovare continuità e prenderci una bella rivincita. La classifica comunque inganna, perché non sempre rispecchia i valori delle squadre, e se loro sono in difficoltà, a maggior ragione vorranno tirarsi fuori da questo momento. Noi non avremo Ferraro, che è squalificato, ma sappiamo di potercela giocare con tutti, quindi dobbiamo pensare solo a noi stessi. Ovviamente spero in una nostra vittoria, anche perché domenica sarà il mio compleanno”.

L’attuale posizione di classifica non è forse quella che vi aspettavate all’inizio. Pensi che gli obiettivi stagionali siano cambiati strada facendo? A cosa punterete da qui a maggio?
“L’aspettativa era un po’ più alta, a partire dalla società e da noi giocatori, e volevamo fare un campionato diverso. In questo momento siamo più vicini ai playout che ai playoff e inevitabilmente dobbiamo adattarci, ma penso che abbiamo le qualità per puntare il più in alto possibile. Non possiamo di certo fare previsioni, ma vogliamo dare il massimo per raggiungere quanto prima una posizione tranquilla. Ora ci aspetta una serie di scontri diretti, con Gavirate, Castello Città di Cantù, Calvairate e Pontelambrese, in cui dovremo raccogliere più punti possibili; poi si vedrà, perché mancano ancora tante partite. La speranza è di divertirci insieme e portare a casa quante più vittorie, perché quel che è certo è che non vogliamo fare un campionato anonimo”.

Silvia Alabardi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui